Ti ricordo che devi essere qui alle sei in punto, devo spiegarti alcune piccolezze e poi partiremo in quarta!
Il messaggio di Caroline mi distrae dal libro che stavo cercando di leggere per non pensare a James.
Avendo visto lo sguardo deciso con cui le avevo detto che volevo lavorare lì, non aveva esitato neanche un secondo e aveva chiamato subito il suo capo. Il signor Thomson, un uomo basso, grasso e molto goffo, mi ha squadrato da capo a piedi prima di chiedermi se avevo già fatto questo lavoro. Le mie poche esperienze in Italia forse non erano utili qui, ma comunque lui non poteva saperlo, perciò ho annuito senza commentare. Mi ha spiegato che devo lavorare più nel fine settimana, perché il locale è pieno e Caroline da sola non ce la fa più. Posso indossare quello che voglio, basta che non abbia qualcosa che spaventi i clienti. Mi ha raccomandato, in fine, di stare attenta perché la gente che viene a volte può creare problemi, ma non devo preoccuparmi troppo perché i due buttafuori se la sanno cavare, e se mai sorgessero problemi, non vedermela di testa mia, ma chiamarli. Sapevo a cosa andavo incontro accettando, ma, primo mi servono soldi e secondo, stare in camera mia senza distrarmi mi avrebbe portato all'esasperazione. Non l'ho ancora detto a nessuno e nonostante sappia che sta sera Van e gli altri potrebbero venire al locale, preferisco aspettare.
Per la mia prima serata al lavoro scelgo una maglietta maniche corte e un paio di jeans neri, mi raccolgo i capelli in uno chignon spettinato, mi trucco ed esco dall'edificio; in una quindicina di minuti sono al locale, in anticipo.
<<Vieni, ti presento gli altri>>. Corinne è alle mie spalle con un gigantesco sorriso sulle labbra. È bella persino indossando un semplice paio di pantaloni larghi e una canottiera nera che le arriva appena sotto all'ombelico.
<<Corinne!>>, esclama un ragazzo seduto davanti al bancone.
<<Ehi! Lei è Diana, la mia nuova compagna di bancone e ancora di salvezza nei fine settimana.>> Il ragazzo sembra notare poco la mia presenza perché continua a fissarla fino a quando prende posizione dietro il bacone, ma poi sposa lo sguardo su di me: <<Piacere, sono Chad, uno dei due buttafuori.>> Si alza quasi per mettere in mostra i suoi muscoli: è molto alto e molto muscoloso. Penso sia circa un metro e ottanta di altezza e minimo novanta chili di peso.
<<Smettila di pavoneggiarti>>, lo rimprovera Corinne con un sorriso dolce.
<<Dovresti essere fiera di avermi tutto per te piccola>>, gli fa l'occhiolino e si avvia verso la porta.
<<E tu dovresti fare lo stesso>>, gli urla lei, ma dal suo tono trapela solo amore.
<<Da...da quanto tempo state insieme?>>
<<Da un paio di anni. All'inizio è stata dura perché, beh guardalo e poi guarda me...>>, indica tutta se stessa evidenziando con la mano la sua altezza, <<...ma poi tutto è andato per il meglio. Nonostante lui abbia un carattere molto particolare e mi abbia ferita molte volte, ha sempre cercato di farsi perdonare e a migliorare per me.>>
<<Oh...>> Noto come si perde nei ricordi perciò le lascio il suo tempo e mi metto di fianco a lei. Appena si riprende inizia a spiegarmi le posizioni; io la parte sinistra e lei quella di destra, ma non devo esitare a chiedere se ho bisogno di una mano. Mi avverte che all'ora di apertura inizierà l'inferno, perciò devo prepararmi a tutto.
Si sono fatte le undici e non vedo né traccia di Vanessa né degli altri. Mi sento un po' delusa, ma anche sollevata, specialmente perché di sicuro ci sarebbe stato anche James e incontrarlo sarebbe molto imbarazzante.
La prima sera di lavoro è andata abbastanza bene, solo un signore di mezz'età si è ubriacato ed è stato portato fuori da Chad. Nessuno che potessi conoscere c'era, e la maggior parte dei presenti non mi degnava nemmeno di uno sguardo essendo, penso, abituati a vedere solo Corinne. Non ho quasi toccato sigaretta durante la serata, il che è un record, ma appena sono salita in macchina non ho resistito.
Parcheggio nel solito posto e scendo; avvicinandomi sento qualcuno chiamarmi.
So già di chi si tratta.
***
James è dietro me, ancora una volta senza che io mi aspetti di vederlo. Indossa un paio di jeans e una maglietta nera talmente attillata che, persino nella penombra, noto i muscoli contratti del braccio.
<<Ehi>>, cerco di sembrare calma.
<<Posso salire?>>
<<Eh... sì, certo, sali pure.>> Presa dal panico la mia bocca non è collegata al cervello, perciò rispondo senza riflettere più del dovuto.
Mi oltrepassa e si avvia verso la mia stanza. So bene che ha le chiavi, ma aspetta comunque che sia io ad aprirgli. Vanessa non è in camera, ma ci sono abituata; da quando con Rob va tutto alla grande è quasi sempre da lui.
<<Possiamo parlare?>> Ha un tono calmo e la sua voce profonda mi trapassa persino le ossa.
<<Di cosa?>>, cerco di essere distaccata
<<Dell'altro giorno. Hai frainteso tutto. Volevo davvero passare del tempo con te così come volevo portati la colazione...>>, si interrompe per un secondo: <<...senti Diana, la prendi come vuoi. Non sono mai stato più sincero di così e perciò devi solo apprezzare il fatto che lo sia con te.>> Ha il respiro accelerato e serra i pugni lungo il suo corpo. Mi giro e lo fisso dritto negli occhi; sta dicendo la verità. Lo so, lo capisco benissimo, ma non voglio dargli nessuna soddisfazione.
<<Okay, hai finito?>>
<<Cosa... Io sì.>> È stupito dalla mia risposta, apre la bocca per voler dire qualcosa ma non emette nessun suono.
<<Bene, sono stanca e voglio dormire, perciò fammi la cortesia di andare nella tua stanza.>> Mi spiace essere così secca con lui perché sta cercando di avere un contatto con me, ma se l'è meritato.
<<Dormo qui sta notte>>, il suo tono è più secco del mio
<<Cosa? No! Se arrivasse Van chissà cosa penserebbe!>>
<<Ah è questo allora! Ti pesa cosa pensa quella sfaticata di mia sorella?>>
<<No, non è questo il punto, ma tu non puoi comunque rimanere qui a dormire.>>
<<Ah no?>> Si lancia sul letto e si toglie le scarpe. <<Beh, è quello che ho appena fatto e non potrai impedirmi di uscire.>>
<<Potrei sempre mettermi a strillare.>>
<<Giusto, ma non faresti una bastardata di questo genere.>>
<<Non ne sarei sicuro.>>
Ha ragione, non lo farei, ma voglio dormire e con lui a pochi metri da me penso di non riuscirci.
Non ribatte, perciò esco e vado a cambiarmi in bagno. Lascio scorrere l'acqua e mi rilasso; perdo la cognizione del tempo e quando rientro in stanza James sta già russando. Mi avvicino per vederlo meglio; i suoi capelli sono tutti scompigliati e ha le labbra socchiuse. È bellissimo persino mentre dorme. Ma che mi prende?
M'infilo nel mio letto, mi giro verso il muro e infilo le cuffiesperando che la musica mi possa far prendere sonno il prima possibile.
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MORE LOVE Chi lo avrebbe mai detto?
ChickLitDiana è una ragazza con un passato difficile da cui cerca di scappare. Ritorna nella sua città natale per frequentare il college e per stare tranquilla, ma non sarà affatto così. Nuove amicizie e un nuovo grande amore l'aspettano, ma nulla si otti...