Capitolo 68

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Ritornai a casa stanca morta, sembravo uno zombie che camminava e come se non bastasse si era messo a piovere, in pieno Maggio ovviamente.
Manca solo più un mese alla fine della scuola.
E giuro che vorrei smettere di fare tutto ora, in questo preciso istante.

Vorrei solo sedermi ad ascoltare la pioggia, che odio e che amo allo stesso tempo.
Che odio perché quando piove, incomincia a piovere anche dentro di me, lacrime su lacrime, tristezza su tristezza.
Che amo perché l'ho sempre amata e non c'è un perché o un motivo esatto, non c'è un perché quando ami.
La ami e basta.
La ami perché ti piace, perché é bella, perché ti rende felice.

Lui é un po' come la pioggia.
Lo odio e lo amo allo stesso tempo.
Lo odio perché quando sta male, poi sto male anch'io.
Lo odio perché mi fa perdere la testa.
Lo odio con i suoi momenti no, con le sue lune storte.
Ma lo amo, dio se lo amo.
E come ho già detto non può esserci un perché quando ami.
Lo amo perché é lui.
Noi due siamo un po' come il cielo e la pioggia.
Quando il cielo é triste, la pioggia piange con lui.

Senza rendermene conto ero arrivata davanti a casa mia.
Non ero tanto bagnata, siccome non pioveva tanto.
Ma da un momento all'altro sarebbe arrivato il temporale.
Sussultai quando sentii un tuono.
Suonai ma nessuno mi venne ad aprire.
Suonai più volte e alla fine arrivó Beth.
B:"Ma che..." disse guardando i miei capelli bagnati.
Le feci un finto sorriso ed entrai in casa.
N:"Mamma e papà?"chiesi non vedendoli in casa.
B:"Al lavoro"
N:"Erik?"
B:"A scuola."
Le feci cenno con la testa di aver capito e poi andai di sopra a cambiarmi.

Mi tolsi la maglietta e ne misi una asciutta, la stessa cosa feci con i pantaloni.
Beth restava sulla soglia della porta a fissarmi.
N:"Come mai non sei andata a scuola?"
Erano solo le 11:30 del mattino, a quest'ora dovrebbe essere a scuola, come me.
B:"Nemmeno tu ci sei andata"
Mi sedetti sul letto e aprì whatsapp.
C'erano vari messaggi di Susan, Martina, Jasmine e Thomas.
Poi in fondo vidi che c'era un altro messaggio, di un numero non salvato, lo aprii e lo lessi:

"Ei ciao, emh sono Peter, ho bisogno di parlarti il più presto possibile, scrivimi quando puoi"

Peter? Cosa voleva da me Peter?
B:"Dove sei andata ieri sera?"
Mi chiese di punto in bianco lei.
La guardai e le dissi la verità, perché mentirle? Mi sono stancata di mentire a tutti.
N:"Da Jonathan"
B:"É successo qualcosa?" mi chiese preoccupata.
Dalla sua espressione non riuscì a capire se era preoccupata per davvero o era solo una finzione.
N:"Nulla di grave"
E la conversazione terminò così.
Riaprii whatsapp e restai per più di un minuto ferma su quel messaggio.
Alla fine mi decisi e gli scrissi:

"Vediamoci per le 16:00 al parco vicino casa mia"

Premetti invio e dopo aver risposto a tutti, bloccai il telefono.
Dopo mangiato non sapendo che fare decisi di chiamare un po' Jasmine.
Mi raccontò di come stesse andando con Andrea, della sua famiglia, della scuola e che non vede l'ora di vedermi.
Già... manca poco e ci vedremo.
Quanto mi manca.

Verso le 15:00 decisi di farmi una doccia veloce.
Prima di spogliarmi, mi guardai allo specchio e non mi riconoscevo.
Chi era quella ragazza?
9 mesi fa non ero così.
Prima di conoscerlo non ero così.
Avevo gli occhi rossi forse dal pianto e le occhiaie.
Non dormo.
Non riesco più a dormire.
Non riesco più a respirare.
Mi spogliai ed entrai in doccia.
Mi sciacquai velocemente.
Una volta vestita, mi asciugai i capelli.
Vorrei tanto tagliarli, non sopporto neanche più i miei capelli, sono troppo lunghi.
Non avevo neanche la forza di truccarmi.
Presi una felpa nel caso facesse freddo e uscì.

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