Capitolo 24

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Mi svegliai al buio. Qualcosa mi impediva di muovermi e avevo un mal di testa atroce. Sentii qualcuno gemere poco lontano da me.

"Fin? Sei tu?" sussurrai per paura di attirare l'attenzione della Voce. Nessuna risposta. Dovevo liberarmi da quelle catene. Iniziai a far scivolare le braccia, se solo fossi riuscita a liberare le mani! Gli artigli avrebbero spezzato quegli anelli di metallo in un attimo! Voci. Passi che risuonano. Mi bloccai. L'orecchio teso per capire se venivano verso di me. Una luce si accese.

"Ah bene, la nostra combina-guai si è svegliata." mi raggelai. Quella non era la Voce era...No impossibile, non poteva essere, dopo tutto quello che avevamo passato...! Mi mancava il respiro. Non volevo aprire gli occhi e vedere che avevo ragione, vedere che avevo sbagliato tutto, vedere che ero stata una stupida che nonostante i dubbi e i sospetti non avevo mai voluto vedere la realtà. Un pugno. Sentii il sapore del sangue. Era il momento di affrontare la verità, così aprii gli occhi. Sopra di me si stagliava Benedetta con un ghigno perfido in volto. Sentii un moto di nausea, non sono una che odia le persone ma per lei provavo solo puro odio e disprezzo. Le sputai il sangue in faccia e provai davvero una gioia immensa.

"Razza di..."

"Via, bambina non agitarti, ormai è in nostro potere." guardai dietro Benedetta. Eccola. La Voce che per giorni aveva sussurrato dentro di me, fino a farmi impazzire, la vedevo, finalmente, era lì. Non fui neanche sorpresa, quasi come se il mio inconscio lo avesse sempre saputo chi era, ma non avesse mai voluto accettarlo. Sara Fiorini, la madre di Benny mi fissava. Sorrise freddamente.

"Stupita?" scossi la testa. "Beh il tuo amico sì, ha fatto una faccia quando ha scoperto che ero io. A proposito..." disse guardando la porta "Qualcuno dovrebbe svegliarlo..." Angelina tirò un calcio a un corpo inerme al mio fianco che gemette più forte. Finnik sputò sangue e aprì gli occhi.

"Come va, piccola? Ti hanno fatto male?" sussurrò sfiorandomi la bocca. Mi chiesi come facesse a stare così calmo anche se era circondato da mostri, la sua unica alleata compresa. Scossi la testa e gli sfiorai la mano. Venimmo sollevati di peso da quello che un tempo doveva essere il padre di Benedetta e messi a sedere.

"Non volete sapere cos'è successo veramente? Voi sciocchini siete caduti dritti dritti nella mia trappola," la sua voce melliflua mi dava la nausea "Una spiegazione ve la meritate, immagino." si prese una sedia e si sedette di fronte a noi, Angelina, Bernardo e Benedetta dietro di lei come guardie del corpo. Immobili. Gli occhi vitrei.

"Dunque è iniziato tutto dodici anni fa. Io e mio marito eravamo due stimatissimi scienziati," gonfiò il petto fiera "i migliori al mondo, e stavamo lavorando a un siero capace di immunizzare le persone da qualsiasi malattia o malformazione, un siero capace di rendere gli esseri umani perfetti!" sospirò "Purtroppo quello stolto di mio marito voleva prendersi tutto il merito, diceva che a una donna non avrebbero dato retta e che, anzi le avrebbero dato della pazza." rise sguaiatamente "Della pazza a me?!  A me  che avevo avuto l'idea? A me  che ero riuscita a fare il primo abbozzo, se non fosse stato per me  lui non avrebbe saputo nemmeno da dove partire e voleva prendersi il merito di una cosa che era mia e soltanto MIA?!" tirò un calcio a uno sgabello che volò dietro di noi, frantumandosi contro la parete "Dovevo fargliela pagare in qualche modo. Lui era così arrogante che non sospettò di nulla. Per cui il giorno della prova sul corpo umano lo convinsi che sarebbe stato meglio provarlo su se stesso che su gli altri, perché tanto avevamo visto che funzionava perfettamente sugli animali e lui accettò. Non sapeva che io avevo inserito all'interno del siero un potentissimo virus geneticamente modificato e un microchip in grado di controllarlo a distanza." scoppiò a ridere, gli occhi fuori dalle orbite. In quel momento faceva più paura lei di qualunque macchina assassina "La sua faccia quando si accorse dei mutamenti che stava subendo il suo corpo fu impagabile! Era terrorizzato poverino! Poi mi iniettai il vero siero nel corpo, che, ovviamente, funzionò. Lo rinchiusi qui, nella cantina, dove lo tenevo prigioniero. Dopodiché denunciai la sua scomparsa alla polizia e dissi a Benedetta che papà non c'era più e che era in posto strano, migliore in un certo senso. Per dodici anni non accadde niente ma poi..." guardò male il marito dietro di lei "iniziò a ribellarsi al mio controllo. Una volta scappò perfino di casa, stava cercando sua figlia e la trovò, purtroppo però c'era anche Angelina e, quando vidi cosa stava succedendo, ripresi il controllo e gli feci infettare la ragazza" indicò Angy "così che la contagiasse. La sera successiva spiegai cos'era successo a Benedetta e le dissi che se non voleva farmi arrabbiare avrebbe dovuto fare finta di stare dalla vostra parte e che doveva far sì che tu" disse guardandomi "venissi contagiata, quando poi si accorse di aver contratto il virus le spiegai cosa sarebbe successo e le dissi che una volta trasformata avrei preso io il controllo del suo corpo. Anche se mi aveva detto che lo avrebbe fatto oppose molta resistenza prima di cedere al mio comando." ero senza parole. Quindi Benny non c'entrava niente, insomma in buona parte e neppure il padre ma...

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