Capitolo 6

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La prima settimana di college è andata bene. Ho fatto amicizia con un ragazzo del mio corso di letteratura. Si chiama Loris. È simpatico e molto intelligente. È poco più alto di me, gli occhi marroni e un grande sorriso che spesso e volentieri contagia anche me. Abbiamo le stesse idee per quanto riguarda la scuola e gli interessi in generale, siamo sempre i primi ad arrivare in aula e gli ultimi ad andacene.

In questi giorni ho visto poco Vanessa. Avendo corsi diversi in stanza capitava raramente che ci incontrassimo. La sera usciva e quando rientrava facevo finta di dormire, ma sentivo che veniva lì a guardarmi. Una volta ha provato a parlare, ma poi è rimasta in silenzio.

Chris, invece, ha incrociato molte volte il mio sguardo all'ora di pranzo, ma non sono riuscita a capire che sentimenti provasse. Quegli occhi blu sono di ghiaccio.

Nel mio pomeriggio libero prendo la macchina e decido di trovare un posto dove possa rilassarmi. A qualche chilometro dal campus trovo un parco con un piccolo lago al centro. Parcheggio la macchina e con un buon libro in mano mi siedo su una delle panchine intenta a leggere, ma i miei pensieri viaggiano altrove.

Dopo tutto quello che ho passato, fidarmi delle persone mi risulta difficile e la situazione presentatasi ieri sera mi ha confermato quanto le persone non siano cambiate dall'Italia all'Ameria. Sempre per il proprio interesse e sempre a spese di qualcun altro.

Scrollo la testa e apro il libro imponendomi di non pensare e leggere soltanto. 

***

<<Te lo giuro che non lo sapevo. La sua ragazza non frequenta la UCLA dato che è più grande, e si vedono solo fuori da qui. Mi aveva detto che si erano mollati. Così mi ha ripetuto persino quando te ne sei andata.>>

<<E perché nessuno ha avuto il coraggio di venire fuori e parlarmi?>>  Lei rimane in silenzio.

<<Vorrà dire che qualcuno qui mente perché James dice una cosa, Chris un'altra e io non ci capisco più nulla Vanessa>>, protesto.

<<Non lo so Diana, davvero. Scusami se ti ho cacciata in una situazione così>>, mormora.

Le credo. Sembra davvero giù di morale. <<Tranquilla. Ti credo, non fa nulla, ma voglio chiarire questa cosa. Devo prendere James e Chris e vedere cosa dicono. Uno di fronte all'altro>>, dico decisa.

<<Hmm...meglio se ne parli separatamente. Conoscendo il carattere di entrambi non ne uscirebbe qualcosa di buono>>, dice lei sovrappensiero.  

<<Ok Vanessa.>>

<<Ti prego, non chiamarmi Vanessa. Chiamami Van>>, sorride. <<Solo mia madre mi chiama così. Vanessa non hai fatto questo! Vanessa metti apposto le tue cose! Vanessa bla bla bla...>>, imita sua madre con l'indice puntato nell'aria come se parlasse con qualcuno. Inizio a ridere, è troppo buffa. Sono contenta che abbiamo risolto, almeno non ho più quell'ansia quando entro in camera.

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