Nuove Speranze

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Apro gli occhi e vedo solo buio.

Comincia ad essere deprimente, vedere solo buio, passare intere giornate senza capire se è giorno o notte, solo alla luce del fuoco.
Mi metto a sedere sul letto, le ginocchia al petto.
"Loki?" chiamo.
Risponde il silenzio.
Mi alzo.
Fin'ora ho sempre sperato che lui mi dicesse che mi avrebbe portata via da qui. Ma dopo ieri sera ho capito che non tornerà mai indietro. Non mi darà la Radice. Da quando sono tornata da lui, da quando sono venuta a Svartalfheim, non è mai cambiato nulla tra noi. E' freddo, impassibile, distaccato. E' come quando siamo tornati dalle radici di Yggdrasil, dopo che avevamo sconfitto Niddogh. Credevo che lui avesse preferito la Radice a me, e io mi sentivo svuotata e stanca. Tradita. E' così che si sente lui adesso. Sapevo che sarebbe stato difficile convincerlo. Ma non così difficile.
A malincuore comincio a cercare la Radice da sola. Avrà usato sicuramente la sua malia.
A furia di cercare, e senza risultati, capisco che senza magia non otterrò niente.
Quello che mi è accaduto ad Asgard nella Sala dei Tesori, mi ricorda che ho ereditato da mia madre il potere della chiaroveggenza.
Chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi. Dopo un paio di tentativi falliti, riesco a visualizzarlo.
Finalmente, vedo quello che mi interessa.
Loki chiude le porte dietro di sé. Si guarda intorno e infine i suoi occhi si fissano sul camino.
Tira fuori qualcosa dalla tasca ... la Radice! Si avvicina al camino e ...

Le porte dello studio improvvisamente si aprono ed entra Loki.
Spalanco gli occhi e la visione s'interrompe.
"Dov'eri?" chiedo subito.
"Maeve doveva parlarmi ed io avevo da fare a Nidavellir" risponde, con aria enigmatica.
"I Nani sono con voi?" chiedo.
Lui non risponde. Mi porge un piccolo fagotto. Dentro c'è un pezzo di pane, del formaggio e qualche chicco d'uva. Lo guardo interrogativa.
"E' il meglio che puoi trovare a Svartalfheim" conclude.
"Non ho fame" mento, richiudendo lentamente il pacchetto.
"Ne avrai" dice.
"Come va la mano?" chiedo.
"Non era niente" insiste "La tua guancia?"
"Molto meglio" rispondo.
Mi sfioro automaticamente la guancia con la mano e provo sollievo dal bruciore.
Non ho mai avuto tanta paura come ieri. Ho urlato e scalciato, e lo ridevano. Ero impotente e sola. Avevo paura del dolore, di quello che sarebbe potuto succedere. Poi Loki è arrivato e tutto è finito, così come il sole fuga il vento della tempesta. 
Per pochi minuti tra noi era rinata quella dolcezza, l'alchimia che tanto mi era mancata.
Ma è durato un attimo. E' stato così che ho capito che lui non tornerà mai indietro, ormai è troppo tardi.
Ed è stata colpa mia.
"Mi stai fissando" dice lui, interrompendo la linea dei miei pensieri "Sai che non lo sopporto."     Le sue parole mi riportano dolorosamente all'ultimo giorno in cui ci siamo amati. 

Clary, smettila di fissarmi mentre dormo e trovati qualcosa da fare. 

Distolgo lo sguardo e torno a guardare il camino, dove so che è nascosta la Radice mentre una lacrima mi riga la guancia.







E' già uscito.
Bene. Mi alzo in piedi e mi metto al centro della stanza. Chiudo gli occhi e cerco di focalizzare di nuovo la visione di ieri. Finalmente riesco a vederlo. 

E' vicino al camino e ha la Radice in mano. Evoca il potere della runa Kenaz e svela una piccola apertura tra un mattone e l'altro. Loki ripone la Radice nella fessura e la maschera con la runa Thurisaz. Poi, per maggiore sicurezza, aggiunge la runa Elhaz, della protezione.

La visione s'interrompe. Mi ritrovo di fronte al camino, con la mano tesa in avanti tra le fiamme.
Grido, più per lo spavento che per il dolore, e indietreggio di qualche passo.
Agito la mano arrossata e, senza accorgermene, sbatto contro lo scrittoio, urtando una pila di fogli e facendola cadere. 
"Accidenti ..." mormoro, chinandomi per raccoglierli.
Prendo tutti i fogli e li poggio sulla scrivania, più o meno in ordine. Mi sto per voltare nuovamente verso il fuoco, quando qualcosa attira la mia attenzione. Sfilo il foglio dalla pila e leggo con gli occhi lucidi le poche frasi scritte con la sua calligrafia.
Le rileggo più volte. Stringo il foglio al petto.
Forse non è tutto perduto.

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