Feci un passo indietro, non l'avevo mai visto così.
I suoi occhi erano rossi per colpa dell'alcol, aveva uno sguardo cattivo, minaccioso.
Sussultai quando pestai un pezzo di vetro.J:"Cosa ci fai qui?" disse con una voce più dura, diversa dal solito.
Si avvicinò a me ma io indietreggiai.
Continuava ad avvicinarsi e io continuavo ad indietreggiare, avevo paura.
La cosa che mi fece bloccare fu il muro dietro di me.
Si avvicinò fino a quasi scontrare i nostri corpi.
Mi guardò attentamente e io abbassai gli occhi, mi accarezzó una guancia e sorrise.J:"Sei così bella piccola."
N:"Sei ubriaco"
Sorrise e disse:
J:"Può darsi ma tu rimani bella"
Non dovevo cedere, non a lui, non a quegli occhi, non a quelle parole, non al suo tocco.
Mi aveva fatto male.
Cercò di baciarmi ma io lo scansai.
N:"Lasciami" dissi spingendolo via.
Thomas era di là che cercava di mettere un po' a posto.
J:"Ho fatto una cazzata okay?! Ma io ti amo, ti amo così tanto cazzo, non hai ancora capito che mi fai solo bene, dio piccola..."
N:"L'hai baciata davanti ai miei occhi!" urlai
Mi corse in contro e mi mise l'indice sulle labbra.
J:"Ehi no shh..non urlare"
N:"Non mi toccare" gli dissi stringendo i denti.
Resto zitto per un po'e poi disse:
J:"Mi dispiace davvero tanto, non so più cosa fare" disse quasi con le lacrime agli occhi.
N:"Non c'è più nulla da fare"
J:"Merda..." disse buttandosi per terra.Inaspettatamente, scoppiò a piangere. Lacrime, singhiozzi veri, il petto che si alzava e si abbassava, un pianto isterico, convulso.
Poi si alzò e mise le sue dolci mani calde sulle mie guance e di punto in bianco disse.
J:"Vieni via con me."
N:"Cosa?" gli chiesi confusa
J:" Si...andiamocene lontano da tutti e tutto.
Solo io e te.
Dimentichiamoci il resto, dimentichiamoci i problemi, scappa via con me, voglio correre sotto la pioggia con te, farti il solletico, baciarti, dirti quanto sei bella.
E sentirti dire che sono un bugiardo e dirti che hai ragione, che non sei bella, sei bellissima.
Voglio svegliarmi con te al mio fianco, farti addormentare tra le mie braccia e farti dimenticare tutte le tue insicurezze. Ti prego...vieni via con me."Non potevo credere alle mie orecchie, davvero aveva detto una cosa del genere?
N:"Quando?"
J:"Adesso."
Sorrisi tristemente e dissi
N:"Non possiamo"
J:"Perché no?"
N:"Perché tu sei ubriaco e quando domani ti sveglierai non ti ricorderai nulla di quello che hai detto"
Restò zittó e alla fine cambiò discorso...
J:"Mi perdoni?"
Non risposi.
Non sapevo cosa rispondere..
Lo perdono o no?
Come si può perdonare una cosa del genere?
Come si può baciare le stesse labbra che giorni prima ha baciato altre labbra, labbra diverse, diverse dalle mie.Piansi.
Piansi anch'io.
É questo il mio problema, non riesco a trattenere le lacrime.
Non riesco a nascondere le mie debolezze.
Non riesco a fingere di essere forte.
Lui mi vide piangere e si addolcì.
J:"Vieni qui piccola" disse allargando le braccia.
Gli andai in contro e misi la testa sul suo petto.
Mi strinse forte.
Mi aggiustò.
J:"Dio quanto mi mancavi"
***
Dopo un'ora Jonathan si addormentò.
Mi alzai dal letto e andai di sotto, dove c'era ancora Thomas.
Era lì sul divano.
Mi sedetti vicino a lui e gli dissi
N:"Scusa se non ti ho aiutato ma..." non mi fece finire la frase che disse
T:"Non ti preoccupare, ti capisco" mi disse sorridendomi
N:"Okay"T:"Sei l'unica persona che in questi momenti, lo riesce a calmare..." disse.
T:"Ho provato anche io a calmarlo, ma senza nessuna conclusione, beveva di piú. Non lasciarlo mai, non so cosa potrebbe fare, ho paura che senza di te possa fare delle cazzate, sei stata la persona che é riuscita a salvarlo, non da gli altri ma da se stesso. Ti ama tanto"
Sorrisi per le sue parole.
Mi ama tanto é vero, ma non sa quanto io ami lui.
N:"Lo amo anche io"
Dopo due minuti di silenzio tirò un sospiro di sollievo e disse:
T:"Io devo andare, se vuoi puoi restare qui, almeno domani quando si sveglia avrà qualcuno siccome i suoi genitori non torneranno fino a domani pomeriggio"
Annuì e mi salutò con un bacio sulla guancia.
Lo accompagnai alla porta e se ne andò.Rimasi 10 minuti da sola a pensare a tutto e a niente.
Poi andai da Jonathan.
Mi spogliai e mi misi una sua maglia che ovviamente mi arrivava fino a metà coscia.
Mi misi sotto le coperte, lo abbracciai e pian piano mi addormentai.
***
La mattina seguente mi svegliai con Jonathan che dormiva ancora.
Mi alzai, mi vestii velocemente e andai di sotto.
Preparai due cappuccini come piace a noi e delle fette biscottate con la nutella, misi tutto sul tavolo e poi tornai da Jonathan per svegliarlo.
Guardai l'ora sul telefono, erano le 10:00.
C'erano alcune chiamate perse ma non ci feci caso.
Cercai di chiamarlo ma dalla sua bocca uscivano solo strani versi.
Poi per fortuna aprì gli occhi.
J:"Buongiorno"
N:"Buongiorno emh...ho preparato la colazione vieni sotto"
Non dissi più nulla, scesi di sotto e lo aspettai.Scese dopo 5 minuti con i capelli tutti arruffati e con i vestiti stropricciati, com'è possibile che sia bello anche così?
Si sedette sulla sedia e bevve il suo cappuccino.
Non disse una parola.
N:"Ti ricordi qualcosa di ieri sera?"
Da una parte speravo che si ricordasse, dall'altra no.
J:"É tutto molto confuso"
N:"Mh"dissi soltanto e continuai a bere.
J:"Ricordo solo che ero con Thomas provavo a chiamarti ma non rispondevi e mi sono arrabbiato. Da qui in poi é tutto confuso. Mi ricordo di averti abbracciata e di averti vista piangere, poi ricordo di averti detto qualcosa ma non ricordo esattamente cosa."
N:"Okay"
J:"Non capisco solo una cosa"
N:"Cosa?"
J:"Perché sei qui? Cioé...tu eri arrabbata con me"
N:"Ti spiegheró più tardi ora mangia e non pensarci." dissi alzandomi e mettendo la tazza nel lavandino.
Lui annuì e continuò a bere.***
Passammo il resto della giornata a guardare film e a leggere.
Lui ama leggere proprio come me.
Quindi mi ha consigliato vari libri.
Non parlammo molto.
In fondo non c'era nulla di cui parlare.
Io ero ancora arrabbiata, nonostante l'avessi abbracciato e lui non si ricordava un granché della sera precedente.Si era fatta l'ora di tornare
casa e subirmi le urla di mia madre e le prediche di mio padre.
Mi accompagnó alla porta.
Era imbarazzato, si notava lontano un miglio e io ero arrabbiata.
Si passò una mano fra i capelli e disse:
J:"Emh...domani ci sarai a scuola?"
N:"Si...penso di si"
J:"Okay...allora a domani" disse sorridendomi.
N:"A domani" gli dissi e uscì da quella casa.
Quando uscii feci un lungo respiro e mi incamminai verso casa.Forse é meglio così.
Forse é meglio che non si ricordi nulla.
Che non si ricordi delle bottiglie rotte lanciate contro il muro.
Che non si ricordi di quando si é accasciato a terra a piangere.
Quando mi ha supplicato di andare via con lui.
Quando sono scoppiata a piangere e lui mi ha abbracciata.
Quando abbiamo dormito abbracciati.
Forse é meglio che non si ricordi nulla.Mi manca davvero tanto, ma quello che ha fatto é imperdonabile.
Dico così ma so già che tra neanche due giorni ritornerò da lui, ancora piú innamorata di prima e saremo ancora più incasinati di prima.
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Eilaa eccomi tornata con un altro capitolo.
Spero vi piaccia.
Scusate per gli eventuali errori.
Grazie a tutti per i commenti e le visualizzazioni.
Al prossimo capitolo 😘
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Ho bisogno di te.
Romance[STORIA COMPLETATA] Nicole Miller una ragazza di 16 anni diversa da tutte le altre,considerata da tutti come la "sfigata", non ha mai avuto un buon periodo, non ha avuto molte amicizie ma soprattutto non si é mai innamorata. Ma un bel giorno, camb...