Capitolo 15

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<<Ecco a voi le pizze!>>

<<Grazie>>, risponde James al cameriere e, notando che rimane lì a fissarmi, aggiunge:<<Ora puoi andare.>>

Abbasso lo sguardo e sorrido. È così premuroso che non credo a quello che sento.

<<Ne vuoi parlare? Sei stata zitta da quando siamo usciti dal dormitorio>>, James mi guarda come non ha mai fatto.

<<No, non è nulla>>, tentenno.

<<Diana, i tuoi occhi ti tradiscono.>>

<<Non capisco>>, sibilo.

<<Cosa?>>

<<Questo>>, indico me e lui. <<Non doveva andare a finire così. Tu sei tu e io sono io, io non sono come te, tu non fai parte del mio mondo. Tu sei James e io Diana. Non possiamo stare insieme o avere qualsiasi tipo di relazione. Non dico che ora l'abbiamo fatto e stiamo insieme, ma non lo so. No, scusami.>> Senza pensarci mi alzo ed esco dalla pizzeria. Le lacrime mi rigano le guance. Per me è troppo bello e penso che tutto ciò sia un sogno e voglio svegliarmi al più presto per non rimanere delusa. Mi farà del male e lo so, ma perché provo questi sentimenti per lui? Fino a qualche settimana fa lo odiavo e lo consideravo un vero idiota.

Accendo una sigaretta e inizio a camminare a destra e a sinistra. Sembrerò una pazza a quelli che mi vedono, ma sono così presa dai miei pensieri che non mi interessa.

<<Di cosa hai paura?>>

Come suo solito, James è alle mie spalle e guarda per terra.

<<Io non ho paura!>> Accentuo quel "non" per convincerlo, ma lo sto dicendo più a me che a lui.

<<Se non ne avessi, non saresti uscita dal locale in quel modo>>, è freddo, ma percepisco una curiosità nel suo tono.

<<James, sono ritornata in America per non combinare altri casini. Sono qui perché voglio concentrarmi sui miei studi. Sono qui perché voglio dimenticare. Tu, tu però sei tutto ciò da cui me ne sono andata. Mi ferirai, mi lascerai, e so quale saranno le conseguenze e...>>

Lui si avvicina e mi bacia così intensamente che le lacrime smettono immediatamente di scendere. La mia lingua segue la sua e le nostre labbra si uniscono in modo perfetto. Si stacca e io apro gli occhi, mentre lui mi asciuga le guance cerco di parlare, ma mi ferma:<<Ehi, basta. So che può sembrarti affrettato, e se ci pensiamo bene lo è, ma  non so cosa tu mi abbia fatto e ora sono qui con te dopo averti scopata, cosa che prima non avrei mai fatto. Siamo due testardi completamente diversi, ma non so perché qualcosa mi dice che insieme facciamo un qualcosa di perfetto. Unico. Non è da me fare questi discorsi, e cavoli Diana, guarda cosa mi stai facendo fare! Questo dovrebbe farti capire qualcosa, no?>>

Mi tranquillizzo sentendo quelle parole. <<Non so dove mi porterà questa cosa, ma voglio scoprirlo>>, gli sorrido.

Lui ricambia e mi bacia ancora una volta.

Rientriamo e finiamo di mangiare la pizza. Per tutto il tempo James ha fatto attenzione ad ogni cosa di cui avevo bisogno. Mi riempiva il bicchiere, mi tagliava la mozzarella quando si allungava troppo e mi ha pulito la faccia dopo il gelato. È stato premuroso e non pensavo potesse esserlo.

<<Allora, cosa facciamo?>>

<<Non lo so, proponi qualcosa>>, lo incoraggio.

<<Non saprei. Andiamo al mare?>>

<<Ma siamo quasi a Novembre>>, dico spalancando gli occhi al massimo.

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