Cameron mi stava aspettando fuori dalla sua Porche. Aveva gli occhiali da sole e i capelli pettinati alla perfezione. Lo salutai e lui rispose con un cenno della testa, poi entrò in macchina e io feci lo stesso.
"Scusa il ritardo" gli dissi entrando in macchina. Si girò verso di me e poi accese la macchina. Immaginavo fosse arrabbiato. Parlando con Tyler mi ero dimenticata di tener d'occhio l'orario.
Cameron continuava a stare in silenzio e per tutto il viaggio la situazione non cambiò. Così decisi di accendere la radio per riempire il silenzio che ormai si era creato. La musica partì a un volume altissimo, feci per abbassarla, ma Cameron mi precedette e la spense del tutto.
"Perché l'hai spenta? Vuoi farmi i dispetti?" Gli chiesi iniziando ad infastidirmi del suo comportamento. Lo guardai ma lui non rispose. Odiavo quando si comportava come un bambino. "Cresci un po' Cameron!" La sua espressione diventò più dura e all'improvviso frenò con la macchina, dietro per fortuna non c'erano macchine. Si parcheggio in uno spiazzo lì vicino.
"Scendi" mi disse con voce cupa. Preferivo quando stava in silenzio. Vide che non mi muovevo. "Scendi dalla mia macchina". Era fuori di sé, continuava a guardarmi, gli occhiali da sole mi impedivano di guardarlo negli occhi, lui intanto continuava a gridarmi di scendere. Alla fine scese lui e venne ad aprirmi lo sportello. Decisi allora di scendere dalla macchina.
"Che ti prende? Sei impazzito?" gli gridai tenendolo per un braccio. Lui cercò di divincolarsi ma io non mollai la presa.
"Sono stanco, stanco di venire sempre dopo gli altri, stanco perché vorrei essere importante agli occhi di persone a cui non gliene frega niente di me" mi disse fuori di sé.
"Credi che non me ne freghi niente di te? Perché non è così. Sennò non sarei qui, credimi" non sapevo se con quelle parole volevo convincere lui o me stessa, sapevo solo che non volevo lasciarlo andare.
"Non so più a cosa aggrapparmi per restare, per credere che tra noi ci sia qualcosa, non ce la faccio più così, devi fare chiarezza con i tuoi sentimenti" mi disse più calmo. Entrambi rientrammo in macchina. Continuammo il viaggio, ma come se fossimo in due pianeti diversi, lontani.
"Ho preparato una sorpresa. Dato che ormai siamo qua, lasciamo perdere ciò è appena successo" mi disse scendendo dall'auto e io lo seguì. Entrammo in quello che sembrava uno sgabuzzino, tutto era buio. Cameron si allontanò da me e poi improvvisamente le luci si accesero e capì dove mi trovavo. Ero sul palco di un teatro, le sedie di fronte a me erano vuote. Me le immaginai occupate... Era una bella vista.
"Ti piace?" mi girai verso di lui e annuì con la testa.
"Perché mi hai portata qua?" Gli chiesi ancora incantata dal quel posto.
"Perché è qui che dovresti essere ed è così che dovresti sentiti per tutta la vita!"
Cameron si avvicinò a me. Gli levai gli occhiali da sole e guardai i suoi bellissimi occhi verdi.
"Ho sempre pensato che l'amore fosse una cosa inutile. Ma poi sei piombato tu nella mia vita e tu sei completamente diverso da come ti immaginavo. Sei cinico e scontroso, impossibile. Ma la verità è che litigare con te è la cosa più bella che sia potuta capitarmi. Forse l'amore esiste, perché sono quasi certa di essermi innamorata di te" gli dissi continuando a guardare i suoi bellissimi occhi verdi.
Cameron mi guardò un attimo e poi posò le sue labbra sulle mie. Quel bacio fu completamente diverso da come l'avevo immaginato , era cento volte meglio, c'era rabbia, gioia, desiderio e tutti i sentimenti repressi per troppo tempo.
Si fermò, sorrise e poi continuò a guardarmi.
Dopo aver passato tutto il giorno insieme, Cameron mi riaccompagnò a casa. Tutti e due ci salutammo con un bellissimo sorriso stampato in faccia. Almeno il suo ricordo mi avrebbe aiutata a superare quello che stava capitando nella mia vita.
Una volta a casa, corsi a prendere la divisi: che comprendeva un vestitino che arriva poco sotto il sedere ma con le maniche lunghe. Mi diressi al Bar per il mio solito turno, mi cambiai e poi iniziai a prendere le ordinazioni ad alcuni signori di mezza età che si erano riuniti lì per vedere la partita e godersi lo spettacolo di qualche ragazzina mezzo nuda.
Oggi il Bar era più pieno del solito. Oltre ai soliti gruppi c'erano anche volti nuovi e quasi ognuno di loro era già abbastanza ubriaco.
"Una birra, grazie" mi girai verso la voce col boccale di birra e mi sorpresi di trovarlo lì. Sorrise e si mise a ridere. Gli porsi la birra.
"Che ci fai qua, Tyler?" Gli chiesi ancora incredula di averlo di nuovo davanti a me.
"Niente. Tu che ci fai qui? Non che mi dispiaccia vederti con addosso quel vestitino" mi disse strizzando l'occhio. Gli diedi un colpo al braccio e mi sedetti nello sgabello accanto al suo.
"È strano vederti di nuovo qui. Cioè non fraintendere, mi fa piacere. Ma, mi hai lasciata senza parole" dissi senza riuscire a formulare una vera frase di senso compiuto.
"Ho solo pensato che sarebbe stato bello tornare alle origini" continuava a guardarmi. Cercavo di capire perché era realmente tornato. Quando riesci a scappare dal Bronx è raro volerci tornare.
"Sai ho pensato molto a questo momento davvero, pensavo, che mi direbbe Tyler se dovessi rivederlo? Insomma se n'è andato senza nemmeno una parola, niente, e sono passati sei anni. Non una telefonata il nulla. Quindi probabilmente non te n'è mai fregato niente di me. Ho immaginato centinaia di situazioni, centinaia di frasi che avresti potuto dire. Ti confesso che in questo momento sono davvero curiosa di sapere perché sei tornato!" rimase in silenzio "Sto aspettando"
"Sono qui per te. Dovevo rivederti" mi disse tutto d'un fiato. Adesso quella a rimanere in silenzio ero io. Non so perché, ma sentirmi dire quelle parole che per tanti anni avevo aspettato non mi fece nessun effetto.
"Tyler, la mia vita ora è cambiata, io sono cambiata e per quanto sia felice di vederti". Non trovavo le parole. "Mi sono innamorata!" Era la prima volta che rivelavo i miei sentimenti.
Tyler mi abbracciò. "Sono felice per te. Ho sempre voluto il meglio per la mia fidanzatina" disse ridendo. "L'amore è tutto ciò di cui hai bisogno. Ne hai passate tante. Hai bisogno anche tu di essere felice" disse dandomi un bacio sulla testa.
Lo vidi andarsene di nuovo, ma quella volta fu per sempre.
-La vita è strana, non ti pare? Proprio quando credi di aver calcolato tutto, quando finalmente cominci a fare progetti, ti senti elettrizzato e credi di sapere quale strada prendere, proprio allora quella strada devia, i punti di riferimento cambiano, il vento si mette a soffiare in un'altra direzione, il nord diventa improvvisamente sud, l'est diventa ovest, e ti senti perduto. È talmente facile smarrire il cammino, perdere l'orientamento.- Scrivimi Ancora
-So che per qualche motivo, ogni passo che ho fatto da quando ho imparato a camminare, era un passo verso di te!- I passi Dell'amore
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Sedicenne Ribelle _ Sabrina Carpenter/Cameron Dallas
FanficMaya (Sabrina Carpenter) è una ragazza che vive per strada. Non crede nell'amore e che deve accettare di convivere con i pregiudizi degli altri. L'unica persona che le è sempre stata accanto è Andrew (Douglas Booth). Maya non ha mai avuto altri amic...