otto

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Con gentilezza, slegò il nodo che aveva fatto alla benda, e Benjamin fece scivolare quest'ultima giù per il suo collo teso.
Davanti a lui si presentò questo piccolo tavolo color panna, una bottiglia di champagne al centro che conteneva una candela illuminata, e infine le posate e una tovaglietta.

Benjamin aprì la bocca per dire qualcosa, ma nulla uscì; era senza parole

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Benjamin aprì la bocca per dire qualcosa, ma nulla uscì; era senza parole.
"Io..." tentó, cercando le parole per descrivere qualsiasi cosa era davanti a lui. Non poteva crederci; Federico, suo migliore amico di cui era innamorato, lo aveva portato ad una cena romantica a lume di candela. Non se lo era neanche immaginato nei suoi sogni più selvaggi una cosa del genere, era talmente surreale che non credeva ai suoi occhi.
"Ti piace?" sussurrò Federico, sorridendo al moro, soddisfatto della sua reazione. Sapeva che Benjamin sarebbe rimasto stupito, ma non senza parole.
"È stupendo," affermò, annuendo. "Grazie mille." aggiunse, questa volta volgendosi verso il biondino. Per qualche secondo, i due ragazzi si persero l'uno negli occhi dell'altro, senza dire una parola.
Federico fu il primo a distogliere lo sguardo, e rompere il ghiaccio dicendo: "Avanti, siediti! Il cibo si raffredda,"
Rise amaramente, sembrando nervoso, e i due si sedettero uno di fronte all'altro.
"Tutto quello che stai facendo per me è troppo, Fede, ti ringrazio davvero tanto per quello che stai facendo," disse, una volta che i loro piatti furono serviti.
Federico sorrise timidamente, stringendo gli occhi. "Non devi ringraziarmi, Ben, sei il mio migliore amico," rispose sincero il biondino.
Tuttavia, quando venne tirato fuori quell'argomento 'migliore amico', il sorriso di Benjamin si fece più debole, le sue palpebre più stanche, e il suo viso più cupo.
Federico, però, non notò nulla di strano in lui in quel momento.
"Cosa vuoi come vero regalo per il tuo compleanno?" chiese dopo un po' Federico, circondando la parola regalo con le virgolette.
"Cosa? Questo mi basta, Fede, non devi fare altro per me," rispose Benjamin, ridendo istericamente alla proposta del ragazzo di fronte a lui.
Federico però rimase serio.
"Di che stai parlando? Tutto questo non è niente, Ben. Io parlo di qualcosa di concreto," si spiegò, confuso dalla reazione del moro.
Benjamin corrugò la fronte, e si schiarì la voce, capendo che Federico stava parlando sul serio. "Non saprei," replicò, guardando ovunque apparte il biondino. Sembrò imbarazzato, così, per alleviare un po' del suo imbarazzo, Federico sorrise e posò la sua mano sopra quella umida del ragazzo nervoso.
"Chiedimi tutto quello che vuoi," affermò dolcemente, allargando il suo sorriso quando Benjamin incontrò il suo sguardo.
Il moro annuì, e pensó.
"Davvero, Federico, non so cosa volere," affermò, alzando le spalle. L'unica cosa che voglio sei tu.
"Vuoi una macchina? Imparerai a guidare e ti comprerò una macchina," propose lui, ma Benjamin non ne era convinto.
Federico sospirò.
"Ben--"
"Voglio te," biascicò. Spalancò gli occhi, non appena capì quello che aveva appena detto. "Cioè-- non mi lasciare mai. Voglio che tu mi prometta che qualsiasi cosa accada, tu non te ne andrai mai," disse, rimediando il suo errore. Benjamin si schiarì la voce, cercando di calmare i suoi nervi e il battito accellerato.
Federico si alzò, e si chinò di fianco alla sedia del moro, prendendo le sue mani tra le sue.
Guardandolo negli occhi, disse: "Te lo prometto,"
Benjamin gli sorrise debolmente, e in quel momento si rese conto quanto voleva fiondarsi su di lui, baciarlo, toccarlo. Quello voleva, non serviva un regalo concreto; tutto quello che Benjamin voleva, era semplicemente Federico, nient'altro.

"Bene, ora è il momento della torta."
Federico si alzò dal lettino che si affacciava sulla piscina, e prima che il moro potesse dire qualcosa, Federico era sparito dentro la casetta color carne che era alle loro spalle.
Benjamin rise a voce alta, e scosse la testa.
Tutto quello che stava accadendo con Federico, per lui, era inimmaginabile. Fin ora, la serata era stata magnifica, più bella di quanto il moro se la aspettava, e a completare il tutto era la presenza di Federico.
I suoi sorrisi, i suoi occhi, tutto di lui rendeva quella piccola festa più intima.
E in qualche modo, Benjamin non poté fare a meno che pensare a come sarebbe stato se loro due fossero stati qualcosa di più che semplici amici.
La voce cristallina del biondino riportò Benjamin alla realtà, e sbuffò annoiato, quando sentì per la seconda volta la melodia della canzoncina 'Tanti Auguri' cantata dal ragazzo.
Federico teneva in mano una torta, non molto grande, visto che erano semplicemente soli in quel posto remoto, e con una mano copriva il fuoco delle candele, in modo che non si spegnessero.
"Grazie di tutto, davvero," mormorò Benjamin, non appena Federico si sedette di fronte a lui e finì di cantare.
Mise la torta in mezzo ai loro visi, e con un piccolo sorriso disse: "Esprimi un desiderio,"
Benjamin lo guardò, e in quel momento realizzò che aveva già tutto quello di cui aveva bisogno.
"E se avessi già tutto quello che ho sempre desiderato?" sussurrò.
In qualche modo, il sorriso di Federico si fece più dolce nel sentire le sue parole, i suoi occhi più teneri.
"Allora desidera che non cambi niente."

paper airplanes; fenji {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora