Capitolo 15

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Venerdì.

Ultimo giorno della settimana.

Odiavo quel giorno tempo fa.

Non potevo stare con Finnik.

Il weekend era il momento in cui tutta la famiglia andava in montagna: io, mia madre e (in teoria) mio padre e mia sorella.

Dico "in teoria" perché mio padre sta sempre attaccato al cellulare per lavoro, e mia sorella pure perché parla con le amiche tutto il giorno.

Mia sorella ha vent'anni.

Alta. Bruna. Occhi verdi. La combinazione perfetta.

Non vive a casa nostra.

Cioè in teoria, sì, in pratica ha sempre altro da fare.

Io sono invisibile.

Non esisto.

Neanche mamma esiste.

Siamo sole.

Sole insieme.

Ci si abitua in fondo, dopo dieci anni.

DRIIIIIIIIIINNNN!

La campanella mi scosse da quei tristi pensieri.

Mentre entravo a scuola scorsi Finnik non molto lontano da me.

Arrossii involontariamente ripensando al giorno prima.

Ma...c'era qualcosa che non andava...mi sforzai di capire cosa, ma non riuscivo a mettere a fuoco cosa.

Mi ci vollero due ore, ma durante l'intervallo, quando lo rividi, capii.

Mi sentii svenire.

Aveva la pelle d'amianto.

Le labbra macilente.

Gli occhi lucidi.

L'avevo infettato.

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