Il Gioco dell'Illusione

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Quando apro gli occhi vedo sopra di me il soffitto dorato, con incisioni di rune e triscele a decorare angoli e lati, al centro, maestosi rilievi a sequenza che narrano la storia di Bòr, padre di Odino.

Conosco bene questo soffitto. Ogni mattina mi svegliavo guardandolo.
E' il soffitto della mia camera ad Asgard.
Cerco di ricordare come sono arrivato, ma ricordo solo lo scontro con Niddogh e il ritorno ad Asgard, quando ho consegnato il contenuto dello scrigno ad Odino.
Per un momento ho visto sul suo viso un'espressione di orgoglio.
Tutto quello che ho cercato di ottenere per anni.
"Loki" mi chiama una voce vicino a me.
Cerco di voltarmi, ma sento un dolore acuto al braccio e quindi rimango immobile. Il veleno del drago mi brucia dentro come lava bollente.
Ma non ho bisogno di vedere per capire chi è la persona a cui appartiene quella voce.
"Come ti senti?" chiede.
"Mai stato meglio" mento, con un sorriso spavaldo.
Lei si è avvicinata al letto e finalmente riesco a vederla.
Ha un piccolo graffio sotto l'occhio sinistro e la mano destra fasciata.
"Tu stai bene?"
"Sì, è solo una banale slogatura" risponde.
Decido ad ignorare il dolore e a mettermi seduto, ma farlo si rivela più difficile di quello che pensavo e, sopratutto, più doloroso.
"Non devi sforzarti. La spina ti ha causato un taglio profondo e il veleno rende difficile la guarigione. Ma in un paio di giorni starai bene" continua.
E' diversa. E' sempre lei, sono i suoi inconfondibili occhi marrone quelli che sto guardando, ma c'è qualcosa di diverso in lei, nel suo tono.
E' fredda e distaccata, come se non volesse stare qui, ma fosse costretta a farlo.
Ogni sua parola sembra artefatta, controllata.
"Ti lascio riposare" conclude con un sorriso forzato.
Si avvia lentamente verso la porta.


Non posso.

Credo che anch'io mi comporterei così se pensassi che la persona per cui ho rischiato tutto mi abbia tradito.
Mi dispiace per questo. Ma credevo che avrebbe capito da sola.
"La distanza era troppa" dico, prima che lei esca.
"Cosa?"
"Quando Niddogh ti ha afferrata ed io avevo lo scrigno in mano, la distanza tra noi era troppa per poter arivare sotto il drago in tempo per soccorrerti. Ti avrebbe uccisa."
Lei si volta verso di me, l'espressione corrucciata e gli occhi lucidi. Comincia a capire.
"Saresti morta se io non avessi distratto con un'illusione il drago in modo da arrivare vicino a te senza essere visto. Il veleno cominciava a fare effetto ed io non ero abbastanza forte: potevo creare un'illusione, ma non rendermi anche invisibile. Avevo bisogno di un diversivo, qualcosa che vi facesse completamente distrarre dal vero me. Tu ti saresti sentita tradita, ma Niddogh non avrebbe distolto lo sguardo dallo scrigno e non si sarebbe accorto di nulla" spiego "Una volta arrivato sotto al drago avrei spezzato l'incanto e l'avrei colpito."
"Invece è arrivato Ratatosk."
"Che mi ha permesso d'interrompere prima la malia e di salvarti comunque."
"Quindi non hai mai pensato di lasciarmi lì e di prendere lo scrigno?" chiede ancora.
Sospiro, abbassando leggermente lo sguardo.
"Prima di poter creare l'illusione sono arrivato veramente allo scrigno e l'ho aperto dopo averti sfilato la chiave dallo stivale. Ammetto che dopo averlo aperto, per un momento, un momento soltanto, sono stato davvero tentato di prenderlo e sparire. Io avrei ottenuto un illimitato potere. Tu avresti pagato con la tua vita" concludo.
Lei si asciuga le lacrime sul volto pallido, in un attimo colma la distanza che ci separa e mi abbraccia nascondendo il viso sulla mia spalla.
"Scusami" mormora stringendomi ancora più forte. Sento la ferita pulsare, ma non mi sciolgo dal suo abbraccio.
"Non hai niente di cui scusarti" la interrompo "Tu hai visto quello che volevo che vedessi. Ed era necessario che sembrasse che ti stavo tradendo"
"Sì, lo so, ma avrei dovuto pensarlo, capire che il tuo era un trucco."
"No, Clary, questa era una prova per me. Avrei potuto tradirti o salvarti."
Lei annuisce, asciugandosi le ultime lacrime. 
Il suo sguardo si perde nel mio prima di baciarmi dolcemente, delicatamente come se avesse paura di farmi male. Io premo con più forze le labbra sulle sue e ne gusto il sapore.
Poi Clary si scosta da me.
"Ma cosa c'era dentro lo scrigno?" domanda, guardandomi indagatoria.

Ben tornata, Guardiana.

"Una radice di Yggdrasil" dico.
"Cosa?" esclama, sorpresa.
"Quando Yggdrasil fu creato e sui suoi rami si posarono i Nove Regni, venne predetto ad Odino l'arrivo del Ragnarok. Così lui sottrasse una radice alle altre tre e la chiuse in uno scrigno, dove sarebbe arrivata intatta fino al giorno del Ragnarok. Decise di tenere con sé lo scrigno e di dare a qualcun altro la Chiave da custodire."
"Ma perché proprio a mio padre?"
"Odino ha scelto Midgard come Regno in cui custodire la Chiave, un Regno privo di magia e piuttosto primitivo."
"Ah, parlate voi che utilizzate ancora il fuoco per riscaldarvi!" ribatte.
"Quindi doveva solo decidere a chi darla" continuo impassibile "Tuo padre e tuo zio erano i discendenti di un'antica dinastia di elfi della luce. Tuo zio, è un maestro di magia, come hai scoperto, ma tuo padre aveva preferito dedicarsi allo studio di miti e leggende e la sua vita era su Midgard. Lui era perfetto: mortale, ma con abbastanza magia nelle vene da poter proteggere la Chiave, che dopo la sua morte è passata a te."
"E mia madre?" chiede, lo sguardo pieno di speranza.
"Non so nulla di tua madre, Clary, tuo zio non ne ha mai fatto cenno. Raramente parlava di suo fratello" rispondo.
"Non importa" mormora, abbassando lo sguardo. "Ma che potere si può ricavare dalla Radice di Yggdrasil?"
"Immortalità. E il potere dei Nove Regni fusi in una persona sola."

"Come può una Radice racchiudere una tale potenza?"

"Perché è una delle Radici del Frassino che nutrono e sostengono da anni Tre dei Nove Regni: Nidavellìr, Svartalfheim ed Helheim, ma sorreggono anche tutto il resto dell'Albero. La loro magia è essenziale."

"Ma senza il drago a proteggere la Radice non aumenta la possibilità che essa vada persa o rubata?" chiede ancora.
"No" rispondo pazientemente "Odino l'ha già sigillata in un nuovo scrigno protetto da rune che è custodito nella Sala del Tesoro. Se noi non l'avessimo ripresa, Niddogh l'avrebbe tenuta per sempre, impedendo la rinascita di Yggdrasil e dei Nove Regni."
"Hai salvato l'universo, Loki!" esclama radiosa.
"Noi l'abbiamo salvato."
"No. Tu solo sapevi cosa conteneva lo scrigno e il potere che aveva. Tu avresti potuto cambiare il destino del mondo. Ora anche se Ragnarok arriverà, l'universo non verrà distrutto." conclude.
"L'unico motivo per cui ci sono riuscito, Clary, è stato grazie a te."
Lei mi posa un altro bacio sulle labbra e poi si stende accanto a me.
"Ti ricordi la mattina che ti hanno portato ad Asgard?" chiede, chiudendo gli occhi.
Come dimenticarla?
"Sì" rispondo.
"Ti ricordi che stavo per dirti qualcosa?"
"Cosa?"
"Che ti amo" conclude.
Mi volto verso di lei e osservo il suo volto rilassato, i capelli scuri sparsi sul cuscino e la bocca semi dischiusa.
Mi rendo conto che è molto più bella di una qualsiasi dea di Asgard. E, cosa più importante, che è mia. Che mi ama.
Sorrido, accarezzandole delicatamente i capelli che odorano di cocco, un profumo che ho imparato ad amare.
"Sì" sussurro "Anch'io."




"Ora che ti ho dato prova della mia fedeltà, devi rispettare il patto, Odino, e lasciarmi andare" dico.

Nell'imponente Sala del Trono, Odino è seduto sul trono. Thor sta alla sua destra, Balder alla sua sinistra.

"Manterrò la mia promessa" risponde "E se volessi tornare qui ad Asgard saresti il benvenuto. Non solo hai consegnato la Radice, ma hai restituito Balder alla vita utilizzando la tua malia" continua.
Infine ho ottenuto la sua stima e il suo perdono.
Ma il tempo in cui vivevo solo per questo è passato. Non sono più suo figlio, non sono più il Dio degli Inganni, non sono più un prigioniero.

Sono ciò che scelgo di essere; posso aprire la gabbia in cui io stesso mi sono rinchiuso. Non so se questo mi renderà migliore o peggiore di prima, ma so che vivrò per me stesso e che solo così potrò custodire l'amore per Clary.

Conflitto interno. Bene, ora il conflitto è cessato.
Annuisco e mi congedo con un cenno del capo.
"E se Asgard e gli altri Regni possono fare qualcosa per ringraziarti per i tuoi servigi, non devi fare altro che chiedere" conclude Odino.
Mi volto nuovamente verso di lui. Non c'è più niente che io voglia da lui, tuttavia ...
"Sì, in effetti c'è una cosa che puoi fare" dico.

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