"Damn*!" esclamo, prendendo in mano i rametti di belladonna "Sono appassiti!" esclamo, voltandomi verso Lars, che mi guarda divertito.
"Cosa vi aspettavate? E' normale" risponde.
Poggio i rami con le foglie ormai secche sul tavolo, giocherellando con una piccola bacca.
"Speravo di farla crescere, ma mi sono completamente dimenticata di darle acqua."
"Sarebbe stato comunque inutile" continua.
Lo guardo, interrogativa.
"Siete nel Regno dei Morti, mia Signora, provare a far crescere qualcosa qui sotto è del tutto inutile."
"Ma la belladonna cresce!" ribatto.
"Sì, fuori dall'Eljuonir, dove l'ambiente è umido e freddo, ma non qui, esposta al caldo asciutto. Qui muore" conclude.
"Avrei comunque provato a farla crescere" insisto.
"Potete provare quanto volete, non riuscirete" conclude, incrociando le braccia al petto e tornando a guardare fuori, in direzione della drakkar. "Ogni essere non può che vivere nell'ambiente che gli è proprio."
Io mi avvio a grandi passi verso l'uscita.
"Dove state andando?" chiede, con il suo solito tono calmo; ma io sono certa di aver avvertito un pizzico di curiosità.
"A prendere dell'altra belladonna" rispondo.
"Ve l'ho detto, è del tutto inutile."
"Questo lo vedremo" concludo, uscendo dalla stanza con un sorriso furbo.
Lui scuote leggermente la testa e mi lascia uscire. Le porte incastonate di serpenti si aprono al mio passaggio.
'I serpenti sono a guardia dell'Eljuonir. Non ti lasceranno uscire di qui fino a quando io non glielo ordinerò'. Le parole dell'uomo mi risuonano nella mente.
All'inizio, infatti, sono state queste stesse porte che ora si aprono davanti a me, a tenermi rinchiusa qui dentro. Forse l'uomo gli ha ordinato di lasciarmi passare? O sono stata io stessa ad ordinarglielo, senza nemmeno rendermene conto? Mi reputano la loro regina? Questo pensiero, stranamente, non m'innervosisce, anzi, questa mia nuova, strana libertà trovata nel Regno in cui mi sentivo prigioniera, mi strappa un sorriso.
Mi avvio verso il ponte oltre il quale si trovano i cespugli di belladonna. Li trovo appena oltrepassata l'entrata della grotta, dove l' ambiente, proprio come Lars aveva detto, è umido e gelido. Mi avvicino per raccogliere qualche tralcio. Una volta composto un bel mazzo, mi rialzo e percorro il ponte, ma forse debilitata dalla mancanza di cibo, che insisto a rifiutare, la testa inizia a girarmi. Mi poggio alla balaustra e cerco con la mano libera di scostarmi i capelli, ma inavvertitamente faccio cadere un orecchino che precipita vicino la riva del fiume bollente.
Scendo dal ponte, avvicinandomi il più possibile, per quanto me lo permette la temperatura elevata, e con uno dei rametti che ho ancora in mano, cerco di avvicinare l'orecchino.
"Cosa state facendo?" esclama una voce acuta dietro di me.
E' una Gigantessa e, a giudicare dai capelli, talmente biondi da tendere al bianco, sembra provenire dal nord.
"Il mio orecchino è caduto. Sto cercando di recuperarlo" rispondo.
"E' pericoloso avvicinarsi così alla Doras*" mi dice tendendomi la mano per aiutarmi a risalire sul ponte.
La Doras?
"Voi siete?" chiedo, rimanendo immobile.
"Modgud" risponde. "Sono la Gigantessa a guardia del Ponte e della Doras. Non passa nessuno senza il mio permesso o quello del mio signore" continua.
Il suo tono è secco, sembra quasi arrabbiato, e i suoi modi sono decisamente bruschi, maschili.
Non è particolarmente bella, anche se i lineamenti ben squadrati tipici della sua razza le donano un fascino molto particolare. E' vestita da guerriera, indossa stivali a mezza coscia di cuoio scuro e a coprirle il seno e il ventre due fasce di pelliccia di leone; i capelli sono corti, le conferiscono un'aria androgina, che ben si adatta a una guardiana del Regno dei Morti.
Avvicina ancora di più la mano a me, insistendo perché l'afferri. Io mi lascio aiutare.
"Grazie" mormoro.
"Ascoltate" m'interrompe, "non dovete avvicinarvi a Gjoll per nessun motivo. Il confine del Regno che questo fiume segna è pericoloso, e voi non dovete avvicinarvici."
C'è un altro regno? Un altro regno dei morti? E ci si arriva tramite Gjoll? Per questo l'ha chiamata Doras?
La guardo corrucciata. "Che Regno delimita il fiume?" chiedo.
"Non vi deve interessare" continua, "ma fidatevi se vi dico che non dovete avvicinarvi" conclude.
Annuisco, senza fare ulteriori domande, e mi avvio con i rametti di belladonna verso l'Eljuonir.
Stasera, durante il bagno, avrò l'occasione per chiedere a Ganglot di darmi delle spiegazioni. La mia serva è incredibilmente loquace, soprattutto quando è di buon umore. Lars dice che parla troppo, ed effettivamente credo che per i suoi gusti sia così.
Lui mi sta aspettando con le braccia incrociate al petto.
"Che cosa vi è saltato in mente?" mi rimprovera, irritato.
Poggio il fascio di belladonna sul tavolo.
"Non credevo di fare nulla di male" rispondo.
"Se penso a quello che poteva succedervi ..."
"Cosa poteva succedermi?" chiedo, interrompendolo. Lars distoglie lo sguardo, come se per la prima volta fosse lui a non riuscire a sostenere il mio.
"Cosa mi state nascondendo?" insisto.
"Non dovete avvicinarvi al Gjoll. Questo è quanto. Dovete fidarvi della mia parola" conclude.
"Fidarmi?" esclamo "Come posso se voi per primo non vi fidate di me?" esclamo.
Sospira.
Io mi avvicino a lui di qualche passo.
"Anche voi dovete fidarvi di me" mormoro.
Oso prendere la sua mano nella mia, un muto incoraggiamento a parlarmi. Lui sembra quietarsi, e dopo un attimo di silenzio dice: "Sotto al fiume, c'è un altro tipo di Regno dei Morti, una sua ... estensione, per così dire" spiega. "E' pericoloso, le creature che lo abitano sono pericolose, ecco perché questo regno è separato da Nifheim o dal Valhalla" dice.
Si avvicina ancora di più a me e con la mano mi sfiora i capelli. Io non mi sottraggo.
"Dovete promettermi che non vi sporgerete più così tanto sul Gjoll."
Sta cercando di proteggermi. Forse non è mancanza di fiducia la sua. Forse crede che tenendomelo nascosto, io non corra il pericolo di imbattermi in questo misterioso Regno spinta dalla mia curiosità.
"Lo prometto" concludo.
"Bene." Sembra sollevato.
"Ora vorreste aiutarmi a trovare un vaso per la belladonna?" dico, cambiando argomento.
"Ve l'ho già fatto portare" mi risponde, indicando il tavolo.
Il vaso, piuttosto alto e di colore nero, ha delle decorazioni in argento.
"Grazie" dico, piacevolmente sorpresa dalla sua premura.
"Beh, se aveste chiamato adesso Ganglati per farvi portare il vaso, avreste aspettato a lungo" continua.
Annuisco, divertita.
Ripongo i fiori nel vaso, sistemandoli.
"Sono sicura che crescerà anche in un ambiente ostile."
Lars si avvicina, passando lo sguardo da me alla pianta.
"Forse non sarà l'unica cosa che crescerà qui, non credete?" chiedo, voltandomi verso di lui, ma senza guardarlo direttamente negli occhi.
Il mio cuore ha preso ha battere talmente forte che ho quasi paura che riesca a sentirlo.
"Lo spero, mia Signora" conclude.
*Damn: 'accidenti' in gaelico scozzese.
*Doras: 'porta' in gaelico scozzese
STAI LEGGENDO
Let me In
Fantasy"Di cosa devi parlarmi?" "Del tuo regalo di compleanno" "Zio, avevo detto niente regali!" esclama con aria di rimprovero la ragazza, ma sorridendogli calorosamente. Sebastian le tende un pacchetto nero, una scatolina lunga e stretta. Al suo interno...