Mercoledì toccava a me andare a scuola così, verso le sette, m'incamminai dal sepolcro fino a casa di Angy chiedendo al padre se potevo usare il bagno. Quando vi entrai mi guardai subito allo specchio: mi sentii svenire. Facevo paura. Sembravo un mostro! Forse lo ero veramente, in fondo...e lo sapevo.
La pelle era di un colore grigio-verdognolo, così simile a quella di Angelina da farmi rabbrividire; i canini spuntavano dal labbro superiore spaccandomi le labbra macilente. Le guance erano scavate. Le occhiaie profonde. L'unica cosa invariata erano gli occhi. Lucidi. Facevano impressione su quel teschio che era diventata la mia faccia. Sospirai e mi misi all'opera: dovevo almeno sembrare umana...
Non venne un capolavoro, sembrava che non dormissi da qualche giorno, ma almeno non si capiva che ero un mostro.
Il problema era come evitare di contagiare tutti.
Benny mi diede la risposta: "Sii invisibile, stai lontano da tutti: il virus si passa solo se si sta tanto a contatto con la persona affetta, lo è per qualunque virus." Chissà come faceva a sapere tutte quelle cose sul virus...
Invisibile. Okay. Fai un bel respiro, Marti. Inspirai. Si comincia. Espirai. Ed entrai a scuola.
**********
Le ore sembravano non finire mai. Non ascoltavo minimamente il professore, non mi interessava. Come poteva importarmi di sapere come risolvere le equazioni se non sapevo neanche come sopravvivere quando il virus avrebbe preso il controllo di me? E poi se io e Benny avessimo perso la lucidità cosa sarebbe successo? Avremmo distrutto l'umanità? Questi pensieri continuarono a ronzarmi nella testa...se avessi detto a Finnik come stavano le cose...? No. Il virus avrebbe potuto contagiare anche lui. Come fare allora? Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi neanche che fosse suonata la campanella della fine delle lezioni. Uscii e in corridoio vidi...Mi girai dall'altra parte: Finnik stava vicino alla porta: e mi guardava...gli passai accanto alla velocità della luce, ma lui fu ancora più veloce. Mi afferrò per il polso e mi tirò a sé: mi sentii avvampare, eravamo vicini...troppo vicini...il virus! "Marti..." cominciò lui ma non potevo restare lì ad ascoltarlo benché lo volessi con tutta me stessa. "S-scusa m-ma devo an-andare!" e scappai via.
Mentre correvo mi girai. Era ancora lì. Nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato. E mi guardava. Mi si strinse il cuore: e se...! Scrollai la testa non dovevo distrarmi.
**********
A Finnik sfuggì una lacrima. Niente. Lei lo odiava. Forse non le era mai importato nulla di lui. Forse lo aveva già sostituito con un altro ragazzo più disponibile e meno impiccione. Ma non lo capiva che lui si preoccupava solo per lei? Che l'unica cosa che gli premeva veramente era che lei fosse serena e felice? Possibile che lo conoscesse così poco da dargli dell'impiccione? Lei sapeva cosa aveva passato lui, tutto il male che gli avevano fatto, possibile che non capisse che lei era il suo unico pilastro che gli impediva di cadere di nuovo? L'unico motivo per cui non si rifugiava nella "felicità". L'unico motivo per cui continuava a lottare nonostante non avesse più nessuno, nonostante avesse perso tutto e tutti. Perché lei era rimasta. Era rimasta quando lui era caduto ed era affondato in quel mare di desolazione e disperazione. Era rimasta e lo aveva tirato fuori e lui si era fidato, si era appoggiato, e il risultato? Che ora stava cadendo. Di nuovo.
Eppure...
**********
Quando arrivai al sepolcro Benedetta mi stava aspettando.
"Ehi, Marti!" disse sorridendo, ma cambiò subito faccia non appena vide la mia faccia. "Che è successo??"
"Niente." dissi, sforzandomi di sorridere. "Sono solo un po' stanca, è stata una giornata lunga...a te com'è andata con Angy??" non l'aveva convinta: lo capii subito, ma dal momento che Benny è incapace di non rispondere ad una domanda che la riguarda, ero salva. Almeno, per il momento.
"Al solito. Ha cercato di mangiarmi tutto il tempo finché non l'ho legata: e poi ho controllato quello che mi hai detto, sai, sulla nostra trasformazione..." abbassò gli occhi.
"Eeeh...?" la spronai.
"Eeeh niente! Hai ragione, stiamo assomigliando sempre di più a lei..."
"Ma...?"
"Ma...che ci succederà di notte?? Perderemo la lucidità anche noi?? Oppure la manterremo sempre?? E se non rimanessimo lucide mai?? Né di giorno, né di notte?!?"
Mi accorsi che stava per sclerare: se c'è una cosa che Benedetta odia (dopo l'essere ignorata, ovvio!) è non sapere le cose. La fa andare fuori di testa!
"Non lo so..."
"DEVI saperlo!!!"
"NON LO SO, BENNY, OKAY?! CREDI CHE IO NON SIA SPAVENTATA?! CREDI CHE IO NON ABBIA PAURA?! CREDI CHE IO SIA TRANQUILLA SAPENDO CHE STIAMO DIVENTANDO, ANZI, CHE SIAMO GIÀ DEI MOSTRI?!" mi ritrovai ad urlare anche se non avrei voluto: ma sembrò avere l'effetto desiderato e Benedetta si calmò.
"Scusa, è solo che... credo che tu sia più avanti nella trasformazione..."
"A me sembra proprio il contrario a sentire quante cose sai!" sbottai io.
"Forse...forse è meglio se rimaniamo da sole, sai, almeno finché la mutazione non sarà terminata per tutt'e due..." disse Benny titubante.
"Sì, credo sia meglio per la salute mentale di entrambe."
Annuì e, dopo aver concordato come fare per scambiarci i turni, se ne andò.
Martina, rimasta sola, si appoggiò al sepolcro.
Sono sola pensò. Per davvero.
Eppure...
Eppure, non poteva immaginare quanto si sbagliasse.
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TRAMONTO
Mystery / ThrillerE mi diceva di lasciarmi andare, che sarei stata libera, e io sapevo che mentiva, ma la tentazione era troppo forte... ********** Martina è una ragazza come tante: con due fantastiche amiche e un ragazzo di cui è follemente innamorata; epp...