Remember Me

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Mi svegliai presto quel giorno. Andrew non era vicino a me. Mi alzai a cercarlo e lo trovai nella terrazza. Indossava una maglietta a maniche corte bianca e aveva i capelli arruffati. Mi avvicinai a lui. "Tutto ok? Perché già sveglio?" Gli chiesi posando una mano sul suo braccio.

"Non va per niente bene" mi rispose spostandosi da me. Mi guardò negli occhi. Aveva delle grandi occhiaie, non l'avevo mai visto così. Stava male ed era colpa mia.

"Andrew. Mi dispiace per ieri. Hai ragione sono stata una stupida. Ma non credevo che sarebbe finita in quel modo" cercai di fargli capire che ero veramente dispiaciuta di averlo fatto preoccupare.

"Non è per quello che sono arrabbiato con te. Sono stanco delle bugie" mi rispose urlando le ultime parole.

"Di che stai parlando? In cosa ti avrei mentito?" Chi chiesi non capendo a cosa si riferiva.

"Cameron? La danza? Sul serio Maya? Vuoi che continui la lista?" I miei occhi continuava a guardare i suoi. Mi salì l'amaro in bocca. Sapevo che Sky non sarebbe stata capace di mantenere i segreti che le avevo raccontato.

"Sky ... " ringhiai io fuori di me.

"Qua non si sta parlando di chi me l'ha detto. Ma di te. Pensavo che mi dicessi tutto, che fossimo sinceri gli uni con gli altri. Ma non è così" serrata i denti e aveva i muscoli tesi dal nervoso.

"Non volevo deluderti. Per tutto questo tempo non ti ho detto niente perché volevo salvare ciò che pensavi su di me". Sentivo le lacrime bruciarmi gli occhi, ma le ricacciai dentro.

"Be' l'hai fatto... Mentire non è il modo migliore per far in modo di non deludermi".

"Andrew,sai anche tu che è stato meglio non dirtelo. Mi avresti detto che stavo sprecando tempo".

"Perché è così. Da quando in qua vuoi fare la ballerina?" Pensava di conoscermi, ma non sapeva niente di me.

"L'ho sempre voluto. Ma probabilmente non mi conosci quanto credi". Andrew si voltò dall'altra parte e poi torno a guardarmi negli occhi.

"Io so solo che questa Maya non è quella che ho conosciuto sei anni fa!" tutti e due restammo in silenzio. "Era tutto più semplice prima" disse infine. Aveva ragione tutto era più semplice quando c'eravamo solo noi due.

"Non sono stata io a cambiare le cose. Sei tu che ti sei allontanato da me" gli disse distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.

"Non è così. Sai quanto tengo a te" mi rispose cercando di fare la parte della vittima.

"Ma non abbastanza. Se no avresti capito che vederti con Sky mi faceva star male e che per me tu non eri un semplice amico, ma molto di più" la verità mi uscì senza accorgermene. Mi piaceva Andrew da quando avevo capito che persona splendida era. Mi piaceva vederlo giocare con l'anello che aveva al dito. Adoravo i suoi capelli spettinati, il suo sorriso che riusciva a mettermi di buon umore anche quando stavo male. Mi piaceva nascondermi tra le suo grandi braccia durante i nostri abbracci. Ma soprattutto era l'unico che mi faceva sentire speciale.

Andrew spalancò gli occhi e poi rivolse il sguardo di nuovo verso il cielo. "Maya ... Io ..." Non sapeva che dire ed era normale era la prima volta che gli rivelavo i miei sentimenti. Che ora non avevano più importanza.

"Va bene così. Ormai siamo andati avanti. Tu hai Sky e io sto conoscendo Cameron".

"Maya. Non voglio perderti, sei troppo importante. Non voglio neanche che quel Cameron ti faccia del male o ti porti via da me" mi disse avvicinandosi.

"Ormai sono parole buttate al vento. Le ho sentite troppo spesso, hanno perso valore. Ti chiedo solo una cosa. Lasciami vivere la mia vita. Tu sei andato avanti anche senza di me e devo farlo anch'io" mi allontanai da lui. La nostra conversazione era terminata. Mi girai e andai a casa per lavarmi e cambiarmi. Mamma era coricata e decisi di non svegliarla. Passai al mercato per prendermi una mela e poi andai alla Juilliard. C'era una cosa che dovevo fare prima di andare a scusarmi con Cameron per quello che era successo la sera prima. Cercai l'aula di musica sicura di trovarla lì, ma non c'era. Decisi di andare nello sgabuzzino a poggiare la borsa. Quel posto mi ricordava tantissimo Rosa, avevo bisogno di lei, dei suoi consigli e delle sue barzellette che ti strappavano un sorriso anche nel momento peggiore. Ma non c'era e me ne dovevo fare una ragione. Lo sgabuzzino non era vuoto.

Sedicenne Ribelle _ Sabrina Carpenter/Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora