Capitolo 74

1.7K 82 1
                                    

Mi svegliai con il sole di inizio giugno che passava tra le fessure della finestra.
Ero tra le braccia del ragazzo che ho amato sin dal primo momento che l'ho visto.
Cercai di alzarmi senza svegliarlo ma fallii miseramente.
Mi prese per un braccio e mi supplicó di restare.

J:"Ti prego resta ancora un po', non mi lasciare"
Lo guardai.
I suoi occhi sono un'altra cosa di lui che mi è mancata da morire.
Quegli occhi che ti guardano come se tu davvero, fossi la cosa più bella di questo mondo.
Quegli occhi che sono veri, sempre stati veri.
Quegli occhi azzurri dentro il quale ci vedo il mare infinito.
Mi accoccolai vicino a lui.
È stata la prima notte durante la quale sono riuscita a dormire senza avere incubi.
Mi accarezzó i capelli e mi disse:
J:"Voglio solo restare con te ancora per un po'. Voglio godermi questa giornata prima di tornare a casa e lasciarci tutto alle spalle."
Io annuì e gli sorrisi.

N:"Mi dispiace se non ti ho detto di Peter"
J:"E a me dispiace se Miley mi ha baciato e io non mi sono staccato"
Gli sorrisi cercando di fargli intendere che andava tutto bene, che non importava.
Ma a una parte di me importava più di qualsiasi altra cosa.
Importava perché ha fatto male.
Ma volevo lasciarmi tutto alle spalle, magari anche solo per un'ora.
Ma volevo stare con lui per qualche tempo senza pensare a tutto quello che c'è stato prima e che ci sarà dopo.
Volevo far finta di nulla, dirgli che stavo bene, che non ha fatto male, ma solo perché volevo averlo lì vicino a me che mi abbraccia.
Mi misi sopra il suo petto e lui mi abbracciò fortissimo.
Mi era mancato.

Poi mi prese il panico di punto in bianco, mi alzai dal letto di colpo e mi ricordai che oggi c'era scuola e non potevo permettermi di saltare le lezioni degli ultimi giorni alla fine dell'anno.
N:"Oggi c'è scuola, Beth si starà chiedendo dove fossi" gli dissi passandomi una mano sui capelli.
A sentir pronunciare quel nome lui rimase confuso.
J:"Beth? E quand'é che a Beth importa di sua cugina?"
Lo fulminai con lo sguardo e gli lanciai un cuscino.
Lui rise e poi io dissi:
N:"È cambiata o perlomeno sta cambiando"
J:"Sono le nove. Cosa vuoi fare? Vuoi entrare alla seconda ora?"
Mi chiese alzandosi dal letto.
N:"Si, siamo alla fine dell'anno non posso saltare le lezioni"
Lui fece cenno di aver capito e si aggiustò un po' i capelli.

Decidemmo che si sarebbe vestito come la sera precedente, tranne per il fatto che si mise la sua felpa che mi diede tempo fa al posto della camicia.
Disse che si vergognava ad andare a scuola con la camicia, quindi decisi di dargli la sua felpa e il giorno dopo me l'avrebbe restituita.
Per fortuna c'era il pullman che da lì a poco sarebbe partito per andare a scuola, quindi mi preparai velocemente e uscimmo di casa.

Il pullman era vuoto, giustamente erano già tutti a scuola.
Durante il viaggio non parlammo, ci limitammo a fare finta di essere due perfetti sconosciuti.
Entrammo in classe e ci sedemmo ai nostri posti senza nemmeno guardarci per un secondo.
Guardai i miei compagni e loro mi guardavano in modo strano, come se sapessero qualcosa che io non sapevo ancora.
Feci finta di nulla e aprii il mio quaderno di scienze.
Ancora una settimana e questo inferno finiva.
Ancora una settimana e potevo andarmene via da questa scuola e passare finalmente le vacanze con Jasmine.
Non avevo voglia di parlare con nessuno durante quell'ora nonostante fossi di buon umore.

Stava per suonare la campanella quando la porta si spalancò bruscamente.
Era Susan.
Anzi non sembrava per niente lei, aveva le lacrime agli occhi e singhiozzava.
Poi mi guardò e urló:
S:"Come hai potuto! Come cazzo hai potuto!"
Disse e se ne andò.
Lasciandomi lì confusa e con gli occhi di 24 studenti puntati su di me.
Come ho potuto cosa? Di che cosa stava parlando?
La campanella suonó e mi precipitai da lei.
Corsi per tutto il corridoio fino ad arrivare alla sua classe, chiesi ai suoi compagni dove fosse ma non lo sapevano.
Andai in giardino e non c'era nemmeno lì.
Corsi in bagno e nemmeno lì c'era.
Poi pensai a dove potesse essere.
Mi venne in mente un solo posto.
La biblioteca della scuola.
È li che andavamo qualche volta quando non volevamo vedere nessuno, quando l'unico nostro rifugio eravamo noi e i libri.

Corsi in biblioteca e per mia fortuna non c'era nessun'altra persona.
Cercai Susan ovunque, fino a quando sentii in un angolino una persona piangere.
Mi avvicinai lentamente e lei era lì.
Con le ginocchia tirate su fino al petto e la testa fra di esse.
E piangeva, Dio se piangeva.
Mi sedetti vicino a lei, ma lei non mi guardò.
N:"Susan non capisco. Perché piangi?"
Non mi rispose.
Continuó a piangere soltanto.
Cercai di toccarle la spalla ma mi scansò.

N:"Ti prego parlami, che cos'ho fatto?"
Si alzò, mi guardò e i suoi occhi erano impietriti. Trasmettevano solo rabbia e delusione.
S:"Che cos'hai fatto?" Disse ridendo cattivamente.
S:"Che cos'hai fatto? Ti sei scopata la persona che amavo e che amo tutt'ora cazzo."
Cosa? Continuavo a non capire.
N:"Susan di cosa stai parlando"
S:"Sto parlando di Peter Nicole, lo sa tutta la scuola, tu gli piaci, e te lo sei pure scopato. Ti è piaciuto almeno? Eh? Ti è piaciuto Nicole?"

Il mondo mi crolló addosso.
Non avrei mai potuto fare una cosa del genere.
Non le avrei mai fatto questo sapendo i suoi sentimenti per lui.
Anche se lo avessi amato, l'avrei lasciato andare, per lei, l'avrei fatto per lei.
Perché ora mi stava dicendo quelle cose?
N:"Te lo giuro Susan,  non ci ho fatto niente con lui. Te lo giuro" dissi piangendo.
S:"E allora perché piangi Nicole?"
N:"Perché non voglio perderti. Non pure te."
Finalmente smise di piangere ma i suoi occhi rimasero uguali, più freddi del ghiaccio.

S:"Dimmi che non sta succedendo davvero. Dimmi che non te lo sei scopato. Dimmi che non ti piace, che non gli piaci. Perché lui Nicole? Perché proprio lui!" Urló di nuovo e lanció un libro dall'altra parte del corridoio della biblioteca.
N:"Io gli piaccio ma a me lui non piace. Lo sai che amo Jonathan. Non ti avrei mai fatto una cosa del genere."
S:"Perché allora dovrebbero mentirmi su una cosa de genere?"
Mi stavo affentando a dire che non lo sapevo, poi mi venne in mente l'unica persona che poteva dire una cosa del genere, l'unica persona che l'ha sempre saputo.
Beth.

N:"È stata Beth vero? Te l'ha detto lei?"
S:"Che importa di chi me l'ha detto?"
N:"A me importa cazzo. Qualsiasi cosa ti abbia detto non è vero. Mente, l'ha sempre fatto."
Mi guardò e abbassó lo sguardo.
N:"Che c'è?"
S:"Non è stata lei"
Stavo per chiederle chi fosse stato allora.
Ma lei si affrettò a rispondermi.
Mi guardò e poi disse:
S:"È stata Miley."
_______________________
Eii ciao a tutti❤️
Eccomi con un altro capitolo, come sempre spero vi piaccia.
Al prossimo aggiornamento❤️

Ho bisogno di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora