Capitolo 17

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Ero felice di aver detto la verità ai miei amici: mi ero veramente tolta un peso dallo stomaco.
Ed era stra-contenta del fatto che non l'avevano presa come pensavo: non mi avevano esiliata, non facevo loro paura, non mi reputano un mostro.
Anche se io lo ero...
Ma non avevano accettato il fatto che io uscissi con il biondo Serpeverde: mi evitavano quando ero in giro con lui e ciò accadeva spesso. Ma quando ero sola tutto era come prima.
Quella sera si teneva l'altra, nonché penultima, sfida del torneo.
Essere il prescelto di Grifondoro dava un senso di importanza ma anche di paura: se avessi sbagliato, tutta la mia casa c'è l'avrebbe avuta con me.
La prova era semplice: dovevamo trovare di sera nell'immensa Foresta Proibita un moliccio e affrontarlo gridando "Ridiculous".
Appena ci diedero il via, ci dividemmo in 4 direzioni differenti e ci innoltrammo nel posto, a parere mio, più brutto del mondo magico!
Non ci volle molto a vedere il mio bersaglio, si trovava solo qualche metro più in avanti di me.
Ma notai che anche gli altri lo adocchirono, allora lo lasciai andare: avevo un piano.
Tutti noi eravamo nascosti in senso circolare dietro 4 alberi diversi e nessuno aveva visto gli altri.
Beh, nessuno tranne me.
I tre si prepararono a schiantare il moliccio e al'improvviso ci furono 3 luci andare ognuna verso una persona diversa.
Si erano schiantati a vicenda quegli stupidi.
Ora eravamo solo io e il moliccio che, non sapendo dove scappare si era limitato a girare intondo.
Appena mi avvicinai si trasformò in una scena orribile: c'era mio padre che puntava una pistola verso mia madre e lei impaurita urlava attaccata ai pannelli della cucina.
E ad un certo punto, uno sparo. L'aveva fatto davvero. Aveva sparato contro mia madre.
Non feci a meno di piangere. Ma il mio orgoglio da vampiro mi incitó a gridare un singhiozzato "Ridiculous!"
La scena cambiò: vidi mia madre reagire tirando un calcio a mio padre e cominciare a picchiato di brutto!
Risi. In verità la scena non faceva ridere ma vedere mio padre farsi male era la più grande soddisfazione per me.
"Victoria, c'è l'hai fatta!" era Silente seguito dai miei avversari per la competizione, un po' confusi per lo schiantesimo di prima.
"E già!" dissi ancora con le lacrime agli occhi.
Ci incamminammo insieme verso la scuola e io istintivamente mi avvicinai a Draco.
"Che cosa c'è, tesoro?"
"Ti ripeto di non chiamarmi 'tesoro' e comunque niente." singhiozzai.
"In cosa si era trasformato il moliccio appena ti ha visto?"
Aveva capito subito a cosa mi riferivo ma non avevo intenzione di dirglielo.
Corsi in camera mia augurando una veloce "Buonanotte" a tutti quanti.
Mi sedetti sul letto e guardai le mie amiche: stavano dormendo.
E in effetti anch'io avevo sonno: era quasi l'una.
Teoricamente dovevo restare alzata come ogni sera ma ero troppo stanca per stare in piedi ancora un po'.
Mi misi velocemente il pigiama e mi infilai sotto le coperte ma prima di andare a dormire osservai la foto che c'era sul mio comodino.
Ritraeva me, mamma e papà: la mia 'famiglia', tra virgolette.
Affermai un: "Sei un bastardo, papà!" mentre la strappavo.

FIGLIA DI DRACULADove le storie prendono vita. Scoprilo ora