Capitolo 17

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Mi prude la gola e ormai la mia vista si è appannata. Corinne continua a versarmi la vodka liscia nel bicchiere e io continuo a bere. Sarò già al decino shot, ma non me ne frega.

<<Corinne dammene un altro>>, faccio cenno alla mia collega di lavoro.

<<Basta>>, mi dice lei con lo sguardo preoccupato.

<<Dammi un'altra birra e basta>>, le dico abbassando gli occhi.

Indugia sul farlo o meno, per poi afferrare un boccale e riempirlo. <<Grazie! E non ti preoccupare, sto bene>>, le sorrido.

Nel locale non c'è quasi nessuno. Abbastanza normale dato che è lunedì. Esco fuori e accendo una sigaretta. Barcollo un attimo, ma mi riprendo subito. So di non poter guidare in questo stato. Poggio il bicchiere a terra e prendo il mio cellulare. Pigio qualche tasto e faccio partire la chiamata

<<Diana? Tutto bene?>>

<<Tutto a meraviglia, James, tutto a meraviglia>>, sbiascico.

<<Sei ubriaca? Quanto hai bevuto? Dove sei?>>

<<Ah, smettila di farmi la paternale. Ho solo bevuto un paio di bicchierini e una birra. Corinne dice che dovrei smetterla, ma appena finisco questa sigaretta rientro e faccio un altro giro.>>

<<Corinne? Sei al locale? Stai lì. Sto arrivando!>>

Chiude la chiamata e sento un nodo allo stomaco. Sta correndo da me e nonostante io sia incazzata con lui, non vedo l'ora di vederlo.

Finisco la sigaretta e rientro. Mi siedo e finisco la birra. Cazzo ho bevuto troppo. Appoggio la testa sul tavolo e faccio dei respiri profondi. Poco dopo sento qualcuno chiamare il mio nome.

<<James, è lì>>, sento la voce dolce di Corinne.

<<Diana, Diana, sono James. Guardami.>>

Alzo la testa e noto quegli occhi così verdi mentre mi guardano preoccupati.

<<Cosa ci fai qui James>>, mormoro.

<<Sono venuto a portarti a casa. Andiamo.>>

<<No, non voglio. Lasciami qui.>> Cerco di fermarlo, ma riesce a prendermi in braccio. Saluta Corinne, esce dal locale, mi appoggia sul sedile e mi compre con una sua felpa. Non ne avrei mai abbastanza di questo suo profumo. Non apro gli occhi e quando mette in marcia sento dire: <<Dimmi che stai bene. >>

<<Non sono un malato terminale, James, ho solo bevuto un po'>>, cerco di dirgli.

<<Io non so come tu sia potuta essere così stupida a farlo. Come cazzo tornavi a casa? Non pensavi mica di guidare in questo stato?>>

Mi piace che si preoccupi, vuol dire che poi non è del tutto stronzo, ma forse le mie idee sono influenzate dall'alcol che mi scorre nelle vene.

Quando la macchina si ferma cerco di scendere da sola, lui arriva in mio soccorso e mi prende in braccio. <<Non ho bisogno che tu mi porti in braccio, posso camminare>>, gli dico tirandogli un pugno sul petto sapendo di non fargli male.

<<Oh si invece. Non sai in che stato sei>>, mi dice lui brusco.

<<Lo so benissimo in che stato sono. Non è la prima volta, perciò so bene che posso camminare da sola.>>  Cerco di divincolarmi ma non ci riesco, ha una presa troppo forte. Era circa un anno che non bevevo, ecco perché l'alcol ha preso il sopravvento.

James mi poggia delicatamente sul letto e mi copre. Lo sento stendersi accanto a me e accarezzarmi i capelli.

<<Perché sei qui>>, gli chiedo senza aprire gli occhi.

<<Perché avevi bisogno di me.>>

<<Non ho bisogno di nessuno, me la so cavare.>>

<<Allora, perché io ho bisogno di te.>>     

Non rispondo. Mi addormento ripetendomi questa frase, sperando che l'indomani me la ricordi.

"Giù! Giù! Giù!" Sento urlare intorno a me.

Guardo Jo e lei fa lo stesso. Butto giù l'ultimo bicchiere e spalanco gli occhi. Lei sorride e guarda Carlos: <<Te l'avevo detto. Non molla mai.>>

Lui si avvicina a me: <<Esci a farti un giro, ti offro una sigaretta.>>

Non rispondo, mi limito a fare l'occhiolino a Jo ed esco.

<<Tieni>>, mi porge il pacchetto. Non è come quelli che tiene di solito, ma ci do poco conto.

Accendo una sigaretta e faccio un paio di tiri. Dopo un paio di minuti la testa inizia a girarmi. Mi sta girando troppo. <<Carlos>>, provo a dire. Lo guardo mentre cado a terra, ma lui non si muove. Prima di perdere i sensi sento qualcuno che mi prende in braccio: <<Ha perso i sensi, svelti caricatela in macchina.>> Le mie caviglie e i miei polsi vengono legati e sento il mio vestito nero alzarsi. Sento una pressione tra le game e poi un dolore atroce.

Apro gli occhi. È stato solo un incubo Diana, è stato solo un incubo. Era passato tanto tempo da quando non succedeva. Ho ancora il respiro accelerato e il cuore mi batte all'impazzata. Devo tranquillizzarmi. Non devo lasciarmi prendere dal panico.

Sono le quattro del mattino. Vedo James vicino a me addormentato. Cerco di fare mente locale. Ricordo l'alcol che ho bevuto ieri sera, ricordo James che è venuto a prendermi e ricordo la sua frase: io ho bisogno di te.

Accarezzo i suoi capelli e gli bacio la fronte. Mi riaccoccolo sul suo petto per riaddormentarmi, ma prima di poterlo fare mi chiedo perché gli incubi siano tornati. 

***

Quando riapro gli occhi James non è più di fianco a me. Mi faccio prendere dall'agitazione, ma noto sul comodino un sacchetto marroncino e un biglietto: "Buongiorno piccola, spero tu abbia dormito bene. Sono a lezione, torno dopo."

Sorrido. <<Ma che ore sono?>> Prendo il cellulare. Fa le dieci e cinquantatré. <<Ho perso tutte le lezioni>>, mi lamento ad alta voce.

Scrivo un messaggio a James.

Mi avresti dovuta svegliare sta mattina, ce l'avrei fatta ad andare. Non devo aspettare molto una sua risposta.

Dormivi troppo bene ed eri bellissima, non volevo svegliarti. Ti sei alzata ora?

Sì, ma tu segui la lezione. Io ti aspetto qui.

Va bene, a dopo baby.

Arrossisco mentre leggo il messaggio. Non nego di avere paura di quello che potrebbe farmi. Sono terrorizzata al fatto di affezionarmi. I fantasmi del mio passato mi perseguitano ora e lo faranno per sempre. Dovrei dirglielo? Non lo so. Si spaventerebbe, ma deve saperlo. Mi posso fidare di lui? Non lo so.

Quante domande cui non so dare risposte, ma le troverò col tempo. Lui ora sta con me, non dovrei farmi problemi, no? Invece no. Non so stare tranquilla. So che succederà qualcosa, mi aspetto di tutto.

Prendo il portatile e cerco uno dei miei film preferiti. Clicco play e

mi concentro sulla storia complicata tra Scarlett e Rhett.

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