"Il Padre degli Dei mi ha ordinato di aprire il Bifrost solo per farvi arrivare sulle radici di Yggdrasil e solo per farvi rientrare una volta che avrete lo scrigno. In caso contrario il Bifrost resterà chiuso."
Mi risistemo la chiave infilata nello stivale, e mi passo nervosamente le mani sui pantaloni in pelle nera.
La notte trascorsa ad Asgard è stata lunga ed estenuante; solo quando ormai il sole era prossimo a sorgere sono riuscita ad addormentarmi, tra le braccia di Loki, ed è stato un sonno breve ed agitato. Loki, invece, non ha dormito affatto.
All'alba ci hanno portato del cibo: miele e frutta per me, idromele per Loki. E degli abiti puliti.
Loki indossa i suoi abiti da combattimento; per me ci sono dei pantaloni neri in pelle, molto aderenti ma estremamente elastici, stivali robusti e un corpetto verde con un colletto dorato. Ho raccolto i capelli in una semplice coda alta e, dopo aver preso la chiave, ci siamo diretti al Bifrost.
Thor era appena fuori dalle mura della città, Mjolnir stretto nella mano guantata, e il lungo mantello rosso che sfiorava terra, proprio come in una delle illustrazioni dell'Edda. Non ci siamo detti nulla.
Io gli ho sorriso, un muto ringraziamento per le parole di ieri e per essere qui oggi; Loki l'ha guardato in modo apparentemente inespressivo. Ma io ho imparato a conoscerlo, a leggere nel suo enigmatico sguardo smeraldino. Era felice di averlo accanto, ma come sempre, non lo dava a vedere.
Sono ancora fratelli, il loro legame non si è spezzato.
Infine ci siamo diretti alla cella del Guardiano, che stava immobile in attesa del nostro arrivo.
"Sapete bene che lasciare aperto il Bifrost significherebbe scatenare completamente il suo potere e rischierebbe di ..."
"Distruggere i Nove Regni" concludiamo io e Loki.
Heimdall stringe le labbra per non ribattere e serra le mani intorno al Gjallarhorn, destinato a fini ben più elevati, come se volesse servirsene per prenderci a bastonate.
Infine apre il portale. Se le probabilità di morte al di là del ponte non fossero così alte, sarei quasi eccitata all'idea di utilizzare il Ponte dell'Arcobaleno. Effettivamente, realizzo solo adesso, che quest'esperienza sarebbe magnifica se non fosse che potrebbe diventare un'esperienza mortale.
Quasi senza accorgermene, vengo risucchiata dal vortice del Ponte e l'ultima cosa che sento prima di arrivare a destinazione è lo stesso fragore che ho sentito nel salotto di casa mia prima che portassero via Loki.
Se Asgard era tanto luminosa e calda, qui tutto è freddo, buio e umido. L'aria è carica di zolfo e rende difficile, quasi fastidioso respirare.
Le radici di Yggdrasil sono tutto intorno a noi, un groviglio indistinto nell'oscurità.
Facendo un passo inciampo in una di queste; Loki mi tende la mano per rialzarmi, ma sento stranamente il terreno muoversi sotto di me, come se le radici strisciassero e sibilassero. Sento qualcosa arrotolarsi sulla mia gamba e stringerla. Urlo, scacciando la cosa dalla mia gamba.
"Serpenti" spiega Loki "E vermi. Sono così tanti che è impossibile contarli"
"Stai scherzando?" dico con voce stridula, stringendo ancora di più la sua mano; sento il terrore attanagliarmi e la disperazione insinuarsi nella mia mente. Ho una vera e propria fobia per tutto ciò che striscia.
"Si attorcigliano alle tre radici" continua, indicando in basso "I serpenti sono figli di Niddogh, mentre i vermi fanno quello che sanno fare meglio: concimano le radici. E di tanto in tanto fanno da pasto per il drago"
"Smetti di ripeterlo!" grido.
"Cosa?"
"La parola vermi, mi fa venire già da sola i brividi" concludo.
"Sapevi a cosa saresti andata in contro"
"No! Secondo i miei libri di mitologia qui sotto ci vive soltanto Niddogh. Non mi ero preparata a questo!"
"E tu ti fidi di un libro che mi descrive con i capelli rossi?" ribatte lui, alzando un sopracciglio.
In un altro momento avrei riso, e forse è questo quello che lui cerca di fare, ma sono troppo terrorizzata da quello che ho intorno e il disgusto è tale da farmi venire la nausea.
Loki, al contrario, rimane freddo e impassibile, come se stare con i piedi immersi in quel groviglio ripugnante non lo disturbasse affatto.
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Let me In
Fantasía"Di cosa devi parlarmi?" "Del tuo regalo di compleanno" "Zio, avevo detto niente regali!" esclama con aria di rimprovero la ragazza, ma sorridendogli calorosamente. Sebastian le tende un pacchetto nero, una scatolina lunga e stretta. Al suo interno...