Prologo

170 2 0
                                    




           

Apro gli occhi.

La sveglia non è ancora suonata.

Prendo il cellulare.

Sono le cinque del mattino e tra quattro ore parto. Cerco di riaddormentarmi, ma l'agitazione è troppa.

Mi alzo.

Mia madre dorme ancora.

Entro in doccia pensando al primo giorno lontano da questa città, da questa casa e dalle persone che conosco. 

Sono stati due anni duri per mia madre e me: specialmente per lei.

Corro in camera, mi asciugo i capelli e passo un po' la piastra, anche se non serve a molto avendo i capelli perfettamente lisci.

Mi siedo davanti allo specchio, mi metto le lenti e mi trucco leggermente, esagerando solo col mascara come sempre, ma ormai porto questo vizio dalla terza superiore. Adoro mettermene tanto perché le mie ciglia si allungano moltissimo e mettono in risalto i miei grandi occhi color nocciola.

Si sono già fatte le sei e scendo a preparare la colazione. Mia madre si è svegliata e dal suo letto la sento gridare il mio nome completo. <<Chloé Diana Smith!>> Mette i brividi. 

<<Sì, mamma sono sveglia. Ti ho preparato la colazione, scendi>>, le urlo dalla cucina.

La sento correre in camera mia disperata per poi precipitarsi giù per le scale: <<Ah tesoro, pensavo te ne fossi andata senza di me>>, dice ansimando come se avesse corso una maratona. Avevo una mezza idea di farlo.

<<No, tranquilla>>, le dico porgendole una tazza piena di caffè e latte senza zucchero.

Persino la mattina alle sei è bella. Ha un caschetto liscio moro che le ricade sulle spalle, due occhi neri come il carbone e le labbra carnose. È più bassa di me di qualche centimetro e porta degli occhiali bianchi che non ho mai sopportato.

Penso che mi mancherà, ma non glielo dirò. Lo sa già.

Non ci siamo mai dette troppe volte "ti voglio bene".

Lei è cambiata da quando lui ci ha abbandonato, me lo dicono tutti. Ioero troppo piccola per capire e nessuno ha più sue notizie.

Meglio così.

MORE LOVE Chi lo avrebbe mai detto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora