Capitolo 12

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<<Perché mi hai portata qui?>> Insisto per la terza volta e finalmente mi risponde.

<<Mi annoiavo al locale, è sempre la stessa solfa.>>

<<Riformulo la mia domanda. Perché hai portato me? Perché non Lizze?>>

<<L'ho già portata in giro con me>>, mi sorride, ma notando il mio viso che si rabbuia e riprende: <<Non lo so, volevo passare del tempo con te.>>

Rifletto un attimo su quelle parole, ma poi mi ricordo che è James, anche se dal suo comportamento potrebbe essere una persona diversa.

Siamo seduti su una panchina isolata da tutto il resto del campus. C'è un grande albero alle nostre spalle e l'unico palo che possa far luce in questo posto e a quattro metri di distanza da noi. È tardi, anche se non ho l'orologio, e ho sonno, ma non vorrei andare in camera perché stare qui con lui mi fa sentire bene. Appoggio la testa al suo braccio e mi aspetto che si scosti, ma non lo fa.

Cosa sta succedendo? Perché è qui con me? Chiudo gli occhi pensando a quanto voglia godermi questo momento. Lui non parla e non lo faccio nemmeno io, stiamo in silenzio, uno accanto all'altra.

Apro gli occhi e per un istante resto paralizzata. Mi trovo in camera mia, col pigiama addosso e sotto le coperte. Non mi ricordo come ci sono arrivata o come mi sono cambiata e mi fa male la testa. Prendo il cellulare. Sono le 11.05. Guardo verso il letto di Vanessa che è così come glielo rifatto. Cerco di fare mente locale, ma vengo interrotta dalla porta che si apre e appare James con due tazze di caffè in mano.

<<Ti sei svegliata! Era ora!>>

Vedendo la mia faccia perplessa riprende a parlare, <<Ieri notte ti sei addormentata sulla panchina. Ti ho portato in camera e ti ho cambiato, poi sono tornato in camera mia. Sono venuto qui alle dieci, ma dormivi ancora, allora ho pensato di andare a prenderti un caffè.>>

<<Non bevo caffè, ma...>>, <<Ma caffè latte senza zucchero, lo so. Ho chiesto a Van.>>

Vedere che si interessa così mi fa piacere, ma d'altra parte mi fa sorgere molte domande e non riesco a trattenermi.

<<Perché lo fai?>>

<<Fare cosa?>>

<<Comportarti così? Con me.>>

<<Non posso?>>

<<No, ma un giorno mi odi e l'altro mi difendi e mi porti la colazione.>> Ho un illuminazione.

<<Aspetta! Lo stai facendo perché vuoi portarmi a letto? Hai saputo che ho rifiutato Chris e pensi che tu possa infilarti nel mio letto?>>

<<Diana, aspetta...>> Non gli lascio finire la frase.

<<No, aspetta niente. Esci dalla mia stanza, adesso! Esci James!>>

Lui non commenta e se ne va sbattendo la porta.

Per un attimo ho pensato che provasse qualcosa nei miei confronti, ma lui lo faceva solo per portami a letto.

Ma da quando in qua m'importa se prova o meno sentimenti per me. Lui è James, quello che si porta a letto Lizze e chissà quante altre ragazze, è quello che fa piangere Van e tratta male me.

Non posso, però, negare che ieri notte mentre era così vicino al mio viso e alle mie labbra io abbia provato un'attrazione per lui. E quando si è allontanato ho provato un vuoto allo stomaco. Cosa mi sta succedendo? Non posso provare qualcosa per James. Lui non è il ragazzo giusto per me. Devo uscire da questa stanza e devo andare a fare un giro. Prendo le chiavi ed esco, ma sul pianerottolo del dormitorio mi accorgo di essere in pigiama.

Dopo nemmeno dieci minuti sono di nuovo fuori, salgo sull'auto e parto. Non so di preciso dove andare, ma voglio allontanarmi dal campus e senza rendermi conto mi ritrovo nel parcheggio del locale. Noto che è aperto e decido di entrare.

Caroline incontra il mio sguardo. <<Che ci fai qui splendore?>>

<<Non lo so, volevo staccare dal campus. Mi dai una birra?>>

<<Non penso sia il caso, non perché so quanti anni hai, ma perché dalla tua faccia noto che ti sei appena svegliata. Ti preparo un panino se vuoi.>>

<<Grazie.>> Mi siedo al tavolo e guardo nel vuoto.

<<Ho dieci minuti di pausa, vuoi parlarne?>>

Caroline non è solo bella, ma ha anche un cuore d'oro, mi conosce solo per tutti i boccali di birra che ho ordinato, ma eccola qui che cerca di consolarmi.

<<Ho visto che ieri sera sei uscita di qui con James, ti ha fatto qualcosa?>>

<<No, no. Non ha fatto nulla>>, mento.

Mi guarda per un minuto e riprende a parlare. <<Lo so che non sono affari miei, ma tu sai che reputazione abbia lui?>> Annuisco. <<Sei una bella ragazza e meriti qualcuno di più che uno come James.>>

<<Caroline, tra me e lui non c'è nulla. Ero molto stanca e volevo tornare a casa, avevo bevuto e lui no. Gli ho chiesto se poteva riaccompagnarmi e ha accettato.>>

Rimane sbalordita, si alza, ma prima di andare di nuovo dietro il bancone mi dice: <<Non è da lui.>>

Me ne ero andata dal dormitorio per non pensare a James e finisco per parlarne con Caroline. Non ci capisco più nulla.

Mi alzo, pago il panino ed esco. Sulla porta c'è un cartello con scritto "Cercasi barista". Lo strappo e rientro.

<<Voglio questo lavoro.>>

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