Capitolo 23

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<< ahi! >>

Kei alzò gli occhi al cielo << non l'ho nemmeno toccata >>

<< e dai, ti prego non farlo >> mugugnai nel panico, guardandolo come delicatamente prendeva la mia mano ancora fasciata, nella sua calda.

<< Adelaide dobbiamo toglierla, sennò come facciamo a vedere che è guarita? >>

<< no, al minimo movimento mi fará male, e io non voglio >> brontolai, sporgendo il labbro inferiore.

<< dai, non fare la bambina, non farà male, te lo premetto >> Kei cercò ancora di levare lo spillo che teneva la fasciatura, ma io tolsi la mano appena in tempo.

<< no! >>

Mi alzai da sotto l'albero, dove il mio ragazzo mi aveva incastrato per non farmi muovere, e cercai di fuggire verso i ragazzi, che stavano bevendo sulle sponde di un lago quasi completamente ghiacciato. Era volata un'altra settimana e noi eravamo giunti finalmente nello stato di Washington. Chuck ci aveva avvisato che, ormai, era questione di giorni e saremo arrivati a Forks, dai Severy.

<< Ade! >>

Naturalmente il licantropo mi seguì, rincorrendomi e bloccandomi per i fianchi prima ancora che facessi un paio di metri.

<< non ti farò del male! Sarà veloce e indolore! >>

<< scordatelo! Lasciami stare ragazzo ingrato! >> diventai rossa dalla rabbia quando lo sentii ridacchiare.

<< Kei lasciala stare >> venne in mio soccorso Lia << se non vuole, lascia che se la tolga da sola quando si sentirà pronta >>

<< la mano è guarita, deve togliere la fasciatura >> insistette lui, facendomi sbuffare.

Kei prese il mio polso, ma io lo liberai ancora una volta, nascondendo la mano successivamente dietro la schiena, con un sorrisetto furbo.

<< ti stai comportando come una bambina >> mi ammonì stufo, cercando di prendermi, ma io mi allontani ancora, facendo dei passi all'indietro.

<< basta giocare >> intervenì Chuck, ottenendo l'attenzione di tutti noi << se ci incominciamo a muovere adesso, senza sosta, saremo a Forks entro un paio d'ore >>

<< ma non avevi detto che ci volevano ancora un paio di giorni? >> domandai confusa.

<< ho ricalcolato le distanze e passando per Gifford, ci metteremo meno tempo ad arrivare >>

<< oh, ok >> alzai le spalle.

<< su andiamo >> disse Scott, prima di trasformarsi.

Così mi girai di nuovo verso Kei, che aveva uno strano sorriso sulle labbra.

<< e tu adesso che hai? >> gli domandai, alzando un sopracciglio.

Non rispose, si limitò ad alzare il braccio sinistro, mostrandomi cosa aveva nella sua mano. Le garze della mia fasciatura.

<< che ti avevo detto? Non hai sentito niente >> strinsi i pugni sentendo la rabbia ribollirmi nelle vene << visto? Riesci pure a stringerla >>

<< tu, grande pezzo di... >>.

Passarono ore su ore, il tramonto ormai si stava avvicinando e le notevoli temperature si stavano abbassando ancora di più. Non avevamo fatto più pause e tutti non avevano smesso un attimo di correre a tutta velocità fra gli alberi sempreverdi di Washington. Era tutto così familiare, anche se non eravamo a Salem, tutto mi ricordava quel posto in qui ero nata e cresciuta. Non pensavo che ci sarei tornata, se non per qualche visita hai miei nonni. Ma se non ci fossero loro ancora lì, non so per quale ragione, ma non sarei tornata a Salem neanche per una visita. Quell'aria così gelida e fredda di quella città, poteva incutere timore persino hai suoi stessi abitanti. Consideravo Flagstaff la mia vera casa ora. E credo che anche Forks sarà una città distaccata come Salem, o almeno così me la immagino.

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