Il giorno dopo Martina, che doveva stare con Angelina, decise di andare in biblioteca e di tornare per le 14:30 circa al sepolcro dove lei e Benedetta avrebbero preparato i bagagli per andare da Angelina. Non sapeva bene cosa andava a fare in biblioteca, ma la confortava sempre quel luogo che profumava di carta e mistero. Martina adorava quel profumo: era l'unica cosa che la facesse stare veramente bene, dopo di Finnik: lui sapeva di tutte le cose che Martina adorava: di libri nuovi, lui aveva il profumo di notti d'estate, ma, soprattutto, lui sapeva di buono, di caldo, come il pane appena sfornato. Sì. Lui era come il pane. Buono. Come...STOP! Non doveva pensare a Finnik. Era venuta in biblioteca proprio per questo: ma si sbagliava. Lì tutto sapeva di lui. I libri. La lieve musica di sottofondo. Il mormorio sommesso degli amici che leggevano insieme... All'improvviso sentì un'ondata di nausea e si precipitò fuori per respirare l'aria fresca...e invece...andò a sbattere contro nientemeno che contro...Finnik. Cercò di fuggire via ma lui la fermò prendendola per le braccia e la guardò negli occhi.
"Cos'è che ti preoccupa tanto?" le chiese dolcemente: come se non avessero mai litigato, come se quella settimana fosse stata spazzata via dal vento.
"N-nien-" cercò di dire Martina ma lui la interruppe.
"Hai quella sottile ruga sul naso, quella che ti viene solamente quando sei preoccupata per qualcosa..." era sempre così attento! Martina avrebbe voluto spiegargli tutto ma...
"Mi stai forse seguendo?" chiese Martina più fredda di quanto avrebbe voluto essere.
"Sì." rispose Finnik "E no." concluse con un sorriso. Martina sbuffò.
"Non ho tempo da perdere, io, devo andare." disse cercando di sottrarsi alla sua stretta. Lui, tenendola ben salda, le disse: "Facciamo un patto. Io non ti chiedo perché sei preoccupata, perché vieni a scuola un giorno sì e l'altro no, e tu vieni con me senza cercare di scappare."
"E, sentiamo, dove vorresti portarmi?" chiese Martina, sempre più insicura.
"Sulla cima del mondo." le rispose Finnik di rimando con un sorriso.
**********
Non riuscivo a crederci: mi ero fatta convincere nonostante sapessi quanto fosse pericoloso! E se lui avesse iniziato a sospettare di qualcosa? Se avesse iniziato a capire cosa stava succedendo a me e alle altre? E se, in quello stesso momento, lo stessi contagiando?
Fin mi prese la mano. "Va tutto bene? Sembri sovrappensiero."
Mi si strinse il cuore vederlo ancora così premuroso dopo tutte le cose orribili che gli avevo urlato...mi faceva sentire così in colpa! Io lo sapevo cosa aveva passato e gli avevo distrutto le poche certezze che aveva. Ero un mostro! Mi odiavo da sola.
"No, no, va tutto bene..." mentii. Mi sforzai di sorridere "allora, dov'è che stiamo andando?"
Lui mi indicò la cima del palazzetto al quale ci stavano avvicinando: "Lassù." mi rivolse un altro dei suoi splendidi sorrisi. "Vedrai, ti piacerà."
**********
Quando arrivarono in cima le si mozzò il fiato in gola. Da lì si scorgeva tutta la città immersa nella bruma mattutina, con il sole che faceva capolino da dietro ai grattacieli. Martina si appoggiò alla ringhiera presente sul tetto del palazzo e rimase lì. Immobile.
Finnik la guardò. Era bellissima!
Il sole le illuminava il viso incorniciato da quei capelli d'oro così fini da sembrare seta. Le sue labbra erano ancora semi-dischiuse nello stupore provato nel vedere quel paesaggio mozzafiato. E i suoi occhi! Quegli oceani grigi senza fine! Così affamati di ogni cosa che vedevano! Sembravano volessero contenere il mondo intero talmente erano spalancati.
Gli sfuggì un sorriso, subito rimpiazzato però da un espressione seria. Perché era così preoccupata? Cosa gli nascondeva? Le aveva detto che non voleva saperlo, ma la verità era che aveva paura che lei scappasse di nuovo o peggio: che gli parlasse con quel tono distaccato dicendogli parole di ghiaccio. Se le importava qualcosa di lui perché non lo rendeva partecipe come sempre? Perché, se non le importava niente, era salita fin lassù con lui, allora?
In quel momento Martina si girò verso di lui e sorrise. Era da così tanto che Finnik non vedeva quel sorriso! Quel sorriso che riservava solo per lui e a nessun altro. Di quei sorrisi lui custodiva ogni ricordo in un angolo speciale del suo cuore.
"Cosa c'è?" gli chiese l'amica tenendo sempre quel sorriso sulle labbra.
"Niente. È solo che..." arrossì.
"Cosa?"
"Sei bellissima." concluse Finnik in un sussurro. Martina arrossì violentemente. In quel momento non avrebbe voluto far altro che piegarsi su di lei per darle un bacio: e così fece. Si piegò su Martina e cercò le sue labbra, ma lei all'ultimo gli poggiò un dito sul mento.
Lei alzò lo sguardo verso di lui, serio.
"L'hai comprata di nuovo, vero?" Finnik si sentì gelare il sangue nelle vene.
"Cosa te lo fa pensare?"
"Ti conosco. Ti ho già visto in quello stato" lui non rispose. Nel momento che seguì ci furono varie cose in contemporanea. Finnik che guardò Martina con gli occhi che le dicevano che era colpa sua se era successo di nuovo. Lei che abbassò lo sguardo, in colpa e poi, senza preavviso, se ne andò correndo giù per le scale e sparendo nel caos mattutino della città. Lui che cercò di seguirla ma uno stupido semaforo rosso gli impedì di raggiungerla. Il ragazzo si prese la testa fra le mani, disperato. E ora? Come avrebbe reagito Martina? Aveva capito che non era stato fedele alla promessa. L'aveva ripresa. Non lo avrebbe mai perdonato.
Eppure...
**********
Martina si appoggiò al muro della biblioteca e cercò di riprendere fiato e di fare chiarezza nei suoi pensieri. Perché lo aveva respinto? Perché gli aveva permesso di portarla lassù? Perché lo aveva respinto? Perché non gli aveva detto la verità? Perché l'aveva ripresa? Non si erano fatti una promessa? Perché lo aveva respinto? Però...non era colpa sua se l'aveva comprata? Lei sapeva che quelle parole gli avrebbero fatto male, ma le aveva dette lo stesso. Ma, soprattutto, perché diavolo lo aveva respinto?!? Non era forse il momento che aspettava da quasi quattro anni?!? Perché gli aveva impedito di baciarla?!?
Forse perché avevi paura che si accorgesse di quanto sei cambiata: di quanto ti sei trasformata! Le disse una voce dentro di lei.
Forse era per la "felicità"...pensò
Eppure...

STAI LEGGENDO
TRAMONTO
Mister / ThrillerE mi diceva di lasciarmi andare, che sarei stata libera, e io sapevo che mentiva, ma la tentazione era troppo forte... ********** Martina è una ragazza come tante: con due fantastiche amiche e un ragazzo di cui è follemente innamorata; epp...