Capitolo 67

2.4K 106 10
                                    

Feci un passo indietro, non l'avevo mai visto così.
I suoi occhi erano rossi per colpa dell'alcol, aveva uno sguardo cattivo, minaccioso.
Sussultai quando pestai un pezzo di vetro.

J:"Cosa ci fai qui?" disse con una voce più dura, diversa dal solito.
Si avvicinò a me ma io indietreggiai.
Continuava ad avvicinarsi e io continuavo ad indietreggiare, avevo paura.
La cosa che mi fece bloccare fu il muro dietro di me.
Si avvicinò fino a quasi scontrare i nostri corpi.
Mi guardò attentamente e io abbassai gli occhi, mi accarezzó una guancia e sorrise.

J:"Sei così bella piccola."
N:"Sei ubriaco"
Sorrise e disse:
J:"Può darsi ma tu rimani bella"
Non dovevo cedere, non a lui, non a quegli occhi, non a quelle parole, non al suo tocco.
Mi aveva fatto male.
Cercò di baciarmi ma io lo scansai.
N:"Lasciami" dissi spingendolo via.
Thomas era di là che cercava di mettere un po' a posto.
J:"Ho fatto una cazzata okay?! Ma io ti amo, ti amo così tanto cazzo, non hai ancora capito che mi fai solo bene, dio piccola..."
N:"L'hai baciata davanti ai miei occhi!" urlai
Mi corse in contro e mi mise l'indice sulle labbra.
J:"Ehi no shh..non urlare"
N:"Non mi toccare" gli dissi stringendo i denti.
Resto zitto per un po'e poi disse:
J:"Mi dispiace davvero tanto, non so più cosa fare" disse quasi con le lacrime agli occhi.
N:"Non c'è più nulla da fare"
J:"Merda..." disse buttandosi per terra.

Inaspettatamente, scoppiò a piangere. Lacrime, singhiozzi veri, il petto che si alzava e si abbassava, un pianto isterico, convulso.
Poi si alzò e mise le sue dolci mani calde sulle mie guance e di punto in bianco disse.
J:"Vieni via con me."
N:"Cosa?" gli chiesi confusa
J:" Si...andiamocene lontano da tutti e tutto.
Solo io e te.
Dimentichiamoci il resto, dimentichiamoci i problemi, scappa via con me, voglio correre sotto la pioggia con te, farti il solletico, baciarti, dirti quanto sei bella.
E sentirti dire che sono un bugiardo e dirti che hai ragione, che non sei bella, sei bellissima.
Voglio svegliarmi con te al mio fianco, farti addormentare tra le mie braccia e farti dimenticare tutte le tue insicurezze. Ti prego...vieni via con me."

Non potevo credere alle mie orecchie, davvero aveva detto una cosa del genere?
N:"Quando?"
J:"Adesso."
Sorrisi tristemente e dissi
N:"Non possiamo"
J:"Perché no?"
N:"Perché tu sei ubriaco e quando domani ti sveglierai non ti ricorderai nulla di quello che hai detto"
Restò zittó e alla fine cambiò discorso...
J:"Mi perdoni?"
Non risposi.
Non sapevo cosa rispondere..
Lo perdono o no?
Come si può perdonare una cosa del genere?
Come si può baciare le stesse labbra che giorni prima ha baciato altre labbra, labbra diverse, diverse dalle mie.

Piansi.
Piansi anch'io.
É questo il mio problema, non riesco a trattenere le lacrime.
Non riesco a nascondere le mie debolezze.
Non riesco a fingere di essere forte.
Lui mi vide piangere e si addolcì.
J:"Vieni qui piccola" disse allargando le braccia.
Gli andai in contro e misi la testa sul suo petto.
Mi strinse forte.
Mi aggiustò.
J:"Dio quanto mi mancavi"
***
Dopo un'ora Jonathan si addormentò.
Mi alzai dal letto e andai di sotto, dove c'era ancora Thomas.
Era lì sul divano.
Mi sedetti vicino a lui e gli dissi
N:"Scusa se non ti ho aiutato ma..." non mi fece finire la frase che disse
T:"Non ti preoccupare, ti capisco" mi disse sorridendomi
N:"Okay"

T:"Sei l'unica persona che in questi momenti, lo riesce a calmare..." disse.
T:"Ho provato anche io a calmarlo, ma senza nessuna conclusione, beveva di piú. Non lasciarlo mai, non so cosa potrebbe fare, ho paura che senza di te possa fare delle cazzate, sei stata la persona che é riuscita a salvarlo, non da gli altri ma da se stesso. Ti ama tanto"
Sorrisi per le sue parole.
Mi ama tanto é vero, ma non sa quanto io ami lui.
N:"Lo amo anche io"
Dopo due minuti di silenzio tirò un sospiro di sollievo e disse:
T:"Io devo andare, se vuoi puoi restare qui, almeno domani quando si sveglia avrà qualcuno siccome i suoi genitori non torneranno fino a domani pomeriggio"
Annuì e mi salutò con un bacio sulla guancia.
Lo accompagnai alla porta e se ne andò.

Rimasi 10 minuti da sola a pensare a tutto e a niente.
Poi andai da Jonathan.
Mi spogliai e mi misi una sua maglia che ovviamente mi arrivava fino a metà coscia.
Mi misi sotto le coperte, lo abbracciai e pian piano mi addormentai.
***
La mattina seguente mi svegliai con Jonathan che dormiva ancora.
Mi alzai, mi vestii velocemente e andai di sotto.
Preparai due cappuccini come piace a noi e delle fette biscottate con la nutella, misi tutto sul tavolo e poi tornai da Jonathan per svegliarlo.
Guardai l'ora sul telefono, erano le 10:00.
C'erano alcune chiamate perse ma non ci feci caso.
Cercai di chiamarlo ma dalla sua bocca uscivano solo strani versi.
Poi per fortuna aprì gli occhi.
J:"Buongiorno"
N:"Buongiorno emh...ho preparato la colazione vieni sotto"
Non dissi più nulla, scesi di sotto e lo aspettai.

Scese dopo 5 minuti con i capelli tutti arruffati e con i vestiti stropricciati, com'è possibile che sia bello anche così?
Si sedette sulla sedia e bevve il suo cappuccino.
Non disse una parola.
N:"Ti ricordi qualcosa di ieri sera?"
Da una parte speravo che si ricordasse, dall'altra no.
J:"É tutto molto confuso"
N:"Mh"dissi soltanto e continuai a bere.
J:"Ricordo solo che ero con Thomas provavo a chiamarti ma non rispondevi e mi sono arrabbiato. Da qui in poi é tutto confuso. Mi ricordo di averti abbracciata e di averti vista piangere, poi ricordo di averti detto qualcosa ma non ricordo esattamente cosa."
N:"Okay"
J:"Non capisco solo una cosa"
N:"Cosa?"
J:"Perché sei qui? Cioé...tu eri arrabbata con me"
N:"Ti spiegheró più tardi ora mangia e non pensarci." dissi alzandomi e mettendo la tazza nel lavandino.
Lui annuì e continuò a bere.

***
Passammo il resto della giornata a guardare film e a leggere.
Lui ama leggere proprio come me.
Quindi mi ha consigliato vari libri.
Non parlammo molto.
In fondo non c'era nulla di cui parlare.
Io ero ancora arrabbiata, nonostante l'avessi abbracciato e lui non si ricordava un granché della sera precedente.

Si era fatta l'ora di tornare
casa e subirmi le urla di mia madre e le prediche di mio padre.
Mi accompagnó alla porta.
Era imbarazzato, si notava lontano un miglio e io ero arrabbiata.
Si passò una mano fra i capelli e disse:
J:"Emh...domani ci sarai a scuola?"
N:"Si...penso di si"
J:"Okay...allora a domani" disse sorridendomi.
N:"A domani" gli dissi e uscì da quella casa.
Quando uscii feci un lungo respiro e mi incamminai verso casa.

Forse é meglio così.
Forse é meglio che non si ricordi nulla.
Che non si ricordi delle bottiglie rotte lanciate contro il muro.
Che non si ricordi di quando si é accasciato a terra a piangere.
Quando mi ha supplicato di andare via con lui.
Quando sono scoppiata a piangere e lui mi ha abbracciata.
Quando abbiamo dormito abbracciati.
Forse é meglio che non si ricordi nulla.

Mi manca davvero tanto, ma quello che ha fatto é imperdonabile.
Dico così ma so già che tra neanche due giorni ritornerò da lui, ancora piú innamorata di prima e saremo ancora più incasinati di prima.
__________________
Eilaa eccomi tornata con un altro capitolo.
Spero vi piaccia.
Scusate per gli eventuali errori.
Grazie a tutti per i commenti e le visualizzazioni.
Al prossimo capitolo 😘










Ho bisogno di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora