diciotto

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Se ne era andato. Non aveva preso le sue cose dalla loro casa di Modena, dove ora Benjamin stava, ma era dalla scorsa notte che non tornava a casa, e se fosse stato tutto normale, e fosse andato via, lo avrebbe avvisato comunque.

"Ti prego rispondi,"

Lo aveva chiamato da tutto il giorno, ma egli non rispondeva al cellulare e aveva lasciato numerosi messaggi alla sua segretaria.

"Mi dispiace Fede, ti giuro che mi è uscita di slancio io non volevo, ti prego...non voglio perderti," la sua voce iniziò dura e forte, ma finì col diventare un sussurro.
Chiusa la telefonata, buttò il telefono sul divano e tirò la prima cosa che gli si presentò davanti contro il muro.

"Fanculo!" esclamò, sedendosi per terra e coprendosi il viso con le mani.

"Sono così stupido, merda," borbottò, alzandosi e camminando velocemente in tondo, per la stanza.

Il suo cellulare iniziò a vibrare, e quasi il suo cuore si buttò fuori dal suo petto. Prese il cellulare con mani tremanti, ma il nome che era scritto sullo schermo non era quello che voleva.

"Pronto?"

"Ben! Sei libero questo pomeriggio?" chiese la voce emozionata di Youssef dall'altra parte.

"Uh-- io...certo," rispose incerto.

"Va benissimo!" Ti passo a prendere fra un ora allora!" esclamò.

"Va bene, a dopo,"

Sentì che Youssef prese un sospiro, e lì capì che il suo tono di voce era insicuro, incerto, e triste. "Ben?" lo chiamò.

"Che c'è?" domandò, forse un po' troppo acido.

"Stai bene?" chiese preoccupato l'amico. Benjamin sospirò. Certo che non stava bene, la possibilità che il suo migliore amico lo avesse lasciato per sempre gli faceva venire il voltastomaco.

"Ti racconto più tardi," affermò, non dicendo di più prima di chiudere la telefonata.

Sospirò. Perché tutto stava andando giù per una collina solo per uno stupido errore?

~~~~~~~~~

"Amico hai una faccia orribile!" scherzò, dando una pacca sulla spalla di Benjamin.

"Scusami," sorrise timidamente il moro, sedendosi di fianco al ragazzo.

"È successo sicuramente qualcosa, racconta," lo incitò Youssef, muovendo la mano e chiedendo intanto due bicchieri per entrambi.

"È una storia lunga...non ne vale la pena," disse, scossando la testa con un sorriso sarcastico.

"No, dai, raccontami, tutte le storie hanno un valore," replicò l'amico. "Di che si tratta?"

"Federico," borbottò.

"Oh," sospirò. "Immagino che è una storia lunga," aggiunse, preparandosi al peggio.
"Già," concordò, annuendo. "L'altra sera era l'ultimo concerto estivo, e ha detto qualcosa che ha stimolato una cosa nel mio cervello e io-- quando siamo arrivati nel camerino le ho detto quello che provavo e lui-- lui non ha detto niente. Se n'è andato," continuò, spostando il ghiaccio che era dentro il suo bicchiere.

"Wow," esclamò stirando la sua schiena all'indietro. "È una situazione complicata. Lo hai chiamato?"

"Ho provato così tante volte a chiamarlo, ma lui non ha risposto neanche ai miei messaggi della segreteria e...non so che fare," disse.

"Penso che gli devi dare del tempo...ha solo bisogno di tempo per riflettere, vedrai che tornerà indietro," replicò, con un sorriso speranzoso.

"Lo spero," rispose sospirando, bevenso un sorso della sua tequila.

"Andrà tutto bene, vedrai."

~~~~~~~~

La musica che proveniva dalla sua televisione lo distraeva, ma il suo sguardo era fisso in un punto, e la sua testa era piena di pensieri.

"Che stupido che sono, mio Dio," disse fra sé e sé, mettendosi una mano fra i capelli.

Quello che aveva fatto era da stupidi, si era fatto prendere dai suoi sentimenti e si era confessato al suo migliore amico, e lui? Lui è scappato, come ogni persona avrebbe fatto.

Magari Federico stava aspettando proprio questo momento per abbandonare Benjamin, avendo una scusa valida per lasciarlo. Il moro sperava solo che gli avesse mandato un messaggio, una chiamata, o un minimo singolo segno di vita.

In più, stavano lavorando a un nuovo album, quindi non potevano mollare tutto. Non potevano mandare tutto a rotoli, cinque anni buttati nel pattume.

Improvvisamente, qualcuno bussò impaziente alla porta, e Benjamin guardò l'orario dell'orologio sopra alla TV.

Scosse la testa, non avendo intenzione di alzarsi dal divano per rispondere alla porta. Ma quel qualcuno era insistente, bussò diverse volte, sempre più forte, e con un sospiro si alzò lentamente dal divano morbido e accogliente.

Si avviò verso la porta, e quando aprì la porta, rimase senza parole; per poco non lasciò la presa sul barattolo di cioccolata che aveva in mano, quando vide il ciuffo biondo andare verso l'alto, i suoi occhi puntati su di lui. Sembrava spaventato, ma anche deciso. Non aveva la forza di dire qualcosa, e restò con le labbra semi aperte.

Federico aprì leggermente la bocca, e le parole che uscirono dalle sue labbra pietrificarono le ossa del moro, ma fece esplodere il suo cuore di gioia. E in un sussuro disse,"Ti amo anch'io."

A/N: finalmente è arrivato il momento dei fenji yooooo. Cosa ne pensate? Ditemi qua sotto casa ne pensate di questo momento e secondo voi cosa dirà Benjamin nel prossimo capitolo ♡

paper airplanes; fenji {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora