diciassette

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7 luglio, 2016

La macchina dove i due si trovavano era silenziosa. L'unico rumore presente era il suono del motore dell'auto, e i leggeri rumori provenienti dalle labbra del biondino, che si era addormentato nella via verso Firenze.
"Federico dorme?" chiese l'autista. Benjamin guardò di fianco a sé stesso, e i suoi occhi arrivarono faccia a faccia con un angelo appena caduto dal cielo; i ciuffetti biondi cadevano appena sulla sua fronte, gli occhiali da sole erano leggermente spostati a causa della sua scomoda posizione in cui si era addormentato, e infine le sue labbra leggermente piegate in avanti.
"Sì, sta dormendo." affermò, sorridendo al ragazzo più piccolo.
"Immaginavo," rise l'autista, abbassando la radio.
Tutto quello che Benjamin fece fu fissare il lato del suo viso, mentre un altro sorriso, più grande, si dipinse sulle sue labbra.

"Ciao Ferrara!"
Tutte le fan presenti iniziarono ad urlare impazzite, il chè dipinse un enorme sorriso sul viso di Federico. "Come va?" chiese, come se avesse potuto sentire la loro risposta.
Benjamin rise non appena gli occhi luccicanti ed emozionati del biondino incontrarono i suoi, e per non essere troppo ovvi, distolse lo sguardo; sapeva che se avrebbe continuato a mantenere il contatto visivo sarebbe arrossito violentemente.
Le prima canzoni erano andate lisce come l'olio, le loro fan le avevano adorate, impazzendo non appena uno dei due ragazzi si avvicinava all'estremità del palco per guardarle bene da vicino. Ora, i due si erano presi una piccola pausa fra una canzone e l'altra, e mentre Benjamin stava bevendo una bottiglietta d'acqua di plastica, Federico si avvicinò a lui, tutto emozionato. "Ti rendi conto che questo è il nostro ultimo concerto estivo? Siamo arrivati così lontano," affermò, mentre guardò fuori al camerino con occhi sognanti.
"Già, hai ragione," confermò il moro, annuendo.
"Forza andiamo, abbiamo un concerto da terminare," disse con un sorriso, afferrando la sua mano e trascinandolo fuori dal camerino.
Arrivati di nuovo sul palco, Federico iniziò a parlare. "Sapete, io credo che quando si ami una persona bisogna dirglielo fino a che ti può sentire. Bisogna confessare i propri sentimenti, anche se magari l'altra persona non prova le stesse cose. Credo che bisogna alzarsi, e parlare. Credo in tante cose, veramente. Credo che bisogna vivere il momento, non pensare al futuro o piangere sul proprio passato. Vivere il momento. Per questo credo che la vita sia tutta d'un fiato," annunciò, mentre un ritmo partì come sottofondo. Benjamin restò immobile, sentendo le parole, quelle parole, uscire dalle labbra del ragazzo più piccolo. Lui voleva parlare, ma come? Come si riesce a dire al proprio migliore amico che lo ami, che forse lui è la persona giusta per te?
Il resto del concerto era passato lentamente, come in slow motion per Benjamin. Federico, dopo il discorso, in qualche modo era riuscito a risultare più bello e attraente di prima sotto gli occhi del moro. Aveva quasi sbagliato delle note nel pensare a quelle parole. Credo che bisogna alzarsi, e parlare. Doveva parlare, ora. Quando erano scesi giù per il palco, aveva avuto questa voglia matta di aprire la bocca e parlare. Non poteva più resistere a stare lì, mentre i suoi sentimenti profondi lo uccidevano dentro.
Avrebbe confessato tutto.
O la va o la spacca.
Benjamin corse dietro il passo svelto del biondino, che stava continuando a dire cose senza senso. "Non riesco a mettere questa merda," affermò, riferendosi al papillon.

"Faccio io," intervenne Benjamin, e sentì il suo cuore pompare troppo sangue, il suo battito troppo veloce per poter parlare ad una minima velocità. "Io..." iniziò, fermandosi, non appena vide che non aveva nulla da dire, non aveva un discorso preparato per questo momento. Federico sembrò confuso dall'incertezza del moro, che sistemò finalmente il suo papillon e passò alla sua giacca. "Io ci tengo a te. Io tengo a te più di qualsiasi altra cosa. E io- sei come una calamita, come il pezzo mancante del mio puzzle. In mezzo a quest'inferno, tu sei come il mio paradiso più bello. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita. Sei la parte di me che cercavo da anni. Sei l'unico che mi capisce. E io- io non sono certo se tu senti le stesse cose che provo io, ma sono sicuro di quello che io provo per te. Io, dentro di me, sono sicuro. Sono sicuro che tu sei la mia malattia perfetta, la mia calma durante una tempesta, la mia luna durante la notte. Io...sono sicuro di essere innamorato di te. Io sono innamorato di te, Federico. E spero che anche tu possa esserlo." concluse, mentre i suoi occhi scavavano delle buche enormi dentro gli oceani del più piccolo.
Federico restò immobile, e nel frattempo, la porta alle loro spalle si aprì, ed entrarono tutti i loro amici, gridando, imprecando. "Ti prego dì qualcosa," chiese speranzoso. Federico sembrò restare di ghiaccio dalle sue parole, e Benjamin, in quel momento, sentì le sue mura di coraggio crollare sotto i suoi piedi.

"Io devo andare."

paper airplanes; fenji {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora