Capitolo 12

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"Can we go back, this is the moment
Tonight is the night, we'll fight 'til it's over
So we put our hands up like the ceiling can't hold us
Like the ceiling can't hold us"

<<Auguriiii>> mi urlarono tutti alla festa appena entrai.
Era ricoperta di gente dai diciasette ai ventitré anni ed erano già ubriachi. Infondo, erano passati quaranta minuti dall'inizio del mio compleanno, già, avevo fatto tardi anche quella volta.
"Chissà se al mio matrimonio sarò in anticipo" pensai spensierata mentre venivo circondata da abbracci e 'Auguri' da ciascuno.
La sala notai che era molto grande e le casse da dove pompava la musica lo erano altrettanto.
<<Auguri scema >> mi sussurrò Alessio all'orecchio facendomi rabbrividire.
<<Grazie>>
<<Il mio regalo è il più bello tra tutti ti avverto>> mi disse poi sorridendo maliziosamente.
Certamente, regalare qualcosa di sconcio al diciottesimo, una tradizione che si tramandava di anno in anno in questa città.
<<Mhh fammi indovinare è di gomma?>> domandai rispondendo con il suo solito sguardo.
Rise con il suo sorriso perfetto e poi mi rispose: <<No, è di pelle>>
Mi si ribollì il sangue.
"Mica vorrà fare qualcosa con me?"
"Non sono pronta a concedermi un'altra volta"
"Cosa sta alludendo? Perché questa frase" le domande che mi si piazzarono in testa erano una marea, una più pericolosa di quella precedente.
Okay, mi piaceva, tale passo però richiedeva amore. Non avrei più usato il sesso come via d'uscita come facevo con Francesco. Fare sesso, o l'amore se preferite, in sostanza è la stessa cosa, deve essere speciale con la persona adeguata e non buttata via per imporre al tuo cuore di dimenticare ciò che mai avrebbe dimenticato.
<<Scherzavo>> borbottò Ale, porgendomi un bicchiere di Vodka.
<<Vuoi ubriacarmi?>> gli chiesi ancora confusa per la risposta di prima.
<<Bel, che hai? Ti ricordo che ho un figlio penso di avere delle responsabilità nella mia vita che ubriacarti e poi cosa? Pensi che ti avrei portata magari a letto? Se è così non hai capito proprio nulla. Penso di avertelo detto che mi piaci>>
Rimasi basita. Stavo sbagliando tutto, ero appena arrivata e da che volevo divertirmi fini per preoccuparmi già dai primi dieci minuti in quel luogo.
<<Scusa>> mormorai prendendo il suo bicchiere e buttandolo giù d'un fiato.
<<Ne voglio un altro>>
<<No, Bel. Uno basta>> ribadi Alessio con tono serio, sembrava parlasse con Marco invece che con me.
<<Okay, te la abbuono solo per il tuo diciottesimo>>
Sorrisi a quella battuta, -speravo vivamente che lo fosse- e mi avviai verso il bancone dove si trovavano puntualmente i miei amici.
<<Sempre davanti alle bevande alcoliche voi eh? >>
<<Già, noi beviamo e tu hai i postumi della sbornia>> replicò Tyler offrendomi uno dei suoi calorosi abbracci.
Nel nostro gruppo avevano tutti diciotto anni, se non io e adesso avevo scoperto anche Elena. A dicembre avrei avuto un altro diciottesimo.
<<Allora cosa diceva il tuo spasimante?>> domandò Dylan con la faccia da furbetto che di solito aveva Lydia.
<<Nulla di che, mi faceva gli auguri>> risposi tralasciando l'imbarazzo che c'era stato tra noi.
<<Ma... Stefano?>> notò poi Cristal che non c'era.
<<Infondo sapevo che non sarebbe venuto... io l'ho invitato>>
<<Sarà con Ludo>> aggiunse Tyler facendo ribollire il sangue. Il solo pensiero di loro due mi fece salire il vomito.
<<No, lei è qui... a parlare con Alessio>> Ribatté Lydia indicandomi il punto esatto in cui si trovavano i due.
Li guardai con sospetto. Non era possibile che a entrambi piacesse lei, non era possibile che quella ragazza con mezzo materiale fuori attirasse tutti i ragazzi a se. Non era possibile che mi rubasse la scena al mio compleanno, non glielo avrei permesso.
<<Posey, passami il bicchiere di Vodka>> dissi al mio amico e senza pensarci due volte lui me lo passò.
"DIAMO INIZIO ALLA FESTA" pensai mentre nel mio corpo quel liquido si impossessava di me. Iniziò una lunga scia di fuoco che partiva dalla gola e si insediava in tutto il resto degli organi.
<<Non esagerare>> Precisò Cristal bevendo di sua volta il secondo bicchierino.
Annuii e dopo pochi secondi mi buttai in pista a ballare le canzoni che si rincorrevano una dietro l'altra per circa un'ora.
Qualcuno mi prese sulle spalle e iniziò a ballare con me, neanche lo conoscevo, ma aveva una stretta forte e decisa su di me, aggiungiamo che oramai ero completamente fusa dall'alcool.
<<Put your hands up>> il DJ non ripeteva altro, avevo le braccia con i crampi a forza di alzarle e di urlare.
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Come un fiume verso il mare  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora