Si ode il suono della sirena: è una nottata mite, qualche grado sopra lo zero.
Letitia guarda le altre caposquadra, con le quali sta condividendo un po' della sua vita, con espressione sgomenta:
«Ragazze, non abbiamo sentito la prima sirena. Questa è la seconda. Siamo fregate, ci siamo appena vinte la prima punizione da quando hanno ripristinato il regolamento abituale non più di qualche ora fa.»
«Tutte e cinque... che figura!» conclude, scoppiando a ridere.
Hanno riavuto il ruolo di caposquadra poche ore prima, con l'ordine esplicito di coordinarsi per riportare il campo più velocemente possibile alla normalità e ai soliti ritmi produttivi. Anche l'accordo concluso da Madalen è stato ripristinato. È un sollievo, dopo il clima di terrore delle giornate precedenti, vissute sotto la continua minaccia di morte.
Durante l'inchiesta avevano scoperto di condividere una lunga o almeno peculiare lista di atti di disobbedienza o indisciplina, per le quali i Tribuni avevano deciso di metterle sotto torchio per prime e quella sera avevano cominciato a raccontarsi le loro storie.
La prima era stata Katherine Hammer, blocco E: la 'dolce Katherine' come la chiamava spesso Madalen, che l'ha sempre vista decisa ma conciliante.
Katherine non amava il lavoro fisico: aveva provato a rifiutarsi di lavorare, sperando di passare gli anni che le spettavano, per corruzione, in una cella a guardare il soffitto o di essere trasferita in un carcere di stampo più tradizionale. Ovviamente l'opzione non era stata nemmeno presa in considerazione.
Dopo gli iniziali tentativi di persuaderla con le minacce e, subito a seguire, le prime prevedibili punizioni, che andavano dalle percosse ai turni più lunghi, quando si era accorta che non solo non voleva lavorare, ma se costretta lo faceva volutamente male, il maggiore Wolf l'aveva trascinata a viva forza in isolamento e le aveva spiegato che se non voleva fare il suo dovere avrebbe dovuto rinunciare a qualche privilegio.
Così l'aveva rinchiusa senza né cibo né acqua.
Alla mattina del terzo giorno, già con l'inizio del delirio della sete, la seconda in comando aveva trovato Katherine venuta ad assai più miti consigli.
L'avevano velocemente e poco piacevolmente reidratata e messa alcuni giorni al turno più lungo, per essere certe che non avesse tentato di ingannarle. Quando avevano verificato che, per quanto con difficoltà, s'impegnava al suo meglio, l'avevano riassegnata ai turni normali.
In seguito erano bastate le minacce per farla tornare sulla retta via quando aveva tentato di nuovo di evitare la fatica e ora erano anni che non si faceva nemmeno più riprendere per la qualità del suo lavoro.
«Non mi piace ancora, ma capisco quando non posso vincere» aveva detto. «Avevo tentato un bluff, ma non solo avevano visto il mio bluff, ma mi avevano schiacciato con una mano pesantemente truccata. Non mi aspettavo che arrivassero a tanto. Ero stata qualche mese in un altro carcere, mentre completavano l'inchiesta, e avevo visto spesso ragazze che avrebbero fatto di tutto pur di poter ogni tanto uscire dalla gabbia e rendersi utili. Credevo che questo posto fosse una struttura privilegiata per chi era così. Io non ero così. Sono stata affibbiata qui proprio perché avevo cercato di sbarcare il lunario senza troppa fatica. Il maggiore mi ha fatto capire subito che non sarei uscita da qui se non alla fine della pena o per finire in un posto peggiore come Paula. Ho vissuto in mezzo ai giochi di potere, so quando non ne ho abbastanza ed è inutile lottare. Per questo non comprendo perché tu Madalen ti ostini ancora a farlo»
Madalen aveva fatto spallucce come ogni volta che la risposta era "Perché sono così" e aveva preso la parola per seconda. Non aveva avuto bisogno di entrare nei dettagli degli avvenimenti salienti perché la Reinhart si era preoccupata che nessuna dimenticasse la fustigazione di Franziska e sua, che non aveva avuto eguali negli ultimi anni. Aveva raccontato dei primi, sciocchi, episodi di ribellione che erano stati poco più che un capriccio, ma che avevano contribuito a indirizzare la sua punizione a quello che era poi divenuta. Ma non aveva raccontato del maglio, non aveva raccontato di come la comandante aveva spezzato la sua volontà. Dovevano pensare che la fustigazione e l'isolamento fossero stati sufficienti. Le dispiaceva non essere sincera con loro, ma non poteva fare diversamente. Ciò nonostante, anche così, ritenevano che avesse resistito anche troppo.
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Madalen
Ciencia FicciónIn un Impero Galattico militarizzato e in guerra, Madalen è una ragazza orfana che frequenta un'accademia militare. Poi un'accusa ingiusta la travolge e viene condannata a cinque anni da scontare in un campo di lavoro. Idealista, onorevole e delusa...