"Salve, ho prenotato per due persone,"
"Prego, accomodatevi pure,"
Benjamin sorrise compiaciuto al biondino al suo fianco, e lo invitò ad andare per primo. "Aspetta," lo fermò, prima che si sedesse. Il moro trascinò la sedia, e con un cenno del capo invitò Federico a sedersi. "Che gentiluomo," scherzò il biondino, anche se sotto sotto aveva apprezzato il gesto più di quanto Benjamin possa immaginare.
"Grazie mille, Rossi," scherzò, imitando una voce grossa e rauca, che pareva quella di un settant'enne.
I due ebbero una conversazione animata per vari minuti, prima di prendere gli ordini e ringraziare il cameriere.
"Spero che siano deliziosi i gamberetti," Federico sorrise al moro, che alzò gli occhi al cielo alle preoccupazioni del biondino.
"Ho pagato molto per questo ristorante," scherzò.
"Non dovevi, Ben, sul serio," disse Federico, mettendo una mano sulla coscia del ragazzo più grande. Subito il moro si irrigidì, ma non appena i polpastrelli delle sue mani iniziarono a disegnare dei cerchi immaginari, i suoi muscoli si rilassarono sotto il suo tocco.
"Sei...il mio ragazzo, volevo fare qualcosa di carino," disse Benjamin, sussurrando le prime due parole. Federico gli schioccò un bacio velcoce sulla guancia, e non appena arrivò il cameriere con i loro piatti, spostò velocemente la mano sul tavolo, e Benjamin fece una smorfia.
Ringraziarono l'uomo per il cibo, e iniziarono a dividersi il pranzo. "Sembrano deliziosi," commentó Federico, scrutando con gli occhi i gamberetti sul lungo piatto di fronte a loro.
"Sono deliziosi, Fede," precisò Benjamin con una risata. Il biondino nascose il suo rossere sulle guance, e prese due spidini dal piatto, volendoli prima assaggiare.
"Così pochi ne mangi?" chiese confuso il più grande.
"Li assaggio,"
Benjamin alzò gli occhi al cielo e lasciò che un sorriso sfiorasse le sue labbra, prima di addentare un gamberetto. "Sono veramente buoni," commentò il moro, indicando con la forchetta il pranzo.
Federico masticò il cibo dentro alla sua bocca esitante, e dopo qualche momento iniziò ad annuire. "Hai ragione. Sono buoni," concordò il biondino, mangiando un altro boccone.
Benjamin scosse la testa con un sorriso, e anche se a volte sembrava un bambino il suo ragazzo, era la cosa più adorabile che esistesse su quella terra; e Benjamin era fortunato a poterlo finalmente chiamare suo.
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Oggi era un'altro giorno in studio, e i due ragazzi erano sempre più felici. Anche se ancora nessuno dei loro amici o familiari sapeva di loro due (come coppia), erano felici che potevano vivere nella loro piccola bolla creata da pochi giorni."Credo che dobbiamo sistemare qualcosa qui, e poi penso che sia perfetta," commentò Federico, rilassando la schiena e stendendosi completamente sulla sedia. Benjamin annuì, d'accordo con la sua idea, e i due ragazzi, dopo un'intensa giornata in studio a registrare, dissero i loro rispettivi addii ai loro compagni.
"Penso che farà il botto questo nostro nuovo album," interruppe Federico, spaccando il silenzio che si era creato in macchina.
Benjamin annuì e gli lanciò un timido sorriso, prima di tornare a guardare fuori dalla finestra.
"Quando vuoi dirlo ai tuoi genitori?" domandò Federico, attirando nuovamente l'attenzione del moro. Pensó che non gli dispiaceva vivere in questa piccola bolla, la loro bolla, dove nessuno sapeva niente e non avevano problemi.
"Ho paura che non siano d'accordo," disse preoccupato.
"Posso farti una domanda? Promettimi però che risponderai sinceramente," affermò serio Federico.
"Certo," annuì Benjamin.
"Da quanto sei innamorato di me? In quanti sapevano che tu sei innamorato di me?" chiese. Benjamin sospirò, dovendo essere sincero ma non volere dire la verità.
"Dall'anno scorso. Da quando...tutto è iniziato," rispose tranquillamente, a bassa voce, come se avesse paura che qualcuno lo sentisse.
"Qualcuno lo sa?" chiese Federico.
"Solo...qualche mio amico. Non ne ho mai parlato ai miei genitori perché avevo paura che pensassero che io fossi gay," replicò timido. Federico, notando la sua preoccupazione, allungò una mano verso di lui, e la strinse forte.
"Se ti vogliono bene veramente, non ti giudicheranno. I genitori vogliono bene ai propri figli, penso che vogliano solo la felicità e il meglio per il proprio figlio. E i tuoi mi conoscono molto bene," lo confortò, formando piccoli cerchi immaginari con le sue carezze. "Mio padre, prima di morire, mi ha detto che mi avrebbe accettato in tutte le mie forme; che sia etero, omosessuale o bisessuale, a lui non gliene importava. Questa è la mia vita, e lui voleva solo che io fossi felice. E con te-- con te sono me stesso, soni felice, Ben. Se i tuoi ti vogliono veramente bene -- e ci tengono veramente a te -- penso che ti accetterano, accetteranno il fatto che tu sia il mio ragazzo e che tu ami un ragazzo," concluse, apparcheggiando infine la macchina davanti a casa sua. "Andrà tutto bene," disse, questa volta incontrando il suo sguardo.
E in quel momento, andava tutto bene per Benjamin,ogni dubbio nella sua mente chiarito.
Lui annuì con un piccolo sorriso. "Andrà tutto bene."
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paper airplanes; fenji {completa}
FanfictionIl cuore si innamora di chi gli pare, e a volte, può essere la cosa più bella che ci sia mai capitata. [Dalla storia; capitolo venticinque] "No," lo interruppe, serio. "Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita. Quando sei...