Quella sera, dopo il concerto, Federico saltellava quà e là per il camerino. Casualmente, Benjamin ci stava mettendo più del solito nel cambiarsi i vestiti.
"Ben," si lamentò il biondino, tirando la maglietta del moro. "Muoviti, dai. Voglio vedere la casa," continuò, sporgendo il labbro inferiore in avanti, formando una piccola smorfia.
"Non avere tanta fretta," rise il ragazzo più grande, sistemando la maglietta che ora era spiegazzata. Passò tranquillamente una mano fra i suoi capelli scompigliati, e poi guardò il biondino che aspettava impaziente sulla soglia della porta.
"Beeeeen," lo chiamò, allungando il suo nome.
Benjamins liberò una risata rumorosa, avvicinandosi al biondino.
"Sei adorabile," affermò senza pensarci, sfiorando con i polpastrelli la seta che nascondeva la pelle soffice del fianco destro di Federico.
Il ragazzo più piccolo arrossì leggermente a causa del gesto del moro, e accennò un piccolo sorriso, le sue labbra in una sottile linea.
"Andiamo, forza,"Arrivati sulla soglia della porta del piccolo albergo che si affacciava sulla spiaggia di Cattolica, Benjamin aprì lentamente la porta e spalancò la bocca. "Ta dá!" esclamò, facendo spazio a Federico per farlo passare per primo e visitare il posto.
La bocca del biondino formò una grande O, mentre camminò tranquillamente sul pavimento di legno.
"È stupenda, Ben."
Benjamin gli sorrise come se fosse l'unica stella del suo cielo, prima di dirgli:"Che ne pensi?"
Il ragazzo più piccolo sospirò, e si voltò verso di lui, incontrando il suo sorriso con uno più grande.
"È stupendo."
"Io te lo avevo dett--"
Il moro venne interrotto dal biondino, che si fiondò su di lui, o per lo meno, gli saltò addosso e legò le sue gambe esili attorno alla vita di Benjamin, cogliendolo di sorpresa.
D'istinto, il più grande posizionò le sue braccia attorno alla schiena del biondino, tenendolo stretto a sé.
"Grazie, Ben," sussurrò contro il suo orecchio, il suo respiro solleticava la guancia di Benjamin.
Il moro sorrise, e come risposta, lo strinse ancora un po' più forte, come se fosse l'unica cosa che volesse fare tutta la sera."Ho vinto io!"
Federico si alzò dal pavimento, una piccola quasi inesistente gocciolina di sudore si fece strada lungo la sua tempia.
"Sono più forte io! Ha Ha!"
Il biondino iniziò a fare un piccolo balletto, muovendo i fianchi a destra a sinistra, e Benjamin sentì il fiato mancare.
"Che c'è mi guardi il culo? Lo so che è bello però...così me lo consumi," scherzò.
Ormai avevano bevuto più dei due bicchieri promessi, forse avevano anche aperto più di una bottiglia quella sera, ma Benjamin non aveva bevuto da una mezz'oretta, e anche se la sua mente era ancora offuscata dall'alcool, sicuramente era più sveglio del ragazzo più piccolo.
"Sono ubriaco," si giustificò il moro, alzandosi a sua volta da terra e barcollando un po'.
"Credo che sia ora di andare a dormire," disse il ragazzo più grande, cercando di prendere la mano del più piccolo.
Federico si allontanò velocemente, con un ghigno che giocava sulle sue labbra.
"Prendimi!" esclamò con la voce infantile.
Nel frattempo, le sue lunghe gambe si fecero strada fuori dalla porta scorrevole, uscendo nella spiaggia.
Benjamin spalancò gli occhi. "Fede! Sono le due di mattina!" esclamò, rincorrendo preoccupato l'amico. Anche se sapeva che non era una buona idea, un sorriso tuttavia gli stava stuzzicando le labbra.
"Sei ubriaco!" urlò, cercando di fermare il biondino, che nel frattempo correva libero per la spiaggia ridendo come un bambino.
Quando Benjamin si accorse che Federico stava correndo in tondo, formando un piccolo cerchio, si fermò, prendendo fiato, e lo osservò.
Anche se era a causa dell'alcool presente nel suo sangue, sembrava molto più felice della sera prima. Quella sera non aveva smesso di sorridere, anche molto prima di iniziare a scolarsi interi bicchieri di tequila.
"Ben!" Esclamò chiamandolo, continuando a correre.
Benjamin si perse nel momento, e gli sorrise, dicendogli silenziosamente che poteva continuare a parlare.
Ma forse, era meglio che lo fermasse, prima che dicesse qualcosa che avrebbe tirato indietro il giorno dopo.
"Ti amo!" esclamò, spalancando le braccia, e fermandosi a circa dieci metri davanti al moro.
Il suo cuore si fermò per qualche secondo, prima di riprendere a battere, anche se un po' più forte. Federico rise amaramente, prima di riprendere a correre in tondo, come se non avesse detto niente.
Ma dopo di quello, per Benjamin, la serata fu solo una grande macchia sfocata dentro alla sua testa.A/N: ciaoo pande (?) sapete che vi voglio bene? Lol. Seriamente, vi ringrazio per tutte le stelline, davvero, mi hanno reso molto felice. Grazie per tutti i commenti nello scorso capitolo, non sapete quanto amo parlare con voi, lol. Che cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo? Commentate qua sotto con il vostro parere, alla prossima. ♡
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paper airplanes; fenji {completa}
FanfictionIl cuore si innamora di chi gli pare, e a volte, può essere la cosa più bella che ci sia mai capitata. [Dalla storia; capitolo venticinque] "No," lo interruppe, serio. "Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita. Quando sei...