Capitolo 29

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STEFANO

"Ti vedo ridere
Sei così semplice
Mi sembra facile
Capire che sei unica
E quante notti spese per
Immaginarmi insieme a te.
Un viso angelico
Mi basta un attimo e
Diventa un brivido
Sognarti qui vicino a me
Ma forse è giusto sia così
Conoscerti ed illudersi. "

Adoravo vederla in difficoltà sotto i miei gesti, farle provare il brivido che scende dritto lungo la schiena. Ci mise pochi secondi a riprendersi, poi mi spinse indietro e prendendo i suoi vestiti corse in bagno. Mi sedetti sul letto immaginandomi cosa ne sarebbe stato se fossi entrato con lei, se per scherzo del destino, avesse deciso di aiutarla, magari passando la spugna sulla sua schiena nuda e delicata, o magari, farle scivolare via lo zucchero con l'acqua temperatura ghiaccia, come piaceva a lei. Scossi la testa immediatamente scacciando via quei pensieri.
Approfittai dell'attesa per prendere il telefono e rispondere ai messaggi: scorrevo la lista su Whatsapp, ma risposi solo a quelli del gruppo mio e dei miei migliori amici. Ovviamente, non potevano non spettegolare sulla mia foto postata precedentemente su Snapchat.
Passarono minuti e minuti, ma di Bel neanche l'ombra. Arrivai persino a pensare che le fosse successo qualcosa, ma la sua voce non la smetteva di cantare a squarcia gola, tranquillizzandomi.
<<Ste>> la sua voce richiamò dall'interno.
Mi avvicinai alla porta bussando fortemente. Non sembravo, ma ero una persona molto ansiosa.
<<Apri il primo cassetto. C'è un indumento rosa chiaro. Prendilo e portalo qui. Non fare nessuna domanda.>> ordinò. 

Eseguii la sua richiesta e quando vidi ciò che chiedeva scoppiai a ridere: Un paio di mutandine graziose, contornate di pizzo. Come da manuale, la mia mente andò a posarsi su quel pensiero e i miei occhi scattarono una foto immaginaria su come potessero starle addosso. Già la immaginavo, dietro quella porta di legno marrone, soffocare in un rossore di imbarazzo, che se pur eravamo a marzo, era di nuovo sudata.
Mi avvicinai con lentezza strategica, fino a bussare di nuovo alla porta e porgendogli l'indumento, sussurrai: <<Voglio vederteli addosso>> Per mezza frazione di secondo i suoi occhi toccarono i miei e io impazzì completamente. Bastavano. un paio di occhi blu corallo, bastavano a farmi perdere la testa. Successivamente si rintanò in bagno, per apparire nuovamente, vestita.
La guardai un attimo e risi, la guardai un'altra volta e risi di più. Cercavo di trattenermi, ma era inutile. Era buffissima e tenera: Il mio Koala. Il pigiama blu con gli orsetti, copriva interamente il suo fragile corpo. La maglietta infilata nei pantaloni e quest'ultimi, infilati nei calzini.

<<Tranquilla, non ti tocco, puoi anche respirare>>
<<Sto comoda così. Ora vai a farti la doccia>> rispose lei frettolosamente sulla difensiva.
Le passai di fianco senza degnarla di uno sguardo.
La sentii sbuffare, mentre con la coda dell'occhio la vidi entrare sotto le coperte.
Mi spogliai di tutti i pezzi di stoffa ed entrai sotto l'acqua bollente. Eravamo opposti in poche cose io e lei, e questa era una di quelle. Lei amava l'acqua fredda, mentre io la volevo calda anche d'estate. Il mio corpo scappava a contatto con il freddo, mentre il suo sembrava scappare con il caldo. Ricordo ancora i tempi in cui facevamo il famoso "Bagnetto" inseme e le nostre mamme erano costrette a cambiare la temperatura quando passavano da una all'altro. Sorrisi e spazzai via la sporcizia dal mio corpo. Mi lavai in fretta e furia e quando uscii dal bagno mi accorsi della cosa più importante: Non avevo nulla di pulito da indossare.
<<Bel?>>
<<Che vuoi?>>
<<Non ho nulla da indossare>> mormorai mettendomi l'asciugamano intorno alla vita e aprendo la porta.
Le sue mani istintivamente coprirono i suoi gli occhi.
<<Sei nudo?>>
<<No, tesoro sono coperto. Per metà>>
Aprii solo un occhio e quando mi vide coperto nelle parti più importanti aprii anche l'altro.
<<Aspetta>> disse, uscendo dalla stanza di corsa e tornando poco dopo con un paio di boxer neri sventolandoli in aria.
<<Facevi prima a prenderli a casa mia a questo punto>> le dissi, prendendo il contenuto dalle sue mani.
<<Stai zitto e ringrazia piuttosto>> replicò lei voltandosi verso la porta. Fui molto tentato ad avvicinarmi e farle qualche dispetto dei miei soliti, ma decisi di lasciar perdere e mi vestii.
<<Grazie Koala>> borbottai saltando nel lettone.
<<Dormi qui allora?>>
<<Vuoi che vada via?>>
Mi guardo per un attimo, poi scosse la testa con imbarazzo. Sorrisi. Era strano, due persone abituate a fare di tutto insieme a condividere i migliori, così come i peggiori, momenti insieme si ritrovano a distanza di solo due anni a parlare con scatti di imbarazzo nel mezzo delle conversazioni.
<<Vieni qui, mi sento solo>> bisbigliai battendo la mano sul letto, per invitarla a entrare accanto a me. Non se lo fece ripetere.
Si distese di fianco e mi abbracciò forte. Si strinse al mio petto come se fossi un tronco e lei dentro un fiume torrentoso. Mi strinse con una potenza tale da togliermi il respiro, ma nello stesso tempo il cuore che faceva battere bastava per andare avanti. Ricambiai il gesto con un braccio che reggeva la sua testa, mentre una mano che la accarezzava come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo.
<<Ti voglio bene>> farfugliò sopra i miei pettorali mentre le lacrime cominciavano a uscire pian piano.
Non capivo più il perché del suo pianto. La sua anima si era spezzata del tutto e ogni volta che si ritrovava mostrava la sua debolezza anche davanti agli altri.
<<Bel.. Hey guardami>> i suoi occhi fissarono i miei.
<<Smettila chiaro? Io dovrei piangere non tu! Ho tanti motivi per farlo ma non lo faccio perché questa vita nonostante le sue mostruosità ha delle cose belle, belle quanto te. Ma non devi permettere che ti batta così. Sei una persona forte e coraggiosa Koala. Adesso basta frignare per qualsiasi cosa. Perché piangi ora? Che c'è? Io sono qui. Ci sarò sempre e litigheremo e ci separeremo per qualche annetto, ma ritornerò qui da te. Con te. >> urlai quelle parole non smettendola di guardarla. Non ne aveva idea, non si rendeva minimamente conto di quanto era bella. Sorrideva, piangeva, si emozionata, provocava, si ingelosiva. Ogni suo comportamento suscitava uno diverso mio e non sbagliano le persone quando dicono: "se una persona riesce a farti cambiare umore allora è importante".
Si, lei era importante per me.
<<Sono in fase Pre ciclo>> disse scoppiando a ridere. Una risata di cuore che mi mancava sentire.
<<Ti perdono allora>> dissi, dandole un forte bacio sull'angolo della bocca. La sentì sussultare leggermente e poi addormentarsi sotto le mie braccia.
Volevo fare lo stesso, ma fu un'impresa impossibile. Il sonno scomparve e la vista di quell'angelo riempì i miei occhi di felicità.
Gli occhi socchiusi e le labbra leggermente aperte per lasciar trapassare aria, un'espressione pacifica dipinta in volto. Le accarezzai il fianco e la avvicinai ancora di più a me, fino a che il mio respiro divenne pensare e sempre più regolare. Sprofondando così in un sonno profondo.

Un succhiotto fu fatto alla mia povera guancia, svegliando prima il mio amico, che me.
<<Capisco la fase Pre-ciclo, ma cosi finisce male>> dissi con la voce impastata di sonno.
<<Oggi niente scuola. Sono ufficialmente iniziate le vacanze di pasqua usciamo?>>
<<Noo... dopo>> sbraitai girandomi dall'altra parte.
Ed eccole, di nuovo quelle labbra a succhiare la mia guancia, stavolta con più convinzione.
"Vuoi giocare? Ti insegno come si gioca piccola" pensai decisamente sveglio.
Mi alzai di scatto e prendendola per le braccia la buttai nei letto, bloccandola con il peso del mio corpo. Successivamente mi avvicinai tanto da notare il suo rossore in viso così da vicino che mi accecai. Le sorrisi provocatorio e le diedi un bacio alla sua maniera, con l'aggiunta di un soffio nell'orecchio.
Si contorse al di sotto di me. L'erezione cominciava a farsi sentire premendo focosamente sopra il suo ventre.
<<Ohhh qualcuno ha un problemino>> sussurrò lei alzandosi sui gomiti e raggiungendo il mio viso a una distanza minima.
"BACIALA" urlò la mia vocina e proprio quando stavo per farlo la porta si spalancò con due facce sconvolte e una euforica dietro.
<<Abbiamo interrotto qualcosa?>> domandò Mat usando la tipica espressione di chi lasciasse intendere altro.
<<Staccati da mia figlia>> gridò Valerio guardandomi con una faccia da serial killer. Mi alzai di fretta e tornai serio, pregando che non notassero il rigonfiamento dei pantaloni che Mat mi aveva prestato, cioè che Bel aveva rubato. Io morivo silenziosamente in quella tortura di sguardi e lei?
Lei scoppiò un una fragorosa risata seguita solo da sua sorella.
<<Dopo parliamo signorina>> Tagliò corto il capo famiglia e uscii fuori, lanciandomi l'ultimo segnale.
<<Usciamo?>> chiese Emma saltellando qua e là per la stanza correndo poi ad abbracciare sua sorella maggiore con uno di quelli Stritola-Abbracci che la piccoletta amava.

<<Questo!>> urlò ancora una volta Bel. Esattamente il nono vestito che provava. C'era il ballo di fine anno a cui pensare e lei corse in ogni angolo della città con Emma, me è Mat. Pensavo sarebbe stata una cosa più maschi contro femmine, in cui io trascorrevo tempo con suo fratello e lei con sua sorella, ma non fu così. Mattia se ne intendeva di Moda e amava fare shopping tanto quanto le femmine, per questo si attaccò a Bel e non la smettevano più di blaterare sulle possibili combinazioni. Al contrario io ed Emma stavamo seduti in un angolo a giocherellare con quello che ci capitava sotto tiro o facendo i Selfie con facce buffe, insomma quanto bastava per passare il tempo.
Un'ora, due. Erano le indici e io morivo si fame, ma no, le regole erano chiare: "No Dress, No Food"
Maledissi me per essere li quella mattinata.
<<Esci!>> urlò la piccola, sbuffando.
<<Ora esco, ma non prendetemi in giro>> disse lei scostando la tendina che la nascondeva.
Rimasi incredulo. Una bellezza fatale davanti ai miei occhi. Tutti i clienti di quel negozio la guardarono e qualche cretino che fischiò pure dietro, ma che dire, era incantevole.
Un vestito per metà nero, fino alla vita e l'altra metà a quadri rossi e neri. Un vestito nero a busto, a forma di fiocco copriva il suo seno, anche se nello stesso tempo lo esaltava. Esaltava ogni singola curva del suo corpo rendendola ancora più donna.
<<Che ne dite?>> domandò ancora insicura.
Avrei tanto voluto prestarle i miei occhi per qualche secondo, forse solo così si sarebbe resa conto di quanto era magnifica. Non sapevo più quale aggettivo attribuirle per rendere omaggio a tale perfezione.
<<Bellaa>> rispose Emma.
<<Una favola>> aggiunse Mat.
<<Perfetta>> conclusi io con lo sguardo perso.
<<Ma per il ballo... non so>>
<<È bellissimo, Bel. Smettila di discutere>> setenziò l'altro ragazzo, oltre me che ci accompagnava.

Bussarono alla porta di casa, erano passati due giorni dalla dormita a casa Mancini e dovevo ammettere che mi mancava, forse più la ragazza che il suo letto, e vi posso assicurare che detto da me, era una cosa fuori dal comune.
Bussai alla sua finestra più volte, ma mi tratteneva du Filo per dieci minuti e poi mi liquidava con la frase: " Ho da studiare" e io scomparivo in camera mia, lasciandola nella sua vita di noia e libri.
Andai ad aprire, dato che in casa non c'era nessuno. Papà e Silvia erano usciti a cena e io ero rimasto per non disturbarli.
<<Ciao>> Quella voce squillante mi ruppe i timpani. Anche quando era seria, aveva un tono così acuto che poteva rovinare i vetri se solo urlasse un poco.
<<Che ci fai qui? >>
<<Ti devo parlare... posso entrare?>>
Mi appoggiai meglio sulla porta e aspettai che Ludovica facesse il suo discorso di scuse, per poi sorridergli e sbattergli la porta in faccia.

*Spazio Autrice *
Buonasera Wattpadiani, ecco a voi il nuovo Capitolo, spero vi piaccia, lasciatemi i vostri commenti 😁
Volevo ancora ringraziarvi perché siete davvero fantastici ❤❤❤

Come un fiume verso il mare  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora