Capitolo 2

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<< Mamma sono a casa! >>

Urlai appena varcai la soglia della porta, la chioma nera di mia madre sbucò dalla cucina.

<< ciao tesoro, come è andato il primo giorno? >> mi domandò ritornando in cucina, la raggiunsi e mi sedei sul bancone, lasciando le gambe a penzoloni.

<< bene, sai com'è: segretarie scorbutiche, professori, atleti, cheerleader... >> "licantropi" aggiunsi mentalmente.

<< hai fatto nuove amicizie? >> mi chiese, togliendo dal forno una teglia di biscotti, per poggiarlo accanto a me sul bancone, ne rubai uno e lo addentai, assaporando il dolce sapore delle gocce al cioccolato.

<< si, si chiama Lucy >> le risposi << è simpatica >>

<< sono felice per te >> disse << sai potresti invitare qualche volta anche i tuoi vecchi amici, che ne dici? Potresti anche telefonare a Jeff, è da tanto che non lo senti >> continuò guardandomi con il broncio.

<< mamma Jeff era il mio ragazzo, ci siamo lasciati, non credo che vuole parlare con me e io, non voglio parlare con lui >> le risposi alzando gli occhi al cielo, mordendo il mio biscotto.

<< non avevi detto che eravate rimasti amici? >> domandò confusa.

<< si, ma lui ha voluto troncare anche quella >> risposi << e poi ha detto che non avrebbe più avuto tempo per chiamarmi >>

<< ah si? e che cosa aveva di tanto impegnativo, per non avere tempo per chiamarti? >> disse scocciata incrociando le braccia al petto.

"Diventare l'alpha"

<< ehm non lo so, mi ha accennato ad un viaggio... >> le risposi vaga, lei sbuffò pesantemente.

<< roba da matti! >> disse azando le braccia al cielo, sorrisi e scesi dal bancone, dandogli poi un veloce bacio sulla guancia.

<< e adesso dove vai? >> mi domandò.

<< faccio un giro >> le risposi, andai verso la porta e misi il mio giacchetto di jeans.

<< non fare tardi! >> mi urlò prima che chiusi la porta.

Attraversai la strada e oltrepassai le case e i loro giardini, fino a che non mi parai difronte al bosco, completamente formato da alberi sempre verdi.

<< so che siete qui... >>

Mi inoltrai senza pensarci due volte.

La vegetazione mi circondava completamente, tra alberi di pino e cespugli, ad ogni passo sentì i rametti spezzarsi, i rumori e l'odore del bosco mi riempì orecchie e naso. Vagai a caso alla ricerca di impronte di lupi troppo grandi, o anche un rumore più strano del normale, ma quello che trovai fu il nulla. Sbuffai e mi sedei su una roccia, se non avevo neanche un indizio da dove iniziare, era inutile anche cercarli.

<< uffa! >> brontolai.

Improvvisamente sentì uno strano punzecchiare al mio occhio destro, mi girai e vidi qualcosa brillare hai piedi di un albero, mi alzai dalla roccia avvicinandomi alla pianta, mi inginocchiai, spostai un po' di rami e terra: un orecchino da uomo, di un argento puro, rotondo e semplice, brillava costantemente sotto la luce del sole. Mi alzai da per terra e misi l'orecchino, nella tasca del mio giacchetto di jeans, era pur sempre una traccia, una traccia che mi sarebbe stata molto utile. Visto che ero sicura che non avrei trovato niente di più, tornai indietro.

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