Capitolo 20

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"Forse è sbagliato però
dobbiamo arrenderci oramai
È come lacrime sai sgorgano lettere che sanno ancora di te..."

Busta bianca con davanti la scritta "everything i could never tell you" Già emozionante. Aprii con molta cautela Il foglio che la racchiudeva e la sua scrittura in un misto di lettere mi si parò davanti. In realtà non mi aspettavo un grand che, disse che si era drogato molto per scriverlo, probabilmente neanche sapeva cosa incideva su quella carta...
Iniziai a leggere:

"Cara Bel,
Inizio col dirti che oggi eri bella,
Avrai capito che ti ho vista.
Oramai forse è tardi, ma rimani
sempre il mio koala.
Bel, non so che scrivere.
E sono troppe le cose che devo dire.
Lascio i ricordi uccidermi
ogni sera.

Marijuana,
Insistenza alcolica, bottiglie di...

Malibu di papà,
Alcolici di ogni genere.
Non per dire nulla ma...
Con tutto ciò, ancora non mi basta.
Ho dolore profondo nel cuore sai?
Io non ce la faccio.

E vorrei morire ogni mattina.

Ti guardo e mi scoppia il cuore.
Invece di dirtelo mi uccido sa solo.

Almeno ora te lo sto dicendo.
Meglio di no, non lo so.
Oramai te l'ho già detto.

So che non hai capito molto il senso di questa lettera, allora fai una cosa: Leggi solo le iniziali delle frasi, quelle in lettera maiuscola e poi capirai...
Con affetto

Ste

Ps: so che dopo questa lettera, ammesso che la leggerai, tornerai ad amare me... beh sono pronto a ricominciare... Devi solo dire di SI"

Rilessi con cura le iniziali per venti volte, e ancora non mi bastava. Gli occhi diventarono lucidi e subito dopo buttarono via le lacrime.
Sapevo di amare Alessio, però se io l'avessi letto prima sarei tornata da lui e avrei vissuto felice con l'amore della mia vita. Oramai però era passato, io vivevo in un'altra spiaggia, il mio cuore veniva riscaldato da qualcun altro. Però... Stefano era Stefano.
Racchiusi la testa tra le mani pensando a mille cose. Catapultando i miei ricordi dal passato, alla realtà del presente fino a portarli nella fantasia del futuro.
Il dolore aumentava sempre più a ogni scena che passava nella mia testa. Ero distrutta al massimo.
Aveva ribadito che non gli piacevo più, oramai non provava nulla per me... ma la domanda cruciale era: Si può dimenticare una persona in così poco tempo?.
Il campanello suonò d'un tratto, distogliendomi dai pensieri per un Nanosecondo.
Aprii la porta e Dylan fu davanti a me. Pensavo si sarebbe messo a parlare, o qualsiasi altra cosa, invece mi abbraccio con potenza allucinante, dandomi conforto.
<<Che succede?>>
<<Vieni su... ti racconto>>
Lo portai un camera mia e ci distendemmo ai due lati del letto con la testa una accanto all'altra fissando il soffitto.
<<Beh...?>> iniziò con quella voce che spronava sempre a continuare.
<<Beh... hai presente la lettera di Ste? L'ho appena letta e avrei tanto voluto non averlo fatto>>
<<Cosa? Fammi vedere! >> esclamò curioso prendendo tra le mani la mia lettera e leggendo parola per parola, più la frase in esso nascosta.
<<Non è finita>> aggiunsi prima che parlasse. <<Mi ha detto che non provava più quelle cose e che era drogato quando l'ha scritta. >>
<<Ah... e tu cosa provi?>> mi chiese poi. Tipico, solo il mio migliore amico si preoccupava per me, anche dopo averlo trascurato per mesi, il resto se ne fregava.
<<Non lo so... cioè io so innamorata di Ale... >>
<<Ne sei sicura? Ti ricordo che quando stavi per dirgli Ti Amo poi ti sei bloccata... perché?>>
<<Penso che la paura di riprovare una cosa seria mi sia concessa!>> replicai in quarta.
<<Rilassati>> congedò Dylan alzando una mano, e aspettando che io intrecciassi la mia. Ero il tipo che amava stare più con i maschi che con le femmine, gli trovavo più semplici di noi, più comprensibili.
Toccai le sue dita e strinsi forte, lasciando di nuovo spazio alle lacrime.
<<E della storia di Ale che mi dici?>>
<<Sapevo tutto, ma non immaginavo che Ludovica avrebbe reagito così... adesso non ho più certezze su nulla>>
<<Non ti ha mandato un messaggio?>> domandò Dylan, alzandosi dal letto.
Per sicurezza controllai e proprio una notifica di messaggio compariva sul display. Mi tornò il sorriso. A volte nella vita basta così poco per essere felici: il migliore amico pronto a trovarti, un messaggio dalla persona che ami.
<<Siii>> esultai iniziando a saltare.
Guardai bene e il messaggio non era di Alessio, ma bensì di Stefano. L'ansia rubò il posto alla felicità iniziò a palpitarmi il cuore a velocità supersonica.
"CHE VUOLE ADESSO?"
<<Dylan è di Ste... lo leggi tu?>>
Senza farselo ripetere il ragazzo eseguii l'ordine.
<<Hey... Scommetto quanto ti pare che già hai letto la lettera! Curiosona che non sei altro. Comunque ti ribadisco che oramai non mi interessa più! Almeno non creo fraintendimenti. >> lesse Dylan
<<Ah okay, si avevo capito, scrivi tu il messaggio>> dissi al mio amico, tornando poi ad abbracciarlo.
<<È tu che mi dici? Come va con Lydia?>>
<<Come sempre>> Tagliò corto.
I due provavano sentimenti, ma nessuno dei due era troppo grande da ammetterlo e negli ultimi tempi pure Tyler e Allison stavano sempre insieme. Che pure loro provassero del tenero?
<<Gli altri dove sono?>>
<<I miei a lavoro, Emma a scuola, e Mat è uscito con i suoi amici>>
<<A quest'ora?>>
<<Non lo so, ha detto così>>
Il pomeriggio fino al ritorno dei miei lo passai con il mio Best Friend, parlando un po' di tutto e concentrandoci poi sulla gita ad Amsterdam.
<<Parliamo della città dove tutto è Legale>> commentò lui, felice.
<<Già>> risposi io non smettendola di abbracciarlo. Lui era così, Dylan era fatto per essere stritolato di coccole, ovviamente senza esagerare.

Mat ed Emma erano tornati da circa un'ora e nel tempo di aspettare le otto, l'arrivo dei miei più la cena, decidemmo di vedere un film Disney: Il Re Leone.
La famosa scena, fece piangere sia me che mio fratello, al contrario di Emma che ci guardava straniti.
<<Ma non fa tanto piangere>> Si lamentò dandoci degli stupidi sensibili.
<<Generazione Fallita>> replicò mio fratello, con tanto di imitazione drammatica.
Nel bel mezzo del film l'arrivo di un messaggio illuminò il mio schermo.
" Stavolta è lui!" Pensai accendendo il sorriso di prima tra le lacrime del Re Leone.
Invece no, il messaggio era ancora di Stefano.
"Vieni un attimo su Filo?"
La mia cara amica curiosità non rilesse neanche la frase completa che con una scusa andai via e mi diressi verso Filo.
Ed eccolo lì: i suoi orrendi capelli biondo limone e quegli occhi concentrati di fronte, poteva benissimo rispecchiare l'Infinito di Leopardi.
<<Buu>> urlai aprendo di scatto la finestra. Per poco non mi rimase sulla coscienza, si bilanciò in avanti perdendo l'equilibrio per fortuna, si aggrappò forte al ramo sopra la sua testa.
<<Certo però che di modi per uccidermi ne trovi tanti eh? Prima lo schiaffo, poi la padella, poi una penna, poi un bacio a vuoto, vai con il fidanzamento con Ale e infine per poco non mi fai cadere... cavolo vuoi proprio levarmi di torno>> borbottò tutto serio per poi finire in un'unica risata e solo quando girò la testa verso me, realizzai che le cinque canne di stamani non gli erano bastate.
<<Scusa>> mormorai in mia difesa.
<<Allora, il motivo per cui sono qui?>> chiesi poi, sedendomi dall'altra parte con solo il tronco che ci separava.
<<Ti va di uscire a fare un giro con me ora? Tranquilla non ho cattive intenzioni o cose varie, devo solo comprare un po' di cose per la gita e i miei amici mi hanno dato buca>> spiegò continuando a fissare davanti a sé.
<<Okay, si può fare. Dopo cena, verso le otto e trenta suona che scendo>>
<<Mi raccomando PUNTUALE>> finì andandosene, però prima sottolineo la parola puntuale con cura.
Dopo varie convinzioni a mia madre riuscii ad avere il permesso.
Che ci crediate o no, alle 20:30 ero presente e pronta fuori dalla porta. Jeans, maglia a maniche corte e basta, nessun filo di trucco in eccesso. Mi conosceva per quella che ero realmente. E tale mi darei mostrata ai suoi occhi. In realtà non volevo andare con lui, ma considerato il mio lato vendicativo che affiorava, non potevo farne a meno. Okay, capivo il senso della famiglia da parte di Alessio, ma almeno un misero messaggio poteva mandarlo.
<<Piaciuta la lettera?>>
<<Sisi... carina>>
<<So che ti aspettavi di più, una di quei poemi lunghi e commoventi, ma uno mi veniva da ridere; due il motivo lo sai>> spiegò accendendo il motore della macchina e avviandosi verso il centro paese dove vi erano tutti i negozi.

Come un fiume verso il mare  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora