You Can Make Difference

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"Mamma" la chiamai entrando in casa. Ero appena rientrata dal turno al Bar e non vedevo l'ora di farmi una doccia. Ma prima volli accertarmi delle condizioni di mia madre. Mi affacciai alla porta della sua camera, era coricata nel letto come tutti i giorni. Aprì gli occhi e mi fecce cenno di entrare.

"Dov'eri?" Chiese mia madre con un filo di voce. Mi prese una mano e la strinse tra le sue; mia madre non sapeva niente del mio lavoro, ma decisi di dirglielo, perchè ormai non aveva più senso avere segreti con lei.

"Ho trovato lavoro in un Bar notturno". Mia madre decise di liquidare l'argomento, ignorando la mia risposta.

"Ti conviene andare a riposare, si vede che sei molto stanca" mi disse dandomi delle carezze. Aveva perfettamente ragione, sapevo che con questo lavoro non avrei più avuto tempo, ma era proprio per questo che avevo accettato, in questo modo riuscivo a non pensare a quello che stava accadendo alla mia vita.

"Non posso. Tra un'ora ho le prove con Cameron e devo anche lavarmi". Mia madre alzò le sopracciglia in segno di sorpresa, e allora mi ricordai che mia madre non conosceva niente della mia vita. "Fra tre giorni parteciperò ad una gara di ballo" le dissi iniziando a spiegarle la situazione.

"Ballo? Questa mi è nuova. Da quando ti piace ballare?" Mi chiese sorridendo.

"Sinceramente è una novità anche per me!" Le dissi contraccambiando il sorriso.

"E chi sarebbe questo Cameron?" Continuò ad interrogarmi lei.

"Ci sarebbe tanto da dire su di lui. È il mio partner di ballo. È alto, con dei bellissimi occhi verdi e un sorriso da far invidia a chiunque. È scontroso e dolce allo stesso tempo, e credo, credo di essermi innamorata di lui!" Vidi gli occhi di mia madre farsi lucidi, era la prima volta che le raccontavo della mia vita.

"Mamma, non voglio perderti. Non ora che ti ho ritrovata" le dissi cercando di trattenere le lacrime. Ma alla fine sia io che mia madre ci ritrovammo abbracciate inzuppate dalle nostre lacrime.

Andai a lavarmi e cambiarmi. Ero già in ritardo per le prove, come al solito, così dovetti mettermi a correre per non perdere la metropilitana. Arrivai alla Juilliard sudata e stanca ancor prima di iniziare a provare. Quando entrai nell'aula di danza, mi accorsi che Cameron non c'era, però trovai la professoressa Harris.

"Buongiorno. Dov'è il suo partner? Siete in ritardo" disse con voce severa.

"Non so dove sia, probabilmente starà arrivando". Appena ebbi finito di pronunciare la frase, Cameron comparve nell'aula.

"Buongiorno" fece un cenno in direzione della Harris e poi venne verso di me e mi baciò cogliendomi di sorpresa. La Harris rimase sorpresa di quel gesto ma poi fece finta di niente.

"Su iniziamo!" Ci incalzò lei. Cameron mise la base e poi entrambi ci posizionammo per iniziare. Cercai di evitare lo sguardo della Harris e di concentrarmi solo sulle note.

"Pensavo che non l'avrei mai detto" iniziò la Harris sorridendo. "Siete stati fantastici!" Disse infine.

Cameron riprese finalmente a respirare, dopo aver trattenuto il fiato per tutto quel tempo a causa dell'ansia; venne verso di me e mi abbracciò, si vedeva lontano un miglio che era felice e vederlo così rendeva felice anche me. Dopo due ore di estenuanti prove decidemmo di fare una pausa.

"Domani andiamo a comprare i vestiti per la gara. Passare del tempo con te terrà la mia mente occupata. L'ansia mi sta letteralmente divorando" disse bevendo un sorso d'acqua.

"D'accordo. Ora devo parlare con una persona, ti dispiace se ci vediamo direttamente domani?" Gli chiesi dandogli un bacio.

"No tranquilla. Passo verso le dieci" mi diede un altro bacio e poi andai a cercare Sky. La trovai nel cortile della scuola, con le cuffie nelle orecchie. Mi avvicinai e mi accorsi che piangeva. Le tolsi una cuffia e quando mi vide si asciugò le lacrime.

Sedicenne Ribelle _ Sabrina Carpenter/Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora