La Pioggia porta Guai!

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Era una giornata piovosa. Il sole era nascosto dietro le nuvole grigie che ricoprivano il cielo di New York. Allungai una mano per cercare Andrew affianco a me. Ma non sentivo niente a parte le morbide coperte vuote. Decisi di aprire gli occhi. Mi guardai attorno, ma lui non c'era. Probabilmente si era svegliato presto. Mi alzai, andai a casa a lavarmi e a prendere dei vestiti puliti. La mattina il Bronx sembrava un posto tranquillo. La spazzatura si spostava per le strade spostata dal vento. Alcuni ragazzi erano in gruppo e fumavano vicino ad altre ragazze, che si reggevano ancora per poco sui tacchi troppo alti.

Quando entrai in casa, l'odore della muffa mi invase le narici. Mi abbituai in fretta a l'odore nauseante. Cercai di fare meno rumore possibile. Andai in quella che un tempo era stata la mia camera. Accesi la luce e aprì l'armadio, era vuoto e disordinato. Presi un maglione scolorito, un paio di jeans strappati, degli scarponcini e una vecchia cuffia nera. Andai a farmi una doccia. Faceva freddo ma sopportai l'acqua gelida che mi scorreva per tutto il corpo e speravo scacciasse i brutti pensieri. Mi cambiai e controllai se dentro il frigo ci fosse qualcosa. Trovai del latte, lo assaggiai un po' e lasciai il resto per mia madre, se si fosse alzata.

Sarei dovuta andare a prendere Sky all'uscita dalla sua scuola. Guardai l'orario. Erano le undici. Avevo ancora tempo prima di andare a prendere la metropolitana. Così decisi di andare nel parco abbandonato, dove resisteva anche se arrugginita un'altalena, mi sedetti lì e aspettai che il tempo passasse. Guardai il cielo nuvoloso, menomale aveva smesso di piovere. Il bel tempo resistette per poco, perché mezz'ora più tardi senti delle gocce sulle mani e decisi di andare a prendere Sky prima che la pioggia aumentasse.

Quando arrivai alla sua scuola ormai ero completamente bagnata. Mi riparai nell'ingresso della scuola e aspettai. Sky sarebbe uscita tra poco, con quel suo solito sorriso e i suoi bei capelli rossi. Un'ora dopo circa sentì il suono della campana. Stava ancora piovendo, speravo che almeno lei avesse un ombrello.

Vidi i suoi capelli rossi sotto un cappuccio peloso. Aspettai che mi venisse incontro, ma rimase ferma. Una ragazza dai capelli biondi e i vestiti firmati le si era messa davanti. vedevo che le diceva qualcosa ma io ero troppo lontana per capire cosa. 

Mi avvicinai. "Ti conviene non avvicinarti più a me. Sei patetica. D'ora in poi gira con una busta in testa, che fai meglio" la bionda si rivolgeva a Sky come se quello che le diceva fosse un ordine. 

Se pensava di parlare alla mia amica in quel modo e passarla liscia, si sbagliava di grosso. Sentì il sangue pulsare, mi avvicinai ancora di più a loro e mi misi di fronte a quell'oca dai capelli biondi. 

"Ti conviene rimangiarti quello che hai appena detto" le dissi senza distogliere lo sguardo dal suo. 

"Non so chi tu sia e non mi importa. Torna nella tua topaia. Sgualdrina da due soldi" mi rispose con uno sguardo soddisfatto. Non le diedi il tempo di andarsene, perché la spinsi per terra e inizia a colpirla con tutta la forza che avevo. Anche se avessi voluto fermarmi in quel momento non ci sarei riuscita. Si mise ad urlare e cercava di spingermi via, ma io ero più forte. Sky mi gridava di lasciarla e poi sentì qualcuno che da dietro mi tirò via e mi scaraventò per terra. Alzai lo sguardo per capire chi fosse, e allora vidi per la prima volta i suoi occhi verdi che mi osservavano. Quella fu la prima volta che incontrai Cameron.

Arrivò il preside della scuola, insieme ad altri professori che mi trascinarono in un ufficio. Tutti i mobili e le pareti erano bianche. Mi sedetti in una delle due sedie di fronte alla scrivania. Nella sedia del comando stava un uomo ormai di una certe età, che mi scrutava attentamente.

 "Lei signorina sarebbe?" mi disse con voce pacata. 

"È una mia amica" disse Sky senza lasciarmi il tempo di rispondere. 

Sedicenne Ribelle _ Sabrina Carpenter/Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora