Fuga

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"Clary" mi chiama una voce, scuotendomi leggermente. "Clary!" insiste.

"Che c'è?" esclamo, svegliandomi "Che succede?"
"Vestiti" mi ordina lui.
Io mi alzo, avvolta da un lenzuolo, e recupero velocemente i miei vestiti, senza capire quello che sta succedendo. Ricordo che mi sono addormentata stretta a lui, in pace, felice. Erano settimane che non stavo così bene. Ma ora che sta succedendo?
"Dove andiamo?" chiedo.
"Via. Torniamo ad Asgard" risponde Loki, secco.
C'è qualcosa di strano nella sua voce, ma sono troppo contenta d'aver sentito quelle parole per poter dare conto ad altro.
Infilo in fretta i vestiti e mi appresto a seguirlo. Prima di uscire, Loki mi porge un lungo mantello nero, con un ampio cappuccio a nascondermi il viso.
Prendo la sua mano e lo seguo lungo i corridoi ancora più bui di come li ricordavo.
E' una strada diversa da quella che ho fatto la prima volta, più lunga e i corridoi più angusti.
Saliamo diverse rampe, fino ad arrivare ad una scala a chiocciola, molto alta e stretta. La percorriamo tutta ed infine arriviamo su una delle torri del palazzo, quella che sembra la più alta.
Mi fermo un attimo per riprendere fiato.
"Prendi questa" dice, lasciandomi bruscamente la mano per porgermi un fagotto di juta verde scuro accuratamente legato. La Radice. 
"Dì a Thor e ad Heimdall che devono andare subito a Jotunheim, Vanaheim, Musspelheim e Nidavellir. Devono trovare subito i capi dei ribelli e proporgli un patto più vantaggioso di quello di Svartalfheim. Devono convincerli a rinunciare alla guerra."
"Aspetta, ma ... tu non vieni con me?" chiedo.
"Se Maeve si accorgesse che sono fuggito darebbe subito inizio alla battaglia e Asgard verrebbe distrutta, l'equilibrio dei Nove Regni sarebbe distrutto."
"E cosa pensi di fare?"
"Lo assecondo. Così voi avrete il tempo di riportare dalla vostra parte i Regni ribelli."
"No!" esclamo "Quando Maeve si accorgerà che tu mi hai lasciata andare e che i Regni che aveva per alleati lo hanno tradito, cosa succederà? Chi credi che accuserà?"
"Vi serve tempo, e io posso darvelo. Lui non sa cosa sta per accadere, io sì. Posso prepararmi un piano di fuga efficace. Sarò ad Asgard tra due giorni."
"No" insisto "O ce ne andiamo insieme o niente."
Sospira. "Allora non mi lasci altra scelta, Clary" mormora.
Io corruccio lo sguardo, ma prima di poter dire qualcos'altro, lui preme le sue labbra sulle mie.
Mi bacia con passione, quasi con disperazione, facendomi arretrare di qualche passo. Improvvisamente si stacca da me e mi guarda.
"Chiama Heimdall e chiedigli di aprire il Bifrost" conclude.
"Cosa ...?"
"Mi dispiace" m'interrompe lui, spingendomi giù dalla torre.
Lotto con tutte le mie forze contro la voglia di gridare.
Cado, cado sempre più velocemente verso il suolo, tenendo lo sguardo fisso su Loki che diventa un puntino sempre più piccolo nell'oscurità.
Mi dispiace. Le sue ultime parole. Ma per cosa si dispiace? Per avermi trattata male, o per aver tradito Asgard? Per avermi spinta giù dalla torre più alta o per avermi lasciata di nuovo sola?
Mi dispiace. Due parole che continuano a risuonarmi nella mente.
Quando ormai non riesco nemmeno più a vedere Loki, urlo con tutto il fiato che ho in gola chiamando Heimdall. Subito vengo catturata dal caldo vortice del Ponte, che mi avvolge facendomi sentire al sicuro. Cado rovinosamente a terra, ruzzolando sul pavimento della cella del Guardiano. Stringo ancora di più la Radice nella mano per assicurarmi che ci sia ancora.
Heimdall mi aiuta a rialzarmi. "Stai bene, Guardiana?" 
Annuisco.
"Dov'è Thor?" chiedo, sentendo ancora le ginocchia molli.
"Ti sta aspettando" conclude l'altro, facendomi strada verso Asgard.
Thor è davanti alla Sala dei Tesori; con lui ci sono i tre guerrieri che ho visto il giorno che sono venuta a trattare per la libertà di Loki.
"Lui dov'è?" chiede.
"E' rimasto a Svartalfheim, per farci guadagnare tempo" dico.
In breve gli comunico quello che mi ha detto di fare Loki, spiegandogli il piano.
"Abbiamo due giorni per convincere i popoli ribelli, se non ci riusciremo, ci sarà una guerra."
"Dobbiamo muoverci subito" ordina Thor. "Pdor, tu sei di Vanaheim, sai come trattare con i Vanir. Vai subito da loro"; il guerriero, alto e moro, con gli occhi piccoli e l'aria corrucciata si congeda e si avvia subito verso le porte. "Njord tu andrai a Jotunheim, mentre tu, Bjorn, andrai a Nidavellir e parlerai con i Nani. Io andrò a Musspelheim a parlare con i Giganti di Fuoco" conclude Thor.
"E io?" chiedo.
Tutti si voltano verso di me.
"Tu?" chiede Thor.
"Anch'io voglio fare qualcosa" insisto.
"Tu sei una midgardiana, cosa pensi di fare?" s'intromette Bjorn.
"Io sono la Guardiana della Radice, l'ultima discendente della dinastia reale elfica. Io ho sconfitto il drago Niddogh, recuperando lo scrigno, io sono colei che vi sta aiutando ad evitare una guerra. Forse sono più di una semplice midgardiana, non credi?" rispondo "Se non fosse per me, tra due giorni voi sareste sotto attacco. E sareste sconfitti."
"Se non fosse per te, questa guerra non ci sarebbe" ribatte Njord, duro.
"Basta" interviene Thor "Clary, non sei abbastanza forte per ..."

"Forte? Come avrei potuto fare tutto ciò che ho fatto se non fossi forte? La mia forza nasce dal mio sangue di Guardiana e dal mio amore per Loki. Ce la posso fare, Thor. Devo. Voi potete occuparvi di tre Regni, ma dovete convincerne quattro. Io vi posso aiutare" insisto.

Lui sospira. "Bjorn, tu andrai a Jotunheim insieme a Njord e lascerai Nidavellir a Clary."
"Grazie" mormoro.
Njord e Bjorn si avviano verso il Bifrost, lasciando me e Thor da soli.
Entro nella sala dei Tesori e mi avvio verso la stanza sotterranea dove viene custodita la Radice.
Tiro fuori il fagotto dalla tasca interna della giacca e la poggio sullo scrigno, infrangendo la debole illusione che la sostituiva.
Mi dispiace.
"Sei in pensiero per Loki?" mi chiede il Dio, alle mie spalle.
"Dobbiamo portarlo via di lì, Thor" dico "Dobbiamo riportarlo ad Asgard" concludo, voltandomi verso di lui.
"E lo faremo" dice "Quando tutto sarà finito."
"Se tutto questo finirà" rispondo.
Mi dispiace.
Non prevedo un bel finale per questa storia. Lo sento.
Mi dispiace.

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