Capitolo 21

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"Comunque andare
anche solo per capire
o per non capirci niente
però all'amore poter dire ho vissuto nel tuo nome"

Da tre giorni eravamo arrivati a Amsterdam, dopo due ore di viaggio la città dei colori ci aspettava. Era ricoperta da case coloratissime, fiumi un ogni dove e il nostro Hotel era la fine del mondo.
Era all'insegna dell'arte tutto ricoperto da disegni di ogni genere. A dir poco stupendo.
Condividevo la stanza con le mie tre amiche ed era la cosa più bella dell'universo. Stavamo sveglie fino a tardi, cercando invano di far meno confusione possibile, ma puntualmente, Fabio, bussava alla nostra porta per zittirci e nel frattempo ne approfittava per rubare un bacio a Elena, seguito dalle nostre esclamazioni.
Successivamente aver visitato il museo più famoso di Amsterdam, ci radunammo tutti al parco Vondelpark. Una distesa di verde con un mezzo un lago stupefacente, come ogni singolo elemento in questa città.
<<Sedetevi secondo i gruppi che vi diremo ora! Sarete misti tra le classi>> spiegò uno dei professori dell'altra classe.
<<Okay>> ripetemmo noi in coro.
Dieci minuti dopo, in un cerchio eravamo seduti: io, Alessio, Dylan, Lydia, Cristal, Tyler, Stefano, Ludovica, Federico e Chicco. Doveva esserci anche Elena, ma Fabio decise di tenersela nel suo gruppo.
Poverini, facevano sempre finta di nulla, e se io stessa non sapessi di loro, non ci avrei creduto. Erano bravissimi a fingere quando stavano lontani, anche se entrambi si logoravo dentro, poi quando per quel poco si incontravano, davano sfogo alla loro passione ed era un amore di quelli che ti consumano l'anima, ma che preferiresti tutto il segreto del mondo, più che perderlo per la legge.
Cos'erano un paio di regole davanti a tale sentimento? Come poteva esso vietare questo tra due persone?
I due però l'avevano capito, sai?
Se la legge non andava bene, bisognava ribellarsi!
Alessio per tutto il tragitto non la smetteva di guardarmi.
<<Che c'è? >> domandai una volta notato questo particolare.
<<Sei bellissima>> Disse facendomi arrossire. Gli poggiai la testa sulla spalla e mi lasciai cullare da quel dolce e inebriante profumo di menta che lo circondava.
Sembravamo asociali: Io e Ale per conto nostro; Cristal e Tyler discutevano su qualcosa; Lydia e Dylan non la smettevano di tenersi per mano; Stefano e Ludovica si scambiavano baci molto passionali e infine, Chicco e Federico, si mostravano video a vicenda, per poi scoppiare a ridere.
<<Cristal.. aspetta>> Tyler gridò alla ragazza dai capelli mori mentre si alzava di scatto. La prese poi per mano e la costrinse con l'indice a guardarlo negli occhi. Erano di una dolcezza infinita: "Pucciosi" gli definiva Lydia.
<<Scusa>> continuò Tyler sguardo su sguardo. Cri sorrise con quel suo perfetto sorriso, che poteva sciogliere pure il ghiaccio del polo e nord, per poi rispondere: <<In realtà dovevo buttare questo... ma accetto le tue scuse>> mormorò mostrando un pezzo di carta che teneva in mano.
Tutti ridemmo alla faccia che fece il nostro amico poco dopo.
<<Insomma che facciamo? Non possiamo stare qui, seduti in cerchio senza rivolgerci manco una parola. Almeno facciamo gli alcolisti anonimi. >> borbottò Federico attirando la nostra attenzione su lui.
<<Del tipo?>> domandò Ludovica staccandosi dalle labbra di Stefano. Non pensavo ne fosse capace.
<<Obbligò o verità, però non quelli perversi del giorno d'oggi cose divertenti e stupide>> propose il mio ragazzo, cogliendomi di sorpresa.
Ci appoggiammo tutti a quella scelta, infine cos'avevamo da perdere?
Il primo turno, neanche a farlo apposta, toccò a Federico, fare a me la domanda.
<<Obbligo o verità?>>
<<Obbligo>> risposi sicura. Stavolta ognuno di noi aveva promesso di non dire cose perverse quali baci o toccatine varie, in ogni caso, conoscendo da anni il ragazzo che da lì a poco avrebbe fatto la mia penitenza sapevo era un tipetto bravo.
<<Allora... prendi il piede di Ludo e appoggialo sulla guancia>> disse.
Lo guardai storto, ma che razza di scherzo era?
Mai avrei fatto una cosa del genere in pubblico, avrei tanto voluto tirargli un pugno un faccia.
<<Sono stato gentile, lei ha i sandali, se ti facevo mettere il mio morivi>> precisò, facendo ridere il nostro gruppo a crepa pelle.
"E piede sulla guancia sia" ripeté la mia vocina, mentre il mio corpo a lentezza straziante si muoveva verso la giovane mamma.
Lei di rimando sfilò la scarpa e mi porse il piede.
Contai mentalmente fino a tre e alla fine, eseguì la mia penitenza. Per fortuna non era sudata. Almeno quello.
Gli altri gruppi delle nostre classi erano sparpagliati per tutto il campo, e quindi non ci notavano.
Il secondo turno, toccò a Stefano per Lydia che le propose di andare da uno sconosciuto e abbracciarlo, ovviamente lei accettò, ma Dylan si dimostrò contrario e ci vollero dieci minuti per convincerlo.
Si passò al terzo giro che toccò a Ludovica per Tyler, il quale decise di dire verità e allora la domanda di Ludo fu: <<Sei innamorato si Cristal?>>
Quella domanda lo colse impreparato, non tanto per il suo contenuto, ma per il suo modo diretto di dire le cose.
<<Macchè, io e lei? Figuriamoci>> fu la sua risposta.
Gli lanciai uno sguardo assassino. Ci sono momenti nella vita in cui la verità va espressa, altrimenti si perdono le persone a cui volgiamo bene, e infatti così successe. Cristal scappò di corsa verso il gruppo di Elena e la abbracciò forte, lasciando sorpresi tutti quelli dell'altro gruppo.
<<Bravo>> commentai sarcastica.
<<Davvero bravo>> Aggiunse Lydia, pigiando il coltello nella piaga.
Stava per alzarsi, il nostro amico andando a rincorrerla, ma Fabio lo fermò e si unì al nostro gruppo.
<<Come va Ragazzi?>>
<<Bene>> rispose Chicco.
<<Male>> rispose invece Tyler.
<<Che è successo?>>
<<Nulla di che... problemi tra ragazzi.>>
<<La Reed ci tiene a te lo sai vero?>>
<<Si. >>
<<E tu tieni tanto a lei, lo sai vero?>> continuò il giovane prof.
<<Si>> mormorò Tyler.
<<Che adesso devi andare da lei, che si trova dall'altra parte del lago e parlare, lasciando Elena a me, lo sai vero?>>
<<Si>> concluse Tyler, alzandosi e avviandosi verso il luogo dove si trovava Cristal.
A quelle parole del prof, metà del nostro gruppo rimase stupefatto. Non riuscivano a capire il senso dell'ultima frase, ma nonostante ciò non fecero domande. Fabio incazzato, lo sapevano tutti in quella scuola, riusciva a intimorire con mezzo sguardo, facendo tremare persino Hulk. Nessuno infieriva mai con lui, se non Elena che era sempre in grado di fermarlo.

La sera eravamo all'Hotel, dopo aver fatto pace continuammo per un'altra ora al nostro gioco e a ognuno di noi capitarono cose divertenti, tanto quanto imbarazzanti.
<<Mi accompagni al bar, a prendere un bicchiere d'acqua?>> domandò Lydia con il suo sorriso da Ti-Pregoo-Non-Lasciarmi-Sola, che neanche l'uomo più insensibile del mondo avrebbe potuto contraddirla.
Annuii e scesi le scale con lei, per dirigerci al bar. Ero finalmente in pace con me stessa, e con tutta la mia cerchia intorno. Pure Stefano era diventato in un certo senso mio amico. Ci lasciammo il passato alle spalle, per quanto possibile, ed iniziammo insieme un cammino. Un gigantesco passo avanti.
Mentre Lydia, beveva la sua acqua una ragazza attirò la mia attenzione: Aveva i capelli neri, ed era bella nel suo fisico perfetto, con le curve esposte, ma non volgare. Si voltò e riuscii a vedere degli occhi Blu magnetici e solo allora capii chi essa fosse e perché mi sembrava tanto familiare.
Corsi via da quella sala, dirigendomi nella 304, stanza in cui alloggiava Stefano e i suoi amici. Bussai con quanta potenza avevo in corpo.
"APRI CAZZO!" Imprecai nella mia testa, ma nulla, la porta era chiusa.
<<La rompi così! >> la voce di Federico su materializzò dietro si me.
"GRAZIE AL CIELO"
<<Stefano è dentro? Mi apri la porta?>> chiesi, non smettendola di agitarmi. Avevo il cuore palpitante e il petto che si alzava e abbassava a suo piacimento.
<<Si sta facendo la doccia>>
<<È davvero importante Fede. Ti prego>> supplicai guardando i suoi occhi. Erano anni che non li guardavo, forse da quando avevo sei anni, erano comunque gli stessi.
Non se lo fece ripetere, che aprì la porta, scomparendo poi verso il bar.
La stanza era identica alla nostra, con la differenza di un letto in meno e il disegno sopra la testa diverso.
<<Stefano?>> urlai bussando alla porta del bagno, pregando di non trovarlo con Ludovica.
<<Bel? Sei tu? Che ci fai qui?>> disse lui dall'altro lato, alzando la voce per sovrastare il getto che scorreva.
In quel momento la mia mente si posò su questo pensiero, e il solo pensare a quello che stavo pensando mi preoccupò al massimo. Scossi la testa e tornai al discorso iniziale.
<<Sì, sono io. Devo dirti una cosa importantissima.>> dissi, tornando ad agitarmi.
<<Finisco qui ed esco>>
<<Ti aspetto qui>> dissi infine.
Mi sedetti sul letto, quando una piccola busta catturò la mia attenzione. La guardai per un tempo che mi sembro eterno, decidendomi sull'aprila o meno.
Sconfitta dalla curiosità, la presi e lessi la frase che vi era sopra:
AUGURI BEL, FINALMENTE I TUOI 18.
"Ma che...?" Il mio subconscio era sconvolto: Cosa significava? Perché portava una lettera con sé?
"Forse c'è n'erano due?" Suggerì la mia vocina, e per togliermi ogni dubbio che avevo in testa. Iniziai a leggere.

Come un fiume verso il mare  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora