Scrivo il Tuo Nome

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Quando rientro nel mio studio, svariate ore più tardi, Clary mi aspetta seduta sul letto, le gambe incrociate e un sorriso tirato. 

"Cosa c'è?" le chiedo dopo un po', sentendo il suo irritante sguardo seguire ogni mio gesto.
"So dove hai nascosto la Radice" annuncia.
Mi irrigidisco.
"Non è vero" ribatto.
"E' nel camino, protetta dalla runa Kenaz e Thurisaz" continua.
Le sorrido, cercando di sembrare calmo, indifferente.
"Gli elfi possono prevedere il futuro e con un po' di sforzo, vedere il passato. Così ho guardato nel tuo passato e ho visto tutti i tuoi movimenti."
"Avrei dovuto prevederlo" rispondo "Prendila pure. Non riuscirai a rompere il mio incantesimo. E anche se ci riuscissi, non usciresti mai da qui. Viva, almeno."
"Heimdall segue tutte le mie mosse da quando sono arrivata. Mi basterà chiamarlo per aprire il Bifrost."
Stringo i pungi, cercando di pensare. Se riportasse indietro la Radice, organizzare tutto questo, scatenare i Nove Regni, non sarà servito a nulla. Però avrei ragione: lei non è qui per me.
"Ma se non l'ho chiamato fin'ora, non credo che lo farò proprio adesso" continua Clary.
Le rivolgo uno sguardo interrogativo.
"Se me ne andrò via da qui, me ne andrò insieme a te" continua.
"Preferisco morire in questa guerra. E' questo il mio posto" ribatto.
"Davvero?" mi chiede, ironica.
Tira fuori un foglio, quel foglio, e me lo tende. Scuoto la testa e prendo la pagina dalle sue mani.
"Non avresti dovuto toccare!" ringhio.
"Quella poesia d'amore è mia! E' di mia madre!" ribatte "Ed ora è nostra" dice, alzandosi. Si avvicina a me. "Guarda in faccia la realtà, Loki."
"La realtà?" rispondo "Va bene. Hai vinto. Prendi la Radice e vattene."
"No!" risponde "Non è questa la realtà!" esclama.
"E qual è, allora?" chiedo ancora, il tono duro.
"Se io fossi venuta per la Radice, l'avrei già presa e me ne sarei andata. Io sono qui per te. Guardami. Io ti amo e ti amerò sempre. Dovessi anche uccidermi o consegnarmi a Maeve o usarmi per i miei poteri. Io ti amerei comunque. Attento a chi stai distruggendo, però. Perché se distruggi me, distruggerai te"Clary prende un respiro e mi si avvicina. "O ce ne andiamo insieme, o moriamo insieme" conclude.
Finalmente sento il sapore delle sue labbra sulle mie e ricambio con foga il suo bacio, stringendola sempre di più a me. Il suo corpo aderisce completamente al mio in un congegno perfetto; i nostri corpi sembrano forgiati per essere un tutt'uno. Questa volta non c'è solo tenerezza tra di noi, c'è un bisogno infinito di risentire il corpo dell'altro sul proprio, la necessità di risentirsi uniti. 
Perché Clary ha ragione. Questa è la realtà. Noi ci apparteniamo.  

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