Capitolo 19

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" Scusa, forse è tardi, ma vorrei..
parlare un pò con te
forse ero..un pò nervoso
ma se sono qui è perchè
vorrei solo chiedere scusa
e spiegarti che tu per me
sei speciale..."


Stava crollando il mondo in quella palestra. Ogni singolo membro delle due classi fissava Alessio in un misto di incredulità e giudizio negativo. Facile no? Sparlare quando non si conoscono i fatti è all'ordine del giorno. Io comunque non la smettevo di guardare Ludovica, perché per la prima volta dopo tre anni lei aveva di fronte suo figlio. Il mio ragazzo mi aveva raccontato tutto nei dettagli della loro storia, di come proprio questo fatto l'avesse cambiata nel profondo del suo cuore trasformandolo in pietra. E io in un certo senso la odiavo, che colpa ne aveva il piccolo se lei non era in grado di occuparsene?; che colpa ne aveva Marco per la sua immaturità?
Notavo ogni lineamento del suo volto: Gli occhi verdi socchiusi mentre scrutava il suo bimbo. Le sue labbra emanavano respiro veloce e irregolare, segno di ansia. Le mani fremevano su e giù dai suoi biondi e lunghi capelli.
Un secondo dopo, oltre a me, pure Marco iniziò a fissarla. Ero angosciata per Stefano. Non si meritava di conoscere la verità per puro caso del destino.
Mi avvicinai ad Ale e all'orecchio gli sussurrai:
<<Fermalo... se lo dice ad alta voce Stefano lo scopre>>
<<Non m'interessa! Ho promesso a mio figlio che avrebbe conosciuto la madre quando voleva.>>
Rimasi scioccata. Non poteva saperlo qui, si sarebbe arrabbiato tanto e avrebbe provato dolore, ancora. La sua vita stava andando bene. Perché tutte a lui queste cose? Perché proprio a lui.
Il silenzio calò nuovamente, nemmeno una mosca si degnava di passare, così come i professori che non la smettevano di parlare, stavolta fissarono zitti.
Fu proprio Marco a interrompere questo ghiaccio: <<Ciaoo>> disse a Ludovica pieno di entusiasmo.
Sua madre presa alla sprovvista, si piegò in ginocchio dal dolore e versò tutte le lacrime che da troppo tempo alloggiavano in lei. E solo allora me ne resi conto, capii la fragilità che circondava la ragazza dai capelli Biondi luminosi. La sua rabbia e tristezza e alla fine realizzai che proprio io, la quale odiavo il pregiudizio, l'avevo avuto su di lei.
<<Scusa.... piccolo scusa.... io non volevo, mi dispiace tanto...>> farfugliò Ludovica in preda alle lacrime come un fiume in piena. Era strano e sconvolgente veder scivolare via la maschera di trucco e forza che quella ragazza si era costruita in faccia.
<<Ti voglio bene>> furono le parole di Marco con l'aggiunta delle sue piccole braccia intorno al collo della madre. Non desiderava altro che esprimere il suo sentimento, dimenticò tutto in un solo istante, una volta visto il suo dolore lui capii quanto ci teneva, e pensare che era solo un bambino.
Ludovica guardò negli occhi il suo bimbo e si poteva notare in quel momento le somiglianze: capelli e la forma del viso completamente identici, o forse ero io che notavo tutto ciò, conoscendo i fatti.
Guardai il resto degli alunni e loro erano spaesati del tutto. Comprensibile.
<<Scusa anche a te>> disse poi, riferendosi ad Alessio.
Si squadrarono per bene, e quando i loro occhi si incontrarono uscì fuori quella potenza che un tempo condividevo io e Stefano. A proposito, quest'ultimo era fuori di sé, era chiaro che avesse capito tutto, ma lottava per non crederci.
<<Tranquilla... >> commentò Ale avviandosi verso di lei, anche lui oramai piangendo.
Scoppiai in lacrime anche io, era tutto triste e nello stesso tempo commovente dal mio punto di vista, perché se Alessio si univa a lei, io ero fuori e oramai mi ero innamorata. Già, quando mi portò fuori a cena, quando faceva le sue figure mettendosi in ginocchio per me davanti a tutti per poi iniziare a cantare, tutte le sere che veniva da me e dormivano nel mio lettone, ovviamente Emma, finiva a dormire con mamma oppure a volte pure con Mattia.
<<Qualcuno può spiegare anche a noi?!>> la voce di Stefano, fredda, glaciale, rovinò quell'aria di dolore e amore, che era inutile negare, esisteva tra i due genitori.
<<È mio figlio>> chiarì Ludovica, senza dargli troppo peso.
<<Ma è figlio suo...>> replicò Stefano, ancora non avendo capito, come al contrario pensavo.
<<È figlio nostro>> Si corresse lei.
<<Cioè ti hai un figlio con Alessio? Che avevi abbandonato?>>
<<Sì>> rispose secca non smettendo di sorridere, piangere ed abbracciare suo figlio.
<<Tu lo sapevi?>> le sue parole furono dirette a me.
Annuii incapace di parlare a causa del groppo in gola che avevo.
Il resto dei fatti successe in fretta: La prof fece finire la lezione, dando a tutti accesso libero. La famiglia si riunì in un angolo a parlare, volevo unirmi a loro perché vederla a quella vicinanza era un inferno per il mio cuore, ma non potevo, era il loro momento, il loro ritrovo. Stefano scappò negli spogliatoi insieme ai suoi amici.
<<Cioè tu sapevi tutto?>> la voce di Dylan mi riportò alla realtà.
<<Sì...>>
<<E a noi non hai detto nulla?>> Lydia prese la parola urlando quanto più poteva.
<<Era una sua cosa! Non mia>> Gridai il doppio per sovrastare la sua voce.
<<Ma siamo i tuoi migliori amici! Da quando stai con lui non ti si vede più Bel>>
E su questo avevano ragione, mi ero rinchiusa con Ale, quelle volte che non studiavo per gli esami.
<<Scusa...>> bisbigliai e corsi via. Lasciai alle mie spalle la scia di studenti che ancora parlavano dell'accaduto e mi diressi nello spogliatoio maschile.
<<Che ci fai qui?>> disse Federico senza maglietta e con solo i Boxer addosso. Volevo guardarlo negli occhi, ma i suoi addominali mi fecero da barriera.
<<Sono bello?>>
<<Ammetto che hai un bel fisico, senti Ste dov'è?>> chiesi poi, tornando sulla terra.
<<Fuori. Nel corridoino>>
Annuii e andai nel luogo: in sostanza era un piccolo corridoio antincendio, per far uscire prima i ragazzi, accessibile al cortile dietro la scuola.
Saltai giù dalla finestra che portava li -perché la porta era chiusa a chiave dal custode- cascando con il sedere a terra. Mi massaggiai notando due occhi verdi che mi fissavano.
<<Se vuoi faccio io>> commentò ridendo a crepa pelle.
Guardai intorno e notai cinque filtri di canna in terra. Questo corridoio era stato creato per gli squallidi altro che, fumavano canne e facevano sesso di nascosto.
<<Ti sei drogato di nuovo>>
<<Già, ma come sei perspicace.>>
Girai il mio viso verso il suo, abbassandomi in ginocchio accanto a lui.
<<Ti fa male>> sussurrai, anche se sapevo bene non mi avrebbe ascoltato.
<<Supero il dolore>> ribadì lui convinto.
<<No, tu pensi di superarlo. >> lo corressi. Questione di battute breve e intense le nostre. Stanca di discutere, dato che non ne avevo neanche voglia, mi sedetti accanto a lui a guardare il muro grigio di fronte a noi.
<<Che mi racconti?>> buttai li, cercando di cambiare argomento.
<<Mio padre ha trovato una donna>> lo guardai cercando di capire se scherzasse o meno, ma sembrava serio, il suo volto concentrato in una diversa realtà, qualsiasi cosa pur di non pensare a lei.
<<Tu che racconti?>> aggiunse poi. Se togliessimo le prove delle canne, sembrava fosse tranquillo.
<<Mah... poco da dire... devo prepararmi ancora per la gita ad Amsterdam >>
<<Ci vieni anche tu allora >>
<< Ci sei anche tu? Perché non dovrei?>> domandai di rimando.
<<Mi stai chiedendo se perderei l'occasione di fumare ad Amsterdam? Per nulla al mondo e comunque, beh, vederli insieme potrebbe darti noia..>> commentò lui girando la testa verso di me.
Faceva strano quella scena: Noi che parlavamo, c'era sempre una sorta di imbarazzo e tristezza in quelle parole, ma comunque parlavamo, era un passo avanti.
<<Alessio sta ancora con me!>> esclamai urlando.
<<Non per molto sai>>
<<Ma come cavolo ti permetti? Eh? Come ti permetti tu di dire quello che succederà e poi diciamocela tutta non t'interessa un cazzo di nessuno! Né di me, e a quanto pare neanche di Ludovica >> replicai pronta alle lacrime. Era dal matrimonio di suo zio che non versavo lacrima davanti a lui. Alessio riusciva sempre a farmi ridere ed era proprio per questo che mi ero innamorata di lui. Volevo dirglielo una sera a casa sua il famoso 'Ti amo' ma poi persi il coraggio e decisi che non era quello il momento adatto.
<<A dirla tutta sono più altruista io di te. Primo, perché non fumerei tutto questo se non stessi male; Secondo, penso al bimbo. Okay, fa male a te, fa male a me, ma il bambino ne trae vantaggio per la vita. Diamine ha la possibilità di avere sia mamma che papà al suo fianco adesso. >>
Cavolo, persino da drogato ragionata più lucidamente di me. Quando stavamo insieme, non dubitato mai della sua intelligenza sapeva tutto quello che c'era da sapere, dava risposte nette e chiare per qualsiasi argomento plausibile a uno della sua età.
<<E per quanto riguarda te... beh ti ho scritto un lettera che hai bruciato>> disse guardandosi intorno come se quel luogo fosse coperto da quadri di ogni genere.
Ripescai nella memoria il momento in cui mi consegnò la lettera: il mio compleanno, quella lettera che avevo rigirato tra le mani mille volte fino a che non decisi di chiuderla in fondo al cassetto dove tenevo la biancheria intima. Ci avrei scommesso l'anima quella era una cosa intima tra noi due.
<<Non l'ho bruciata, l'ho messa da parte>> ammisi.
<<Oh beh, adesso la puoi anche bruciare tanto quelle parole non valgono più nulla. Avevo fumato non so quanta Marijuana e neanche sapevo stessi con Alessio, insomma era tutto incasinato allora>>
Sentii la pelle andarmi a fuoco, non sapevo cosa si nascondesse in quelle righe, ma un pezzo di me rimase deluso nel sentire da lui che non gli importava più nulla.
Stavo per ribattere quando la campanella suonò con forza, segnando la fine delle lezioni.
Andai a casa senza fermarmi a parlare con nessuno. Avevo scoperto che mentre io parlavo con Stefano, la famiglia era sparita insieme.
Nemmeno un messaggio che avvisasse la sua ragazza, figuriamoci.

"SIAMO IO E TE." ripeté la vocina diverse volte nella mia testa.
Tra le mie dita girava la sua lettera... la guardai per minuti interi titubante della scelta di aprirla o no. Alla fine optai per leggerla, tutta d'un fiato, senza ripensamenti. Lui stesso aveva affermato che oramai non gliene fregava più niente di quelle parole, oramai era storia vecchia anche perché a me piaceva Alessio. Io ero innamorata di lui. Eppure il mio cuore non la smetteva di battere, la nostalgia nei suoi confronti non smetteva di esistere in me.

*Spazio Autrice *
Salveee! Vi dico che per questo capitolo, ho pianto nel pensarlo spero che almeno l'emozione vi sia arrivata, altrimenti datemi consigli così da migliorarla. Fatemi sapere Comunque cosa ne pensate❤😁
Ps: Dedico questo capitolo a Emi_2808 e Kakashi_is_my_love!
Scusate per il ritardo hahahahaah.
Comunque graziee mille ancora a tuttiii, siete sempre fantastici e gentili 💜❤😍😙

Come un fiume verso il mare  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora