Capitolo 1

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Sono le sette e cinque e mia madre non è ancora pronta. Lei che per anni e anni mi ha sempre stressato quando ero in ritardo di mezzo secondo. Penso, però, che lo faccia apposta perché vuole rimandare sempre più la mia partenza.

Saliamo in macchina. Una piccola Fiat nera opaca che mamma adora quasi quanto me. L'ha trovata in saldo da un concessionario nove anni fa e da allora non se ne libera più.

In macchina comincia a raccontarmi gli aneddoti sulla mia infanzia e mi urla di rallentare ogni volta che in autostrada arrivo a 125 km/h, ma lo faccio perché mi diverte vedere la sua faccia terrorizzata e anche perché siamo in ritardo.

<<Calmati mamma, non sto andando contro il codice della strada>>, la incoraggio.

<<Tu sei pazza! Ti sei bevuta il cervello ad andare a questa velocità>>, mi dice con un tono di rimprovero.

Decido, perciò, di rallentare solo per farle quest'ultimo piacere.

Arriviamo in aeroporto e ci avviciniamo al check-in e lei, come normale, comincia a piangere. No, mamma ti prego no. Non qui davanti a tutti.

L'abbraccio. È difficile separarsi da me dopo 18 anni in cui mi ha sempre avuta al suo fianco.

<<Non me ne vado per sempre. Sto solo andando all'università. Torno per le vacanze di pasqua tranquilla. I love you mom>, le dico con voce dolce.

<<I love you too my darlin>>, mi risponde con voce mozzata.

Le do un bacio ed un ultimo abbraccio. Mi avvio verso la mia uscita e, guardando ancora una volta indietro, la vedo salutarmi con la mano e gli occhi pieni di lacrime. Mi mancherà quell'isterica rompipalle, ma mi aspetta un'esperienza nuova, e in più ritorno a casa.

California arrivo.

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