'E in virtù d'una parola ...'

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All'inizio volevo lottare, volevo trovare una via di fuga. Ma non ce l'ho fatta.

Le voci mi hanno assalita, trascinata in un abisso di terrore. Sono come il naufrago che viene inghiottito nelle profondità degli abissi. La paura, e il dolore, e il rimorso, mi bruciano dentro, mi corrodono, mi soffocano. Sto morendo?
'E in virtù di una parola ricomincio la mia vita, sono nato per conoscerti, per chiamarti. Amore'
La voce di Loki risuona forte nella mia testa. Non è come le altre. Non risuona cupa nella mia mente, ma mi da' conforto, pace. Speranza.
Questa è davvero la sua voce, davvero lui mi sta parlando.
Il suono delle sue parole diventa sempre più forte, sovrasta tutto: echi, immagini, dolore, paura.
Infine, rimane l'unica voce nella mia testa.
'E in virtù di una parola ricomincio la mia vita, sono nato per conoscerti, per chiamarti. Amore'
Seguo la sua voce, come si segue una guida, una luce nel buio.
Per un momento, tutto resta immobile. La mia mente è intorpidita, come se faticasse a svegliarsi dopo un lungo sonno, e rende difficile pensare. Concentrandomi, riesco anche a seguire il ritmo del mio respiro flebile, i battiti del mio cuore.
Nel buio inizia a filtrare, flebile, un po' di luce. 
Capisco di avere gli occhi chiusi, ma che c'è luce intorno a me; li socchiudo, le palpebre sembrano terribilmente pesanti, e la luce della stanza è così accecante che li richiudo subito.
Mi sforzo di riaprirli. Provo più e più volte finché, gradualmente, mi abituo alla luce. 
Il mio incubo è finito.
Incredibilmente, sono riuscita a tornare alla realtà. Ed è stato lui.
So dove sono. Asgard.
Cerco di muovere le gambe, poi le mani, ma riesco solo a muovere leggermente le dita. Sento qualcosa di freddo a contatto con la pelle. Marmo? Pietra?
Mi costringo a muovermi e cerco di sollevare il busto. Finalmente riesco a mettermi seduta sul letto di pietra. Con lo sguardo cerco lui.
Sento un lieve bruciore al braccio e vedo un simbolo tracciato con delle sottili linee nere.
Ha provato a curarmi con una magia? Sicuramente. Ma non è stato questo a risvegliarmi.
Ne sono sicura. Io ho seguito la sua voce.
Sfioro il pavimento con la punta del piede e, reggendomi al letto di pietra, provo a fare forza sulle gambe. Quando so di riuscire a rimanere in equilibrio da sola, mi avvio a passo lento verso la porta.
Devo trovarlo, stringermi a lui.
Con uno sforzo che mi sembra quasi impossibile da fare, apro la porta.
Lui è girato di spalle, Thor al suo fianco. C'è anche una creatura minuta, una salamandra, credo, avvolta da una piccola fiamma azzurra, talmente chiara da sembrare bianca.
"Loki" chiamo, con voce flebile.
Lui si irrigidisce; alza la testa, ma non si gira. Thor, invece, si volta subito, e così fa anche il piccolo animale.
Io continuo a tenere gli occhi fissi su Loki.
"Loki" ripeto.
Lui si volta, molto lentamente, come se avesse paura di farlo, paura di non trovarmi dietro di sé. Poi i nostri sguardi, finalmente, si incontrano. In un attimo colma la distanza che ci separa e, finalmente, sono tra le sue braccia, mi stringe, mi sorregge, mi protegge.
Mi sforzo di parlare, ma le parole escono a fatica.
"Ho seguito la tua voce" dico, cercando di fargli capire con una frase la fitta rete dei miei pensieri.
"E in virtù d'una parola, ricomincio la mia vita. Sono nata per conoscerti, per chiamarti"
"Amore" concludiamo insieme.
"Non abbiamo bisogno di alcuna magia" dico.
Loki avvicina le sue labbra alle mie e mi bacia con tenerezza, attirandomi sempre di più a sé.
Io affondo la mano nei suoi capelli e lo stringo a mia volta. Come una medicina, Loki mi ridà subito forza, il mio corpo riprende calore.
Quando ci stacchiamo, Thor si avvicina.
"Bentornata" dice.
"Grazie" rispondo, e senza pensarci lo abbraccio. Thor, il Dio del Tuono, ricambia il mio slancio fraterno. "Quanto sono rimasta sotto l'effetto dell'incantesimo?" chiedo, tornando a guardare Loki.
"Due giorni" risponde "Ho provato tutte le magie runiche che conoscevo, ma non sono servite, quindi ho deciso di ricorrere a una malia del Seidr. Ma a quanto pare, abbiamo un magia più potente."
Gli sorrido felice.
"Sgusate" dice una voce gutturale proveniente dal basso "Nessuno mi gpresenta?"
"Clary, questo è Brasa, un Demone del fuoco. Ha donato il suo sangue per poter disegnare il Vegvisir sul tuo braccio."
"Il mio tatuaggio è fatto con il sangue?" esclamo.
"Sì. Suo e tuo" conclude Loki.
"Non dire altro, ti prego" taglio corto.
Poi torno a guardare il piccolo demone.
"Ti ringrazio, Brasa. Sei stato molto gentile.";la salamandra fa un verso gutturale in segno di assenso e fa scoppiettare gioiosamente la fiamma azzurra.
"Se potessi ti abbraccerei!"
"No, ggrazie!" esclama l'altro, guardandomi sconcertato.
"Vieni, Brasa" esclama Thor "Lasciamo Clary e Loki un po' da soli" conclude il Dio.
"Dicevi sul serio?" chiedo, quando siamo rimasti finalmente soli.
"Riguardo al tatuaggio fatto con il sangue?"
"Quello che hai detto mentre ero ... addormentata" concludo.
"Cosa avrei detto?" chiede ancora lui, il tono indifferente.
"Che mi ami" rispondo.
"Certo che dicevo sul serio."
"Allora ripetilo, ti prego."
Loki mi guarda come se volesse studiarmi.
"Non me lo hai mai detto, non direttamente almeno" spiego.
Ora è tenerezza quella che gli vedo negli occhi.
"Ti amo, Clary" dice "Ti ho amata anche quando non ti conoscevo e continuerò ad amarti per sempre" conclude.
Sorrido, trattenendo le lacrime.
"Ma non devi assolutamente dirlo a nessuno" continua, strizzando l'occhio "Ho una reputazione da difendere."

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