Il weekend fu uno strazio. Durante il giorno Benedetta andava in città credendo di avere ancora una vita normale, ma Martina non ci riusciva: passò giorno e notte in quel lugubre sepolcro. La notte Benedetta e Angelina andavano a caccia, durante quelle lunghe ore Martina si incatenava nel sepolcro per evitare di uccidere qualcuno...
Il Lunedì si incamminarono verso scuola. Si scambiarono uno sguardo. Sarebbero state sole. Erano in classi diverse. Si guardarono un'ultima volta, poi ognuna andò nella propria classe.
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Tortura. Questa era la scuola per me. Cosa poteva importarmi in quel momento sul perché Dante avesse scritto la Divina Commedia se avevo appena scoperto che di notte ero una temibilissima macchina assassina? Niente. Non mi importava niente. Inoltre non mangiavo da tre giorni e la fame iniziava a sentirsi.
Eppure...
"Oggi, ragazzi, parleremo di leggende." Alzai la testa di scatto. Niente Divina Commedia? Giorno fortunato! Inoltre quello era un argomento che poteva tornarmi utile...
"Allora..." continuò il professore "Qualcuno di voi conosce una leggenda? Antica o recente?"
Una mano si alzò immediatamente. Elisabeth. Una ragazzina pallida e magra che passava tutto (e sottolineo TUTTO) il tempo a studiare. Non appena il prof le diede la parola lei inizia con la sua pappardella.
"La leggenda di... bla bla bla... e poi c'è l'altra versione che... bla bla bla... e poi..."
"Basta così, cara, credo possa bastare." la interruppe il prof "Qualcun altro?" Una mano si alzò.
"Io conosco una storia...ma non sono sicura sia una leggenda..."
"Non preoccuparti, racconta!" lo incitò il prof.
"Ehm...okay...allora...dodici anni fa..." sbarrai gli occhi. Non poteva essere! Non poteva proprio essere!! Era la storia...La nostra storia!
"...E si racconta che ancora oggi vaghi per il paese alla ricerca dei suoi cari per vaccinarli, per così dire, all'età di diciassette anni."
"Molto bene: qualche domanda?" Alzai la mano.
"Per caso si sa come neutralizzare il siero?"
"Ottima domanda. Pervini?" disse rivolgendosi al compagno che aveva parlato.
"Ehm...si dice che solo lo scienziato sappia l'antidoto, ma che non voglia usarlo su nessuno perché...ehm...è convinto che stia facendo del bene."
Già come no, pensai, infatti io, Benny e Angy stiamo benissimo!
Ora ne ero sicura. Era stato lo scienziato a infettare Angy. Ma perché? Non cercava solo i suoi familiari? Un pensiero mi colpì in piena faccia.
Bernard Flowers...
Bernard...Bernardo...
Flowers...fiori...fiore...Fiorini!
Bernardo Fiorini...
Il padre di Benedetta!!
Mi sentii svenire...
Ma allora...Lei sapeva tutto?
Troppi pensieri in testa...La testa...Gira...Il mostro è il padre di Benny...
...No...No...No non è possibile...Buio.
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"Si rimetterà."
"Grazie, infermiera." lei chiuse la porta e se ne andò.
Finnik rimase solo con Martina. Le prese la mano e la guardò attentamente. Le lunghe ciglia sottili si appoggiavano delicatamente sulle guance. Le labbra rosse erano appena dischiuse. Le mani, così morbide, sembravano quelle di una bambina.
Eppure...
Eppure...c'era qualcosa che non andava...Ora lo vedeva. Sotto lo strato di trucco rosa la pelle era grigia e smorta. Le labbra, al di sotto del rossetto, erano secche e macilente. Le unghie erano lunghe e sporche...Quei tratti erano così familiari con lo strano aspetto che aveva da dopo il giorno alla biblioteca...No...non poteva essere! Allora...aveva ragione! Anche lei c'entrava con quello che gli stava succedendo!
**********
"Mio papà sta male...mamma dice che è in posto strano, più bello, credo. Mamma non sta bene, piange, a volte, altre ride, forse..." avevano appena cinque anni, Martina e Benedetta stavano giocando nel parco e, alla domanda dell'amica su dove fosse il padre, Benedetta aveva risposto così...
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Martina sentì una pressione calda sulla mano. Aprì gli occhi e vide che Finnik era lì che la guardava. Però...non come si era aspettata. La guardava male, come se lei gli avesse fatto un torto enorme, e forse era anche vero...Si sforzò di sorridere.
"Ehi."
"È colpa tua, non è vero?" le chiese lui con voce dura. Martina rabbrividì. Non aveva mai usato un tono simile con lei. Di solito la sua voce era calda, rilassante, anche un po' roca: ora invece sembrava tagliente come la lama di un coltello.
"Cosa?"
"Non fare la finta tonta con me!" sibilò "È colpa tua se ora sono in questo stato!" si indicò.
"Fin...a-ascolta...i-insomma i-io...io avevo p-provato...a-a sai...a t-tenere le, ecco...le distanze...per evitarlo...m-ma tu..."
"<<Ma io>> cosa? Se tu me l'avessi detto...invece di trattarmi..." Ma non riuscì a finire la frase. Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso di Martina, lo spinse e corse via.
Bravo, Fin, sei appena riuscito a far piangere la ragazza che ami! Disse una voce dentro di lui. Chiudi il becco, gli rispose il ragazzo di rimando. Era colpa sua. Era colpa di Martina. Se solo l'avesse reso partecipe! L'avrebbe evitato, no?
Sì, certo, perché tu gli saresti rimasto lontano solo perché era così? Che nervoso dava quella voce! No, no era colpa sua punto.
Eppure...
**********
I bagni. Era lì dove ero andata a nascondermi. Continuavo a singhiozzare. Non riuscivo a smettere. Fin mi odiava. Aveva capito che io ero un mostro. Aveva capito che io l'avevo infettato.
Non è colpa tua, tu ci hai provato a stargli lontano ma lui...! No. Pensai con decisione. Era colpa mia.
Eppure...

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TRAMONTO
Misteri / ThrillerE mi diceva di lasciarmi andare, che sarei stata libera, e io sapevo che mentiva, ma la tentazione era troppo forte... ********** Martina è una ragazza come tante: con due fantastiche amiche e un ragazzo di cui è follemente innamorata; epp...