Lo zero

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Ero in ritardo. Iniziai a correre. Anche la mattina le strade di New York erano sempre piene di gente. Salì nella metro che riuscì a prendere per un pelo. Come al solito arrivai tardi. Andai nello sgabuzzino per cambiarmi. Mi mancava Rosa. Il suo solito "Buongiorno Tesoro". Mi ripromisi di andarla a trovare dato che Sky sapeva dove abitava. Ma prima di entrare. Mi accorsi che ad aspettarmi c'era la professoressa Harris. L'ultima cosa che volevo alle 8.30 del mattino era sentire la sua predica, in cui si lamentava di doversi occupare della mia inutile presenza.

"Finalmente" si mise a sbuffare
Come suo solito. "Ragazzina ti devo parlare!" Eccola. Un'altra persona che non capiva che avevo un nome e mi affibbiava ridicoli nomignoli.

"Lo so. Sono in ritardo. Possiamo passare direttamente alla parte in cui mi dice che devo essere puntuale e la facciamo finita?!"

"Non sono qui per questo." Ero sorpresa. Di solito non mi rivolgeva la parola se non per sgridarmi. "Sono qui per farti una proposta che credo ti piacerà molto". Il suo entusiasmo era nascosto dietro strati di fondotinta.

"Io al suo posto non ne sarei così sicura! Di che si tratta?" Non mi interessava ciò che aveva da dirmi. Ma la lasciai parlare lo stesso.

"Ballerai insieme a Cameron. Credo che tu lo conosca già. Parteciperai come sua partner ad un concorso di hip hop".

"Sul serio? Cosa le fa credere che io sappia ballare meglio delle allieve che frequentano questa scuola?"

"Ci sono le telecamere. Ho visto come balli e sono sicura che vuoi due insieme vincerete".

"Io credo di no. Non ho intenzione di ballare con nessuno. La danza non fa per me." Non avrei mai ballato con una persona bipolare come Cameron. Poteva essere bello quanto voleva. Ma era anche egoista e frivolo. Gli importava solo l'aspetto esteriore e il conto in banca di una persona. All'inizio credevo che noi ci saremo potuti conoscere. Ma avevo poi capito che a lui non gliene importava niente di me. Quando era con gli amici mi prendeva in giro, faceva finta di non conoscermi e io sinceramente ero felice di ignorarlo allo stesso modo.

"Ascoltami bene ragazzina. Volevo essere gentile e chiedertelo con le maniere buone. Ma con le bastie a quanto pare non funziona" mi avvicinai e le puntai un dito contro. Nessuna delle due distolse lo sguardo dall'altra. "Tu vuoi bene alla signorina Sky. Non è così? Credo che non sarebbe bello se a causa sua la sua amica dovesse perdere la borsa di studio".

"Non oserebbe" le risposi trattenendo le mani lungo i fianchi strette a pugni.

"Io dico di si. Se lei non farà questa cosa, la sua amica potrà dire addio alla sua borsa di studio" ingoia l'amaro che avevo in bocca. Sapevo quanto contava per Sky studiare lì. I suoi genitori avevano fatto molti sacrifici per veder realizzato il sogno della figlia. Così abbassai lo sguardo in segno di resa. "Bene. Le prove iniziano dopo la pausa pranzo". Se ne andò. Volevo spaccare tutto, non potevo credere che mi avesse ricattata.

Durante la pausa pranzo Sky venne da me e così mi sfogai con lei. Ne avevo proprio bisogno. Ovviamente tralasciai la storia del ricatto. Non volevo che lei si potesse sentire in colpa.

"Maia è fantastico che tu abbia accettato. Potrai mostrare a tutti quanto sei brava. Ricorda che hai già me ed Andrew come fan numeri uno".

"Andrew non la pensa così. Lui crede che il ballo sia una perdita di tempo ed è per questo che non lo deve venire a sapere. Non voglio deluderlo un'altra volta"

"Come preferisci". Si vedeva che era rimasta delusa da quello che le avevo detto su Andrew. "Ehi, che ne dici se andiamo in mensa? Per non stare qui da sole!"

Sky mi allungò un braccio per aiutarmi ad alzarmi e poi andammo a braccetto verso la mensa. Sky cantava e io la ascoltavo. Da quando stava con Andrew sembrava più sicura di se stessa ed ero felice che il mio amico speciale la stesse aiutando a superare la sua timidezza. Ci fermammo nella porta della mensa. Dove lei mi trascinò dentro. Ci sedemmo ad un tavolo e continuammo a chiacchierare aspettando il suono della campana. Io e Sky ci alzammo in contemporanea per andare, lei in classe e io nello sgabuzzino a cambiarmi per le prove di danza più brutte della mia vita. Che tra l'altro sarebbero state anche le prime. Tutto era tranquillo fino a quando un'oca dai capelli biondi mi venne vicino rovesciandomi i resti del suo pranzo addosso.

"Ops. Scusa non lo fatto apposta. Ti ho confuso per il cestino della spazzatura" mi disse fingendosi dispiaciuta. Intanto io iniziai a pulirmi con alcuni tovaglioli che erano sopra il tavolo.

"Sai Emma. Se vuoi li do anche a te i fazzoletti. Così almeno ti puoi pulire la faccia. Anche a te sono venuti addosso con i resti del pranzo? Perché se quella è la tua faccia. Sei messa male, tesoro mio" le risposi alzando le sopracciglia e incrociando le braccia.

"Almeno Emma si può vantare di essere qualcuno. Tu chi sei? Sei un'intrusa, una nullità, sei zero e se fossi in te mi vergognerei di venire qua come se niente fosse. Non l'hai ancora capito il tuo posto è lo sgabuzzino". Penso che se quelle parole fossero uscite da una bocca qualunque non ci avrei fatto molto caso. Avrei girato la faccia e me ne sarei fregata. Ma il fatto che fosse stato lui a dirle mi dava il tormento e non riuscivo a mandarle giù. Cameron aveva toccato il mio punto più debole. Agli occhi di tutti apparivo come una nullità. Anche mia madre mi considerava così. Io stessa mi sentivo così. Cercavo di fare la ragazza dai sentimenti di ghiaccio per non essere ferita. Ma lui era riuscito a creare un buco in quel muro che mi ero costruita in tutti quegli anni. Non gli avrei mai dato la soddisfazione di vedermi piangere.

"Forse hai ragione. È vero. Sono lo zero. Ovvero colei che viene considerata solo da poche persone. Perché solo poche persone ritengono importante. Però sai cosa succede se moltiplichi lo zero ad un qualsiasi altro numero? Lo zero rimane e l'altro numero no. Perché è come se lo facesse scomparire. Quindi credo che non ti convenga metterti contro di me. Non hai idea di quello che potrebbe succedere" feci un cenno a Sky che venne via con me.

"Come stai?" Mi chiese appena uscite dalla mensa.

"Bene" mentì io.

La verità è che non stavo bene. Non volevo andare alle prove. Avrei dovuto affrontare lo sguardo di Cameron un'altra volta. Sapevo solo una cosa: solo una persona ne sarebbe uscita indenne da quella storia e quella sarei stata io.

-Per quanto difficile possa essere la vita c'è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi.- Stephen Hawking

-Non credo che le persone cambino. Diventano solo più brave a nascondere la propria natura.- Pretty Little Liars

Sedicenne Ribelle _ Sabrina Carpenter/Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora