La città

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Dopo mezz'ora di viaggio arriviamo alla città. C'è tanta gente e una grande piazza.
"Ma come ti chiami? " Ho detto dopo un po' al mio accompagnatore.
" Mi chiamo Alberto " Mi risponde lui.
" Ciao. Io sono..."
" Innes. Lo so. Me l' ha detto il tuo amico parlante."
Man mano che ci avviciniamo la piazza diventa sempre più grande. Al centro c'è una grande bandiera del Messico. Non me l'aspettavo così grande. Anche i mie amici stanno guardando la grande città. Ora stiamo camminando per la piazza e Sandokan è sulla mia testa mentre Bertuccia è sulla mia spalla. Quando vivi chiusa dentro un orfanotrofio per ben 18 anni senza mai vedere la natura, le città,  la bellezza del mondo che ti circonda. Ogni cosa ti sembra grande e bella.
La città è piena di ristoranti e negozi di vario genere, ma Alberto  mi vuole portare a mangiare nel suo posto preferito. Tra i vari negozi ce ne è uno che vende armi,corde e divise da esploratori. Io devo entrare a tutti i costi. Ci potrebbe essere qualcosa di utile per me. Fuori alla porta c'è un cartello: Vietato l'ingresso ai cani. Per fortuna io non ho un cane!
Entrata nel negozio il commesso mi guarda con una faccia strana.
" Ciao sono Innes. Volevo fare un giro per il negozio" gli ho detto io.
Lui mi continua a fissare senza distogliere lo sguardo, ma non credo che sia interessato a me perché il suo sguardo è più di uno che ha appena visto un elefante che vola per mano ad un asino!
"Be, allora!?" Ho insistito io.
Finalmente il commesso distoglie lo sguardo e dice:
"Faccia pure."
Io comincio a guardare per il negozio. Ci sono spade di tutti i tipi: lunghe corte, sciabole , pugnali... io però non sono interessata alle spade. Poi vedo le divise da esploratore. Sembrano tutte da uomo. Così chiedo:
"Scusi. Non c'è una divisa da donna."
" No" risponde il ragazzo.
" Lo sa che possono esistere anche esploratrici femmine." Gli rispondo un po' alterata.
" Io non ne ho mai vista una " risponde lui senza nemmeno guardarmi in faccia. Che cafone penso io. Prima di uscire dal negozio compro una Rivoltella, una divisa e un cappello. Pago ed esco dal negozio. Fuori c'è Alberto che mi sta aspettando e io e lui ci mettiamo di nuovo a camminare verso il ristorante.
Spesso guardavo fuori dalla finestra dell'orfanotrfio sperando che qualcuno si fermasse alla porta e chiedesse di me o di adottare una bambina dai capelli rossi. Ma nessuno si è mai fermato lì ad aspettarmi.

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