Scendo velocemente la rampa di scale che mi conduce alla Sala del Trono.
Gruppi di soldati si muovono veloci, prendendo frettolosamente spade e scudi per poi dirigersi verso il Ponte. La voce del Padre degli Dei risuona forte e chiara nella sala.
"Servono altri uomini a proteggere l'entrata del palazzo, nel caso dei dokkalfàr dovessero riuscire a superare le nostre difese" ordina "E voglio subito la mia scorta. Dobbiamo attivare la protezione runica sulla città."
"Sì, mio re" dice la guardia, con un lieve inchino, prima di uscire a sua volta dalla Sala.
"Odino" lo chiamo, avvicinandomi.
Lui si volta verso di me, lo scettro stretto in mano a completare l'armatura che gli conferisce un'aria imponente.
"Che succede?"
"Gli Elfi del Buio ci stanno attaccando. Sono forti e stanno rompendo le nostre difese."
"Maeve" mormoro.
Non si è arreso, dunque. Ma perché attaccare Asgard? Senza l'esercito che io avevo radunato, senza l'appoggio che io gli avevo fornito, attaccare Asgard è una follia, un suicidio. Perché condurre a morte certa i suoi uomini? Può essere talmente folle da pensare di poter vincere?
No, deve esserci qualcosa che gli interessa qui ad Asgard. Improvvisamente ricordo che mi ha fatto spiare quando a Svartalfheim è arrivata Clary ...
La Radice.
Ne ho parlato a Clary e così ho indirettamente informato lui.
"Manda altri uomini alla Sala dei Tesori" concludo, avviandomi già verso la Sala.
Odino mi guarda indagatore e fa un cenno d'assenso.
Corro verso i sotterranei. Mi fermo in armeria per prendere due daghe, le mie armi preferite.
Infine, con i pugnali ben stretti nelle mani, entro nella Sala.
La porta è socchiusa. I corridoi sono deserti. Sembra tutto al proprio posto. Dalla cella sotterranea dove è custodita la radice, sento provenire dei rumori.
Mi avvicino, cauto.
Il re elfico è di spalle, il braccio teso in avanti, a ghermire la Radice.
"Maeve" lo chiamo.
"Loki!" dice lui, voltandosi.
Ha lo stesso sorriso beffardo che aveva quando ha dato la pozione a Clary. Il solo pensiero mi riempie di rabbia e stringo ancora di più la presa sulle daghe.
"Gli Aesir ti hanno riaccolto a braccia aperte, vedo" commenta.
Non rispondo.
"Non dovresti essere su con gli altri dei a farti ammazzare?" continua.
"Non uscirete da Asgard vivi. Siete inferiori numericamente."
"E' vero" ammette "Ma quanti Elfi del Buio caduti potrò sostituire, cibandomi della Radice? Quanto potere potrei acquisire? Questo le mie spie non l'hanno scoperto."
"E nemmeno tu lo scoprirai" ringhio.
"Scommettiamo?" ghigna lui, estraendo la sciabola dal fodero.
Ci avviciniamo di qualche passo. I miei muscoli sono tesi, il mio corpo pronto a scattare. Il mio respiro è veloce, come il cuore.
Maeve attacca, con molta forza, ma io paro e devio facilmente il colpo, incastrando la sua lama tra i miei pugnali. Provo con un affondo, che lui para velocemente. Attacco di nuovo, con più forza, ma lui mi fa perdere l'equilibrio con un calcio. Mi abbasso, evitando la lama della sua sciabola e, con una capriola, prendo distanza da lui, rimettendomi agilmente in piedi e riprendendo equilibrio.
"Sei veloce" concede, sputando a terra.
"Lo so" rispondo, attaccandolo nuovamente.
Andiamo avanti a lungo senza ottenere alcun risultato; nessuno riesce a ferire l'altro, sembra che entrambi riusciamo perfettamente a prevedere le mosse dell'altro. Forse per la stanchezza, forse perché ho abbassato la guardia, Maeve riesce a schivare agilmente un mio colpo e a ferirmi il braccio. Un taglio superficiale, ma che basta a farmi attaccare con il doppio della mia forza, colmo di rabbia. Blocco nuovamente la lama della sua sciabola, e mentre lo tengo fermo, qualcuno lo prende alle spalle.
"Ma cosa ...?" chiede lui, sorpreso di vedere un altro me dietro di lui.
"Sorpresa" esclama l'illusione di me stesso, prima di colpirlo con un pugno allo stomaco.
Maeve s'inginocchia a terra e, per un attimo, distoglie l'attenzione da me e dal mio doppio.
Quando rialza lo sguardo, le mie illusioni si sono moltiplicate. Sorrido compiaciuto.
"Non è leale!" ringhia.
"Sono il Dio degli Inganni" rispondo."E tu sei Maeve, di quale lealtà stiamo parlando?"
Maeve con un grido rauco, si avventa alla cieca cercando di colpire il vero Loki. Per un po' si gira goffamente su se stesso, cercando di ferirmi, ma senza successo. Due mie illusioni lo prendono per le spalle, tenendolo fermo. Io rigiro il mio pugnale nella mano.
"Come ci si sente ad essere impotenti?" sibilo "Come ci sente, sapendo che si sta per morire?" continuo.
Maeve cerca di liberarsi; la sua forza è tale che la mia malia trema leggermente. Premo il pugnale sotto la sua gola.
"Sono sicuro che avrai un posto speciale a Nifheim, tra i morti con disonore" concludo.
Sto per colpire, quando ... un'esplosione improvvisa fa crollare il muro, interrompendo la mia malia e coprendo me e Maeve di polvere e macerie.
L'esplosione mi ha lasciato stordito. Sento la testa pesante e come se fosse trafitta da mille lame.
Stringo gli occhi, cercando di fermare la sensazione di vertigini e l'impressione che la stanza giri intorno a me. Mi costringo a rimettermi in piedi, stringendo il pugnale.
Dov'è Maeve?
Improvvisamente, qualcuno mi colpisce con un pugno alla schiena. Cado sulle ginocchia.
Vengo colpito da un calcio che mi fa cadere completamente a terra. Cerco di rimettermi in piedi, ma Maeve mi tiene bloccato al suolo, la sciabola contro la mia gola.
"Dimmi, prima di morire" dice, un sorriso tronfio sul volto "Come sta la tua bella mortale?" conclude, scoppiando in una grossa risata.
Io sorrido a mia volta.
"Perché non glielo chiedi tu stesso?"
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Let me In
Fantasy"Di cosa devi parlarmi?" "Del tuo regalo di compleanno" "Zio, avevo detto niente regali!" esclama con aria di rimprovero la ragazza, ma sorridendogli calorosamente. Sebastian le tende un pacchetto nero, una scatolina lunga e stretta. Al suo interno...