due

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"Vi seguiremo un po' dappertutto. Mostreremo ai vostri fans le vostre vite normali. Quelle di due ragazzi che vanno in giro per locali a divertirsi. Per acconsentire dovrete firmare entrambi qui," spiegò il capo della situazione, porgendo a entrambi i ragazzi i moduli del consenso.
"Tu ci stai?" chiese Benjamin sussurrando nell'orecchio del biondino, che annuì e prese la penna, firmando. Il moro strinse le labbra, e mimò le azioni dell'amico.
Restituendo i fogli ai tre uomini di fronte a loro, si alzarono dalla sedia e porsero la loro mano.
"È stato un piacere. Ci divertiremo molto insieme."
Benjamin scosse la mano di tutte e tre gli uomini, e sperava solo che il suo amore per Federico non si sarebbe visto nel programma.

Quella sera, i due ragazzi, accompagnati dalla crew del canale, uscirono per le vie di Miami, scoprendo la città.
"Che ne pensi?" chiese il moro dopo qualche oretta.
"Della città?"
Benjamin annuì.
"Penso che sia molto bella per ora," rispose il biondino. Nel mentre, una ragazza con il seno prosperoso e una maglietta decisamente troppo scollata, passò di fianco al ragazzo, e lui la seguì con lo sguardo, mentre ella sorrise maliziosamente. "E ci sono delle belle ragazze quà," aggiunse con un sorrisetto.
Benjamin alzò gli occhi al cielo. "Smettila," soffió il moro, non incontrando il suo sguardo.
"Di fare cosa?" chiese confuso.
"Di fare il maiale con le donne," ribattè Benjamin, incrociando le braccia al petto e portando le spalle in avanti.
Federico si fermò all'improvviso.
"Che problema hai?" lo accusò, stringendo gli occhi e spalancando le braccia.
"Non ho nessun problema," replicò Benjamin, continuando a camminare senza degnare di uno sguardo il biondino.
"Hai bisogno di qualcosa che ti sproni, amico," rise Federico, scossando la testa mentre legò un braccio attorno al collo del moro.
"Già, probabilmente," mormorò.

La sera erano tornati tardi, o per lo meno, Federico era tornato tardi. A un certo punto della serata, Benjamin si era sentito male, aveva solo un forte mal di testa, e decise di ritornare nel loro hotel, provando a dormire. Federico gli disse che sarebbe andato ancora in giro per la città, volendo scoprirla il più possibile. Il fatto è che, mentre Benjamin era a casa, ed egli non riusciva a dormire, Federico era in un pub a divertirsi e a bere chissà quanti bicchieri.
E ora, la porta della stanza dei due si aprì, sbattendo contro il muro e svegliando il moro dal suo sonno profondo.
Benjamin si svegliò di soprassalto, sentendo tutto quel rumore alle sue spalle, e si girò verso il biondino, che barcolavva e si teneva stretta la testa.
"Penso di aver bevuto troppo," disse, prima di buttarsi sul letto a pancia in giù.
"Fede," sospirò il moro, alzandosi da letto e arrivare dall'altra parte. "Perché hai bevuto così tanto?" chiese confuso dal suo comportamento.
"Mi fa male la testa," affermò, ignorando la domanda del moro.
Non appena Benjamin cercò di prendere in braccio il ragazzo, l'odore di alcool era così forte che gli fece girare la testa. "Cavolo, Fede, puzzi," soffió il moro, facendo una faccia disgustata.
Il biondino rise amaramente, trovando la faccia del ragazzo divertente.
"Sei ubriaco," ribattè Benjamin, scossando la testa e trascinando il ragazzo più piccolo fino al piccolo bagno che avevano a disposizione.
"Di te," finì Federico, guardandolo sognante. Benjamin fece finta di niente, cercando in qualche modo di lasciare perdere tutte le sensazioni che gli avvolsero lo stomaco.
"Ora ti farai una doccia," lo informò, alzando leggermente la maglietta del biondino per poi toglierla del tutto. Cercò di non essere distratto dal petto scolpito del ragazzo, così mise la maglietta in una sportina che porterà poi in una lavanderia.
"Mi lavi tu?" chiese con occhi piccoli il biondino.
"Credo che riuscirai a farlo da solo, io sarò di là se ti serve aiuto," replicò il moro, per poi lasciarlo in bagno, lasciando la porta aperta.
Benjamin passò una mano sui suoi capelli scompigliati dal cuscino, e sbuffò, chiedendosi per quale motivo il ragazzo si era ubriacato così tanto.
"Ben?" lo chiamò dopo dieci minuti.
Il ragazzo arrivò in bagno, vedendo il biondino seduto nella vasca quasi piena.
"Che c'è?" chiese.
"Puoi lavarmi la schiena?" chiese timidamente, nascondendo la testa sotto le sue braccia. Il moro serrò le labbra, e si avvicinò esitante ai piedi della vasca da bagno.
"Certo," rispose quasi in un sussuro, prendendo una spugna e spalmare un po' di sapone sulla pelle tonica della schiena di Federico. Egli, come risposta, mugulò.
"Ti faccio male?" chiese preoccupato.
Il ragazzo scosse la testa. "Mi piace," affermò semplicemente, la sua voce tremante, ma Benjamin non disse nulla a riguardo.
Continuò a massaggiargli la schiena, anche se sapeva che era già pulita e il suo lavoro era finito.
"Fede," lo chiamò dopo un paio di minuti, vedendo che la testa del ragazzo cominciava a penzolare. Il biondino mormorò qualcosa di affermativo.
"Sei sveglio?" chiese.
"Sì," borbottò.
Stettero un altro po' in silenzio, e Benjamin voleva chiedergli così tante cose.
"Fede?"
"Che c'è?" chiese il biondino, e sembrava quasi annoiato.
"Posso chiederti una cosa?"
"Certo,"
"Chi ti ha accompagnato qua?"
Federico sospirò, e con una mano fermò quella sulla sua schiena, girandosi lentamente verso il moro.
"Una ragazza che ho conosciuto al bar. Si chiama Cristina ed è così...così carina, Ben. Lei mi piace, la ho invitata fuori a cena, lei ha accettato. Lei così, vedendomi ubriaco, mi offrì un passaggio e io ubriaco come ero ho accettato," rispose. Non sentendo nessuna risposta da parte dell'amico, aggiunse, "Ho fatto male?"
Benjamin scosse la testa. "No, no."
Federico annuì, e si girò indietro, dando di nuovo le spalle al ragazzo.
"Lei è mora, ha i capelli fini come l'aria, ma ne ha così tanti che sembra che abbia un cespuglio al posto dei capelli. È riccia -- ho capito che ha origini orientali, infatti ha gli occhi a mandorla, sono adorabili. Quando ride, ha un sorriso così bello e lucente, è davvero molto carina, Ben," descrisse il ragazzo, lasciando che le sue parole riempissero il silenzio del bagno.
Federico si girò verso il moro, non sentendo una risposta. "Mi stai ascoltando?" chiese leggermente offeso.
"Sì...sì ti sto ascoltando," disse, distogliendo lo sguardo.
Benjamin sospirò, sapendo che il cuore che aveva vinto il suo, era già caduto ai piedi di qualcun'altro.

paper airplanes; fenji {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora