"Show the world you've got that fire
Feel the rhythm getting louder
Show the world what you can do
Prove to them you've got the moves
I don't know about you , but
I feel better when I'm dancing"Una volta che le sue labbra furono lontano dalle mia, mi girai più che soddisfatta verso Stefano. Sorridevo come per dirgli: vedi, anche senza di te vivo. In realtà però sapevo di morire dentro, avevo il cuore ridotto in brandelli e per tutta la durata di quel bacio, il mio pensiero era stato rivolto a lui. Come pensavo lo stesso, per la mente di Alessio rivolto lei.
<<Però, che belli, state insieme? Non lo sapevo>> Intervenne la prof rovinando l'atmosfera di sfida che si era creata, tra noi quattro soprattutto. Il resto della classe era solo una presenza inesistente, come se fosse una comparsa in un film.
<<In realtà no...>>
<<Oh>> disse la prof rimanendo incredula, decise allora di lasciar perdere noi e alla fine la campanella segnò la fine di quella giornata veramente orribile.
Presi la mia roba e senza dar conto a nessuno, mi avviai verso la fermata del bus, ma una mano mi fermò.
<<Lasciami Dylan, voglio solo andare a casa>>
<<Non esiste, dimmi cosa ti è preso?>>
<<Cos'era quel bacio? >> entrò nel discorso Lydia con dietro il resto del gruppo.
<<La chiamano vendetta>> risposi sbuffando e andando verso il mio bus, ma questo mi chiuse le porte in faccia e io rimasi come una pera fuori.
<<Mi avete fatto perdere il Bus, e nessuno di voi ha la patente come ci arrivo a casa?>> domandai io, infuriata con tutti loro. Stavo morendo di fame.
<<Hey, Hairottononparlareconme, se vuoi ti accompagno io!>> disse quel mezzo sconosciuto a cui avevo dato un bacio con tanto di lingua.
<<Arrivoo>> urlai, infilandomi nella sua auto. Pur di non parlare di quello che avevo fatto, accettavo di andare in macchina con un estraneo e indicargli l'indirizzo di casa. Mi ispirava fiducia e per una che amava seguire l'istinto, quando la testa era stata offuscata da pensieri di ragazzi con gli occhi verdi, era la cosa "giusta" fa fare.
<<Dove andiamo?>>
<<Arriva fino in fondo, gira a desta, poi hai presente la rotonda al supermercato? Bene, prendi la seconda uscita e vai avanti per tre chilometri>>
<<Certo Signorina Navigatore>>
<<Dai, Scemo. Senti, comunque, il bacio era solo un bacio. Iniziato e finito li, vero?>>
<<Certamente, penso che avevamo entrambi lo stesso interesse nel farlo.>>
<<Dicono sia sbagliato>> puntualizzai come se non fossi colpevole dello stesso reato.
<<Drogarsi è sbagliato, darsi un bacio no>> Rispose lui.
Sorrisi leggermente a quella affermazione e guardai la strada. Mi capitava di lanciare qualche sguardo nella sua direzione e devo dire che era bellissimo, ma nulla a che vedere con il biondino che aveva rapito -E distrutto- il mio cuore.
Alessio teneva gli occhi ben fissi sulla strada, un'aria concentrata e sofisticata gli si era dipinta sul volto. Un braccio sul volante, uno sul finestrino con l'aggiunta di Ray Ban, lo rendevano semplicemente ammirevole.
<<Sono bello?>> Chiese lui di punto in bianco guardandomi.
<<Devo ammettere che non sei male>> gli dissi in tutta sincerità.
Scoppiò a ridere poi aggiunse: <<Il biondino mi batte, vero?>>
<<La bionda pure>> mormorai, tornando a fissare la strada.
<<Che cazzo fai? Avevo detto dall'altra parte. Che ci facciamo qui? Brutto pezzo di merda, fammi scendere>> Gridai a pieni polmoni. Chi me lo aveva fatto a me di fidarmi di uno sconosciuto? Perché dovevo sempre fare qualcosa e pentirete dieci secondi dopo?
<<Calmati, faccio una piccola sosta. Fidati>>
<<No! Sosta un tubo, tu ti fermi ora>> precisai fissandolo
Stavo per aprire la porta quando davanti ai miei occhi si materializzò un'asilo.
<<Ma che? >>
<<Ti ho portato nella vera scuola in cui dovresti andare>> mi disse aggiungendo un occhiolino e abbozzando un sorriso perfetto.
<<Ah, ah, simpatico>> dissi tirandogli una gomitata sul braccio.
Due minuti dopo, uscì dalla macchina e si sedette su un vaso. Sembrava così spensierato, i capelli completamente fuori posto e lo sguardo dolce mentre aspettava che il cancello aprisse.
<<Chi stiamo aspettando?>>
<<Mio fratello, Bobbi>>
<<Sì chiama così?>> gli chiesi titubante. Che razza di nome è Bobbi?
Il suo sguardo serio, sembrava dicesse la verità. Mi sentii improvvisamente ridicola e in colpa nell'averglielo domandato.
Non potevo non fare un'altra figura. Oramai ero esperta.
Le porte si aprirono facendo uscire una banda di bimbetti piccoli che correvano dai loro genitori. Un piccolo marmocchio si avvicinò a noi, e in meno di due secondi saltò addosso a quello che era il mio compagno di banco.
<<Ciao Marco, lei è >> mi guardò in modo strano. Cercai di capire cosa volesse dire, ma non mi venne nulla in mente.
<<Come ti chiami?>> mi chiese poi. Solo allora mi resi conto che non mi ero ancora presentata.
<<Isabel, chiamatemi Bel.>> dissi, subito dopo mi rivolsi al piccolo <<Ciao, campioncino, che hai fatto oggi all'asilo?>>
<<Ho fatto un disegno, guarda>> mormorò estraendo un foglio dallo zainetto e mostrandomi uno scarabocchio incomprensibile, ma d'altra parte io disegnavo uguale, quindi non lo criticavo.
<<Bellissimoo>> commentai fingendo entusiasmo per lui.
<<Perfetto, adesso andiamo >> Si intromise il fratello. Interrompendo la nostra scenetta.
Entrammo in macchina e una canzone si fece spazio tra le mie orecchie: I'm better when I'm dancing, colonna sonora di Snoopy. L'avevo visto con Emma tempo fa in streaming e adoravo ballarla. Iniziai a muovere le braccia a ritmo di musica e fui subito seguita dal piccolo. <<Yuppii>> gridò ballando, un po ' come veniva.
<<Graziee >> gli dissi una volta arrivati davanti casa.
<<Figurati>>
<<Ci vediamo Bel>> Aggiunse il bimbo agitando la mano in segno di saluto. Ripetei il gesto e mi avviai verso la mia umile dimora.
Passai per il giardino, tagliando metà del sentiero e una figura catturò la mia attenzione.
<<Hai fatto in fretta a dimenticarmi>> disse la stessa voce inconfondibile. Perché? Che ci faceva fuori alle due di pomeriggio sotto questo caldo cocente?
<<Questo era quello che volevi, no?>> dissi disinvolta e mostrando sicurezza.
Trasalii al solo pensiero di avere il suo sguardo su di me. Quando alzai la testa e lo vidi, volevo svenire. I nostri occhi erano qualcosa che non sapevo spiegarmi, ogni volta mi incatenavano al terreno.
<<Sisi>> borbottò sovrapensiero. Cos'è adesso gli dava fastidio? Prima diceva una cosa poi ne faceva un'altra, non ero mai in grado di capire cosa voleva. Negli ultimi due giorni si comportava in modo strano.
<<Ste, smettila. Hai detto dovevo dimenticarti, non mi venire ogni volta davanti.>> mormorai, quasi urlando. Di nuovo, le lacrime minacciavano di uscire, ma le trattenni mandando a fuoco la mia gola.
<<Volevo solo dirti una cosa, potevi ignorarmi>>
<<Senti, posso fare una cosa?>>
<<Che vuoi fare?>> domandò Stefano, guardandomi con incomprensione. Ero pazza? Probabilmente, ma volevo farlo.
Mi avvicinai al suo faccino che, nonostante le diversità era sempre lo stesso. Ero a due centimetri dal suo volto, quando gli allaciai le braccia intorno al collo e lo abbracciai. Lo strinsi forte un'ultima volta. Aveva in misto di One Million e bagnoschiuma da uomo che lo avvolgeva e in quel momento travolse anche me.
Sentii il cuore trovare il suo posto, come se quello fosse l'unico luogo sicuro in cui abitare, in cui vivere. In cui amare.
Le sue mani mi sfiorarono i fianchi con un gesto lento che mi fece impazzire. L'avrei baciato lì se solo me lo avesse chiesto. Nemmeno il tempo di immaginarmi la scena che mi allontanò con mossa affrettata.
<<Okay, hai avuto quello che desideravi, ora togliti dalla mia vita. Sei stata un bel capitolo Bel, adesso addio. Te lo ripeto, non mi interessi.>> detto questo si alzò e si allontanò.
Rimasi a piangere nell'angoscia. Era la terza volta che lo vedevo allontanarsi e per la stessa medesima volta, mi si spaccava l'anima. Una parte di me, avrebbe voluto creare una storia con Alessio. Era bravo, divertente, bello.
"Ma non era Stefano" intervenne la mia vocina, portandomi alla realtà.
Tornai a casa strascicando e quando aprii la porta mi buttai, ancora piangendo, tra le braccia di mio fratello. L'unico che non era a scuola o a lavoro.
<<Che hai? Non ne posso più di vederti così >>
<<Lo so... M-Ma, io non lo so Mat>> Balbettai agitandomi. Tutta la mia corazza era stata buttata giù, da un solo individuo e dalla sua freddezza.
<<Okay, adesso smettila di piangere. Dai, mangia che ti offro un gelato>>
Sorrisi a quell'affermazione. Neanche una bambina si sarebbe comportata così.
<<Ah, Mat, cos'era quel braccialetto a Cri?>> chiesi mentre addentavo la mia pizza preferita: la margherita.
<<Una scommessa fatta con il Villa>> Rispose affermando ogni mia certezza.
<<Alessio?>> domandai, ricordando il suo cognome.
<<Lo conosci?>>
<<Compagni di banco>>
<<Mi prendi in giro? Morirai con lui, e conoscendoti ti piacerà anche, e in tutta sincerità spero di si, è un bel tipetto, e molto bravo come ragazzo. Giusto per te, potrà farti dimenticare.>> mi informò Mattia, dando una nota di speranza a quelle parole.*Spazio Autrice *
Come capitolo non è il massimo, me ne rendo conto, ma prometto di rimediare con il prossimo.
Inoltre, volevo dedicare questo capitolo a GiuliaGiulia-; occhidighiaccio14 che mi avevano detto di aggiornare subito, e beh avevo risposto che l'avrei fatto entro questa sera, hahahahaha eccolo (Scusate il ritardo ❤)
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Come un fiume verso il mare #Wattys2016
RomanceIl rapporto di Stefano e Isabel è un amore nascosto dietro le vesti di un'amicizia. Si conoscono da sempre, ma non hanno mai avuto il coraggio di esprimere i loro reali sentimenti. Con l'improvvisa morte della madre di Stefano, lui si allontana di...