Cammino nervosamente su e giù per la stanza, cercando di distrarmi dai miei pensieri.
Ma per quanto faccia, trovo la stanza soffocante e il rumore della pioggia insistente estremamente irritante.
Sono passate due ore.
Quando Clary è uscita da quella porta ho capito che appena rientrerà vorrà delle spiegazioni. Saprà chi sono. Non avevo previsto questo.
Devo trovare la Chiave, a qualunque costo. Ho messo la casa a soqquadro.Ho cercato in camera sua, nei cassetti, nelle librerie, sotto il letto, sotto le pile di libri e i vestiti sparsi ovunque. Sono passato in cucina a guardare in tutti i ripiani, in tutti i barattoli e poi perfino in bagno.
Infine ho perquisito il divano rosso e la libreria del salotto.
Niente.
E' stato proprio quando ero sul punto di arrendermi che l'ho trovata. Nascosta dentro un vecchio libro scavato.
Molto furba. Perfino io ho cercato attorno alle cose, dietro, sotto, di lato, ma non dentro.
E adesso eccola qui. E' piuttosto lunga e più pesante di quello che pensavo.
La Chiave.
Ce l'ho fatta.
Prendo la giacca e la infilo in fretta, aprendo già la porta dell'appartamento, quando ...
"Art?" esclamo, bloccandomi sulla soglia.
Il ragazzino si sistema gli spessi occhiali sul naso e infila le mani nelle logore tasche dei jeans.
"Che ci fai qui?"
"Venivo a trovare Clary. Mio nonno non sta molto bene, e i miei stanno litigando di nuovo, così sono venuto da lei. Sai, Clary di solito mi fà una tazza di tè e mi racconta le leggende nordiche. E' bello" spiega.
"Interessante" rispondo freddamente, "ma Clary non è in casa e io sto uscendo."
"Ah" dice Art, "allora io vado" mormora.
Comincia a scendere le scale, lentamente, come se sperasse di intenerirmi e volesse convincermi ad aprirgli la porta e a fare come Clary fa di solito.
Finalmente scompare dalla mia vista e io tiro un sospiro di sollievo.
Ora posso andarmene.
"Ah" esclama, risalendo le scale, facendo i gradini a due a due. Dannazione. "Il nome Loki. Ho controllato, significa 'conflitto interno'; infatti il Dio Loki è in eterna lotta con sé stesso" conclude con un sorriso.
Resta fiero a guardarmi dal vano delle scale. "Te l'avevo detto che ero intelligente" conclude, cominciando a scendere i gradini.
"Art, se vuoi entrare ..." propongo goffamente.
"No" risponde lui "un'altra volta" conclude, scendendo definitivamente le scale.
Chiudo la porta. Ma non dietro di me.
Sono di nuovo nell'appartamento di Clary.
Mi siedo sul bordo del divano e giro la Chiave tra le dita.
'Conflitto interno'. Già.
Per tutta la vita mi sono torturato cercando di essere qualcuno che non sono, provando a conquistare un trono che non è mio. Non mi appartiene.
Io non sono un Æsir. Non è mio il trono di Asgard. E non sono uno Jotun. Io non sono figlio di mio padre; non voglio esserlo, come lui non ha voluto essere mio padre. Non è mio il trono di Jotunheim.
Ripensandoci, non ho mai desiderato il trono. Volevo solo essere apprezzato. Un figlio degno.
Compensare il mio non essere un guerriero con l'essere uno stratega. Perché io sono questo. La mia vera forza è il mio intelletto. Sono più intelligente degli altri. E mi hanno odiato per questo. Ed io ho odiato loro. Ma forse, la loro era invidia. O paura.
Chi è intelligente, è sapiente, e la sapienza è potere. Un potere più forte della forza fisica.
Quindi idolatravano Thor, il figlio possente, l'icona degli Æsir, e isolavano me, Loki, il figlio pericolosamente intelligente.
Non potevano apprezzarmi, erano troppo impegnati a nascondere la loro paura per poterlo fare.
Pensavano che prima o poi li avrei traditi, ma loro erano la mia famiglia, non lo avrei mai fatto.
Loro mi hanno condotto a questo.
Adesso, ho incontrato qualcuno che apprezza la mia intelligenza; che non mi deride perché preferisco leggere che combattere, al contrario mi apprezza. Se alzo lo sguardo, riesco ancora a vederla danzare a piedi nudi sul tappeto. Ed è bellissima.
Stavolta sono io ad avere paura, perché so che quando rientrerà a casa stasera, si renderà conto che io non sono così perfetto come lei pensava che fossi.
Posso scegliere: andarmene o restare. Fuggire o lottare.
Sono così stanco di lottare, l'ho fatto per così tanto tempo per una causa che, ora so, essere sbagliata.
'Conflitto interno'.
Stasera io non sarò Loki.
Stasera io non sarò un dio.
Stasera io non sarò un Gigante di Ghiaccio o un Æsir.
Stasera io sarò l'uomo che sono veramente, ma che non ho mai avuto il coraggio di essere.
Mi alzo e rimetto la chiave nel libro, che ripongo al suo posto nella libreria.
Quando mi volto, lei è lì.
"Clary" mormoro.
E' interamente bagnata e i capelli scuri le si incollano al collo.
"Dobbiamo parlare" sussurra.
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Let me In
Fantasy"Di cosa devi parlarmi?" "Del tuo regalo di compleanno" "Zio, avevo detto niente regali!" esclama con aria di rimprovero la ragazza, ma sorridendogli calorosamente. Sebastian le tende un pacchetto nero, una scatolina lunga e stretta. Al suo interno...