Capitolo 63

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Era da più di 20 minuti che Jonathan non tornava in camera.
Stava parlando ancora con quella.
Avevo le cuffiette nelle orecchie e stavo ascoltando "Never say Never"dei The Fray, giusto per deprimermi un po'.
Chiusi gli occhi e mi lasciai traspostare da quella melodia.
Quando la canzone terminò aprì gli occhi e mi ritrovai davanti Jonathan concentrato a guardarmi.
Lo ignorai e cambiai canzone.
Lui mi stoppó la canzone e mi levò le cuffie.
Ma che...?

N:"Ridammele" gli ordinai.
J:"Che hai?" mi chiese di punto in bianco e cercando di far incrociare i nostri occhi.
N:"Niente"scrollai le spalle.
J:"Dimmelo"
Mah sai com'è... fino a venti minuti fa eri a parlare con quella che non mi vuoi dire chi é per non so quale motivo.
N:"Ti ho detto che non ho niente ora vorrei ascoltare la musica" gli dissi allargando la mano sperando che lui mi desse le cuffiette.
Lui fece un lungo sospiro e guardando un punto a caso disse
J:"É per lei vero?"
N:"No"mentii
J:"Stai mentendo. Lo so che é per lei"
Mi arresi e gli dissi:
N:"Perché non mi vuoi dire chi é?"
J:"Non é che non voglio dirtelo é che non posso"
Quando sentii quella frase capii tutto, lui ha un altra ne sono sicura.

N:"Hai un altra non é cosi?"gli chiesi quasi con le lacrime agli occhi.
Lui spalancò gli occhi e mi prese il viso tra le sue mani.
J:"No cazzo no.Non ho un altra."
N:"Allora dimmi chi é"lo supplicai.
J:"Io..."deglutii e poi riprese a parlare
"...io non posso.Però fidati di me"cercai di non guardarlo negli occhi, perché ogni volta che lo guardo i suoi occhi mi fregano sempre.
J:"Guardami."disse con tono dolce.
Perché cavolo non riesco a resistere?
Mi girai e lo guardai dritto negli occhi.
J:"Non posso dirti chi é, però fidati di me per favore, ti amo ti amo tanto"disse baciandomi la fronte.
Non glie l'avrei data vinta questa volta, si insomma...io gli devo dire sempre tutto e lui mai niente?
N:"Okay..."risposi soltanto.
Mi prese il viso e mi baciò le labbra.
Quando si allontanò da me, io mi alzai dal letto.
Mi avvai verso la porta e lui mi chiese:

J:"Dove vai?"
N:"Fuori"
Dissi senza guardarlo e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Sapevo bene che non dovevo lasciarlo da solo in casa mia, che dovevo chiedergli se lui voleva venire con me.
Ma non potevo farlo, non poteva risolvere le cose con un semplice "ti amo".
E odio quando fa cosi, lo odio quando fa lo stronzo, quando é così bipolare, quando non mi vuole mai dire le cose.

Senza rendermene conto arrivai davanti al parco con le lacrime agli occhi.
Me le asciugai e mi sedetti su una panchina.
Fanculo, non mi sono portata né le sigarette né un libro, niente di niente.
Mi portai le ginocchia al petto e misi la testa sopra di esse.

"Non si dorme in un parco signorina" sobbalzai dallo spavento.
Quella voce...
Mi girai e incrociai due occhi marroni.
N:"Peter..." sussurai.
P:"É successo qualcosa?" mi chiese avvicinandosi a me
N:"Io non..."
Non potevo stare lì con lui, l'ho fatto soffrire già abbastanza, ci siamo fatti soffrire già abbastanza a vicenda.
Mi alzai ma venni bloccata dalla sua mano sul mio braccio.

P:"Per favore... Siediti se non hai voglia di parlare va bene, restiamo in silenzio ma per favore, resta." mi supplicò
Ci guardammo negli occhi per più di un secondo e poi mi sedetti vicino a lui.
Davanti a me c'erano alcuni bambini che giocavano con i propri genitori, erano così belli.
P:"Va tutto bene con lui?"mi chiese interrompendo il silenzio.
N:"Si" mentii
Ma tanto lui non capisce quando mento, solo Jonathan lo capisce, solo lui riesce a guardarmi dentro.
P:"E allora cosa c'è che non va?"
Eravamo sempre più vicini, io guardavo i suoi occhi e lui alternava guardando la mia bocca e i miei occhi.
N:"Niente" degluti.
P:"Dimmi cosa c'è che non va"disse accarezzandomi la mano.
Nicole riprenditi per favore, riprenditi.
Si avvicinava sempre di più...

N:"io..."
P:"Tu..."
Sfiorò il mio collo e poggiò le sue labbra sulle mie.
Prima che potesse approfondire il "bacio" mi staccai di fretta.
N:"No Peter! No."dissi passandomi la mano fra i capelli.
P:"Perché no?Tu sei qui io sono qui"
Mi fermai e mi avvicinai al suo viso
N:"Ho un ragazzo Peter" gli ricordai
Lui sbuffó e poi disse:
P:"So che le cose tra voi due non vanno bene e so anche che é arrivata in città quella ragazza"
Mi bloccai...
Che ragazza?Di che cosa stava parlando?
N:"Quale ragazza?"gli chiesi sedendomi vicina a lui.
P:"Mhh aspetta, come si chiama già, ah si Miley, la sua ex ragazza super sexy"

Persi un battito poi un altro ed infine un altro ancora.
La sua ex ragazza?Qui in città?
Aspettate un attimo...
Ecco chi era quella ragazza al telefono.
Ma perché non me l'ha voluto dire?Che ci fosse ancora qualcosa tra loro due?
E perché non mi ha mai detto che prima di me aveva un'altra ragazza?
Non ci sto capendo più nulla
Devo amdarmenen da li...
Ma dove vado?
A casa non posso perché finirei per scoppiare a piangere non appena intravedo il suo sguardo.
E qua non ci posso più stare.

N:"Io non..."non sapevo veramente cosa dire, non avevo neanche quasi la voce.
P:"Lo sapevi vero?"mi chiese alzandosi e mettendosi davanti a me.
N:"Io no, non..."mi fermai un secondo e poi ripresi a parlare
N:"Scusa devo andare" e senza neanche salutarlo me ne andai, lasciandolo li da solo con mille domande che gli passavano per la testa.

Camminai troppo velocemente, e in un tratto di secondo mi ritrovai a correre per non so dove.
Quanto gli costava dirmi che la sua ex ragazza era in città?
Si, avrebbe fatto lo stesso male ma preferivo venirlo a sapere da lui stesso non da altri.
Mi fermai e mi appoggiai ad un muro.
Avevo il fiatone, avevo corso davvero troppo.
Presi il telefono e notai alcune chiamate perse da Jonathan.
Lo ignorai e bloccai il telefono.
Dopo neanche un secondo sentì una goccia bagnarmi il viso, guardai il cielo e stava per venire un temporale.

Corsi più velocemente che potevo e mi avviai verso l'unica casa che in quel momento non volevo proprio vedere.
Arrivai davanti alla porta tutta fradicia, la pioggia non aveva voluto smettere, stava diluviando.
Suonai e ovvamente mi venne ad aprire Jonathan.
Aprì la porta e spalancò gli occhi appena mi vide.
Anche io mi sarei spaventata nel vedermi.
Tutta bagnata, il trucco ormai colato a causa della pioggia e delle lacrime che nonostante avessi giurato di non piangere piansi lo stesso.

Ci guardammo per un secondo e senza dire niente si avvicinò a me e mi prese tra le sue braccia.
Mi strinse forte, davvero forte, ma nonostante tutto desideravo da morire quell'abbraccio, perché si sta bene solo fra le sue braccia, mi fa sentire a casa, lui é la mia casa.
Piansi ancora di più, lacrime su lacrime scendevano sulle mie guance per poi cadere sulla spalla del ragazzo che mi teneva fra le sue braccia.

J:"Shh...va tutto bene piccola" mi sussurrò all'orecchio accarezzadomi i capelli ancora bagnati.
J:"Vieni entriamo"disse per poi chiudere la porta dietro alle sue spalle.
Arrivammo in salotto e le mie mani erano unite con le sue, le staccammo quando ci sedemmo sul divano.
Ci furono vari secondi di silenzio, ma poi lui iniziò a parlare.

J:"Vuoi dirmi cos'è successo?" mi chiese dolcemente.
Non lo guardai, sapeva bene che cos'era successo.
Guardai in basso, gli occhi fissi sul pavimento.
Ma poi decisi di parlargli, di dirgli che il problema era Miley, lo guardai negli occhi e sussurrai un solo nome.
Quel nome.
N:"Miley." dissi secca.
A sentir quel nome lui spalancò gli occhi.
J:"Chi?! Cosa?! L'hai vista?" disse alzandosi improvvisamente e portandosi una mano tra i capelli.
N:"No.Non l'ho vista, ma vorrei che tu mi raccontassi di lei, e voglio la verità"
Mi guardò per un attimo ed ero più che sicura che stesse per dirmi di no, ma poi fece un lungo respiro e si sedette vicino a me.
J:"Bene...ti racconteró tutto"
Disse solamente, mi girai verso di lui e lo ascoltai attentamente, senza scordarmi nessun particolare.
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Eccomi con un altro capitolo.
Scusate per il ritardo, ma in queste settimane ho dovuto concentrarmi solamente sulla scuola.
Cercherò di aggiornare prima che la scuola finisca, se no aggiorneró subito dopo.
Scusatemi davvero.
Grazie a tutti.❤
Al prossimo capitolo.😘










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