Capitolo 34

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Federico

"Se adesso te ne vai, non ci sarà più posto dentro me
ti giuro d'ora in poi non so più chi sei
trascina via con te le tue incertezze e la tua ipocrisia
ma il male che mi fai non puoi portarlo via
Diventerà un scudo con il quale mi difenderò da te

ile adesso sbatti forte quella porta via da me... "

Fino al giorno prima, ero convinto di una sola cosa. Ritenevo che l'amore, o la delusione che da esso ne deriva, non potesse fare male, quanto un poeta o uno scrittore possano descrivere. Il cuore che scoppia, la forza che si arresta, beh, per me erano cavolate. Quell'esatto momento però, le mie teorie crollarono: gli occhi del mio migliore amico erano un senso di vuoto, non riuscivo a trovare le giuste parole da attribuirgli, perché non aveva descrizioni. Delusione? rabbia? collera? amore? tante le emozioni che potevo etichettarli addosso, ma nessuna di esse mi sembrava mai adatta.
<<Ste?>>
Non rispose. Guardava Bel nella notte, fumarsi la sua sigaretta costituita da roba verde illegale. La stessa che fumavamo noi a distanza di qualche settimana. Magari, se ne rendeva conto solo adesso di come Bel si sentiva, quando lui fumava e lei no. Magari, era solo lei la falsa ipocrita.
<<Ste?>> Lo richiamai di nuovo, ma inutilmente. Decisi allora di muovermi io. a quanto pareva lui non ne aveva proprio intenzione.
Mi avvicinai alla ragazza, pericolosamente sola nel giardino sotto casa.

<<Me ne offri una?>>
Avrei tanto voluto scattargli una foto. Sbiancò di colpo e le si dilatarono gli occhi dalla sorpresa. Perfetto, non era ancora fusa.
<<Allora?>>
<<Che ci fai qui Fede?>>
<<La domanda la dovrei fare io a te.>>
Ed eccolo uscire dal suo nascondiglio, intento a dire tutto ciò che doveva dirgli. Ero persino intento a fargli l'applauso. però, evitai.
<<Che ci fai qui?>> Stavolta Bel sobbalzò in piedi. Vedevo il suo volto completamente confuso. Un misto tra spiacevole sorpresa e la voglia di ridere che la canna le procurava.
<<Dimmi cosa ne vuoi fare con questa?>>
<<Adesso vorresti farmi la morale?>> replicò lei. La guardai incredulo. Ma era davvero la ragazza che conoscevo da bambino? la stessa che amava Stefano?
Lui, al contrario scoppiò a ridere istericamente.
<<La morale te la dovresti fare da sola. Sei tu, la moralista del cazzo. Fa male, lo vedo come ti fa male si.>>
<<Non è come pensi tu>>
A quella frase, l'avrei volentieri picchiata, ma ero un ragazzo con principi morali così come Stefano e mai si sarebbe permesso di picchiarla sul serio, se non quello schiaffo sotto effetto di droga.
<<Allora com'è? Dimmelo tu.>> Il ragazzo di fronte a lei, non ci stava più. Aveva letteralmente perso il Ben dell'intelletto. Vedevo nell'espressione che emanava, una voglia assurda di fare a pezzi ogni singolo oggetto che si fosse trovato sul suo cammino.
Lei, esitò un attimo. Mi sembrava di essere un telecronista, volevo lasciarli soli, ma non avrei mai abbandonato Ste lì, anche se era grande e vaccinato.
<<Ho iniziato dopo quella notte, volevo sapere cosa c'era di tanto bello.. e...>>
<<E vaffanculo>> Rispose Stefano.
<<Io avevo un motivo per farlo, non giustificabile, ma c'era, tu che motivo avevi?>>
<<Non c'è sempre un reale motivo per cui si fanno le cose, a volte, si ha solo bisogno di fuggire, di fare qualcosa di diverso. Poi, tu che motivo avevi?>> L'ultima domanda, fu rivolta a me.
<<Mio fratello, tre anni più grande è morto quando guidavo io, una sera, senza patente convinto che nessuno ci avrebbe beccati e beh ho iniziato la mattina dopo>> Stavolta guardò me, di nuovo, confusa.
<<Tu fumi ancora?>>
<<No, dopo quella notte, non riesco neanche a vederla la Marijuana, mi fa schifo e vedere che tu, la grande moralista fai l'ipocrita, mi fa ancora più schifo. Comunque, ho solo una domanda da farti e dopo questa, vediamo>> Disse Stefano, con gli occhi di ghiaccio, se pur verdi. Non capii il senso della sua richiesta, ma aspettai con ansia ciò che aveva da dire.
<<Provi qualcosa per Francesco?>> Lo sentivo anche io: Il cuore che batteva nel suo petto riuscii a perforare anche le mie orecchie, era un ticchettio assurdo, sonoro.
Silenzio.
Da parte della ragazza, silenzio. Come sentii il cuore battere, riusci a percepire anche la sua rottura. In un secondo da mille a zero. Una qualsiasi risposta, anche un "non lo so" avrebbe alleggerito il peso di un totale zittio.
Senza una seconda chance, Stefano, voltò la schiena e se ne andò via, dall'altro lato. Restai ancora un secondo insieme a Bel, non mi bastava il vuoto di quelle parole.
<<Davvero? avevi detto che i suoi sentimenti per lui, non sarebbero cambiati poi poof arriva il nuovo Pusher e cambi subito? tra l'altro si va da quello che costa meno, non da quello che da di più. Ovvio. >>
<<Non sai un cazzo Fede>>
<<Non pretendo di saperlo io. Lo deve sapere lui. Sta male, non lo vedi? ti ama! e lo sai anche meglio di me, cosa ti fa cambiare idea?>>
<<Sembra strano dirlo, ma nelle ultime due settimane in cui siamo stati lontani, Francesco mi è stato vicino... e io non lo so, ho messo in dubbio la storia con Ste e quindi un motivo c'è no?>>
<<Certo.>> Annuii sarcasticamente e senza pensare seguii il passo del mio amico. Lei non meritava uno come lui, non se lo meritava proprio. Si meritava l'essere con i capelli mori e gli occhi uguali, perché il biondo neanche nei sogni, oramai. Se Stefano si fissava di staccare da qualcosa non c'era verso di riavvicinarlo e così sarebbe successo.

Erano forse le due, o le tre. Le ore passavano, ma le parole e il dolore no. Stefano guardava davanti a sé. Una gigante distesa di blu. Cielo e mare fusi in un unico colore scuro, pieno di passione e sentimento i due stavano inseme, anche se separati da un confine, visibile, ma di fondo invisibile.
La metafora di Bel e Ste. La vita di Stefano e Isabel. Forse rimarranno legati, forse ritorneranno insieme, forse neanche si rivolgeranno più la parola. D'altronde l'università gli avrebbe comunque separati: Lei a Milano, lui a Bologna. Non sarebbero durati, come credevo, la loro favola, non era ciò che tutti immaginavamo. Era iniziata bene, si era intrecciata con altre persone, era finita così.
Un po' come un fiume che scorre verso il mare: Parte unico, poi molti affluenti si mischiano nel mezzo, facendo parte o riuscendo di nuovo dalle loro vite, da quel corso di fiume. Alla fine però, prima che il percorso sfociasse nel grande mare dell'amore, il sole aveva ben deciso di prosciugarlo. Sarebbe con la pioggia ritornato? Perché no.
Nessuno conosce il futuro.
<<Sono stanco di stare zitto e piangere>> Disse la voce di fianco a me, che scoprì essere di Stefano.
<<Parliamo>> proposi, supponendo che mi avrebbe tirato un altro pugno, allorché mi coprì la faccia.
<<Non ti picchio, anche se vorrei farlo con qualcuno>>
<<Fallo>>
<<Ti lasceresti colpire?>>
Sorrisi a quella frase. Ero suo amico, il suo migliore, ero suo fratello. Mi sarei buttato da un ponte se fosse servito a renderlo felice. Gli porsi la guancia preparandomi a un suo colpo, ma con mia notevole sorpresa ottenni un bacio.
<<Cosa fai? Ora mi diventi gay?>>
<<Dici dovrei?>>
<<Non contare su di me però>> replicai, contrattaccando con un abbraccio panda-orso. Si, io ero l'orso.
Ridemmo sotto la luna gialla e il rumore delle onde d'inizio autunno, ridemmo sinceramente, con il cuore in mano. Ecco, cominciavo a riconoscerlo.
<<Che hai detto a Bel poi?>> chiese dopo vari attimi, passati a fare il bagno vestiti.
<<Nulla di che, lascia stare. Comunque..>>
<<Non te ne uscire con: "Te l'avevo detto" perché sul serio ti picchio>>
<<Non sono così crudele>> Ribattei con tono deluso.
Le ore continuavano a passare e l'alba si avvicinava. Un debole sole iniziava a comparire nel cielo. L'oscurità, veniva scacciata vita dal bagliore della luce che ogni giorno si mostrava a noi.
<<Ste?>>
Il suo sguardo, si posò un secondo su di me, poi tornò alla bellezza del paesaggio di fronte.
<<Guarda l'orizzonte, guardalo sempre, anche quando pensi che non ci sia via d'uscita, guarda sempre verso quel punto infinito davanti a te. Non girare la testa verso ciò che hai lasciato, guarda avanti. >>
<<Vedi, dalle mie delusioni amorose, diventi poeta tu. Ottimo vuoi farmi anche piangere?>>
<<Che persona che sei. Per una volta dico una cosa carina, me la rovini in modo così brutto? Finirò per abbandonarti anche io>>
<<Non lo farai. Tu sei come il sole, se vai torni e quando non c'è e solo coperto, ma in realtà c'è.>>
Non erano dichiarazioni, diciamo per non creare equivoci, ma stava diventando una sfida a chi creava la poesia più bella e per ora, ero in testa.
<<Non ci sai fare con le parole.>> Affermai, per poi continuare: <<Almeno dilla meglio>>
Mi fissò per ancora una volta, scuotendo la testa. Poi, con mia sorpresa attaccò a parlare. <<Hai ragione, con le parole poetiche faccio schifo e ne sono consapevole. Spero di sopravvivere lo stesso, altrimenti... Continua senza di me. Comunque a parte gli scherzi, Grazie davvero Fede. Sei il mio migliore amico e sei sempre qui, sempre con me. Non mi abbandonerai, perché forse sei l'unica persona di cui io mi fida realmente e so che pur di non lasciarmi stare male, ti lasceresti sul serio picchiare. Sei uno di quegli amici per cui, mi romperei il capo. Ora smettiamola con la sdolcinatezza che mi sembro donna. Insomma ti voglio bene>> Disse tutto d'un fiato.
<<Piccolo... o piccola >> scoppiai a ridere, ma lo abbracciai lo stesso.
<<Magari a Bologna ne trovi di meglio>>
<<Io volevo lei, però adesso, ti dico che si ci sarà pure una ragazza per me, no?>>
<<Altrimenti, vai per i ragazzi. Forse hai più speranze>> replicai, ricevendo una spinta. Mi ritrovai con la faccia per terra e come da manuale, iniziò la guerra amichevole tra di noi.

*Spazio Autrice *
Salveee a tutti, sono riuscita ad Aggiornare anche oggi 🎉 comunque mi raccomando ditemi cosa ne pensate, come pensate sarà il finale? Beh, vi avverto che siamo praticamente alla fine 😊
Se avete consigli da darmi non abbiate paura di dirmeli che come sempre dico sono una scrittrice Work in progress, ancora ne ho di strada da fare.
In ogni caso Grazie mille a tutti ❤❤
GiuliaGiulia- e occhidighiaccio14 per voi 💜

Come un fiume verso il mare  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora