Adozione

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I mesi trascorsero felici, a volte con qualche guaio o con qualche bambino adottato o meno ma nulla di effettivamente nuovo. Finché, un giorno giunse un signore, dai capelli neri e gli occhi gialli accompagnato da sua moglie che teneva una bambina di quattro anni, in braccio. 
-Buongiorno. Come posso aiutarvi?- chiese Sandra, sfoggiando uno dei suoi migliori falsi sorrisi. 
-Vorremo adottare un bambino.- affermò l'uomo, con un sorriso 
-Oh, ma prego. Accomodatevi.- fece Sandra, spostandosi per farli accomodare nell'ingresso di quel posto deprimente. -Il mio nome è Sandra Ridia.- si presentò, stringendogli la mano. 
-Hamtato Yoshi Splinter. Lei, invece è mia moglie Tang Shen, mentre la piccola è nostra figlia, Miwa, di quattro anni.- disse, presentando la sua famiglia. Sandra sforzò un sorriso, tremendamente disgustata da quella scena pietosa. Ad un tratto Splinter notò, in lontananza il viso di un dolce bambino, che spiava ben nascosto da dietro al muro. 
-Ehi, piccolo.. Come ti chiami?- chiese la madre di Miwa, sorridendogli 
-I-io mi chiamo.. Donatello.- sussurrò, avvicinandosi timoroso mentre la bambina lo squadrava curioso. 
-Quanti anni hai?- chiese, Tang Shen mentre Splinter gli si avvicinò, lui un po' spaventato aveva indietreggiato ma vedendo che non aveva cattive intenzioni si fece prendere in braccio. 
-Sei.- disse, sorridendo un po' timido. I due adulti iniziarono a fargli alcune domande, a cui rispose un po' timoroso. Sandra se ne restò in disparte, sbuffando annoiata da tutte quelle moine 
-Ti andrebbe di far parte della nostra famiglia?- chiese, ad un tratto Tang Shen, in tono dolce e amorevole. Donnie sussultò, ma si fece coraggio 
-Si, s-se.. adotterete anche i miei fratelli.- sussurrò, iniziando a giocherellare con le mani, nervoso. Era ancora in braccio a Splinter, ed aveva abbassato lo sguardo. Pensava che avrebbero detto di no. Ma in quel momento arrivarono i suoi fratelli e sospirò, più sollevato. 
-Eccoti, Donnie! Ti stavamo cercando, sai?- disse gioioso Michelangelo, saltellando 
-Sono loro i tuoi fratelli?- chiese l'uomo, guardandoli con un sorriso per poi mettere giù Donatello. 
-Come vi chiamate, piccoli? E quanti anni avete?- chiese la donna, accarezzando i capelli ribelli del più vivace. 
-Io sono Michelangelo, ed ho quattro anni!- esultò quest'ultimo, ridendo. Metteva così tanta allegria 
-Io, invece sono Raphael, ed ho sette anni.- si presentò il bambino che li fissava diffidente 
-Mentre io ho otto anni, il mio nome è Leonardo.- disse l'ultimo, facendo un passo avanti 
La donna guardò suo marito che capì al volo cosa stesse pensando, e si rivolse a Sandra. 
-Abbiamo deciso. Adotteremo loro quattro.- affermò risoluto, mentre i fratelli lo guardarono a bocca aperta, stupiti 
-D'accordo.. Però, signor Splinter, Michelangelo non può essere adottato.- rispose la proprietaria, facendo una faccia finta dispiaciuta. Mentre Mikey sussultò, come i fratelli che lo guardarono preoccupati. 
-Per quale motivo?- chiese Tang Shen, delusa. Non voleva dividerli, erano fratelli. 
-Vedete signori, per adottare un figlio di quattro anni, dovrete aspettare che la figlia già presente abbia cinque o sei anni. La legge lo dice.- spiegò ragionevole 
-Non mi interessa! Non lasceremo Mikey in questo postaccio!- sbraitò Raphael, Leonardo cercò di calmarlo anche se il sentimento era reciproco 
-Senta, Miwa compierà cinque anni la prossima settimana non potrebbe chiudere un occhio?- chiese la donna, speranzosa 
-Non posso, signora. Però, potreste tornare a prendere Michelangelo appena vostra figlia festeggerà il compleanno.- affermò Sandra ragionevole 
-Va bene.- rispose la donna, guardando il marito che fu d'accordo 
-No!- urlò Raph, deciso ma venne interrotto dal più piccolo 
-Per me è okay. Tanto è solo per una settimana.- disse Michelangelo sforzando un sorriso, mentre tentava di sopprimere i singhiozzi. I suoi fratelli lo guardarono tristemente, non volevano lasciarlo 
-Mikey noi non vogliamo lasciarti solo.- disse Leonardo, mogio. Loro dovevano rimanere uniti, erano una famiglia. 
-Voi non mi state lasciando ed io voglio che veniate adottati. E poi.. tornerete a prendermi, promesso?- chiese balbettando, con un sorriso tremule. Tese il braccio con la bandana verso i fratelli, che subito mostrarono i loro. Era il loro simbolo, lo sarebbe stato per sempre. 
-Promesso!- affermarono all'unisono. E dopo che i due coniugi firmarono tutti i documenti e i fratelli prepararono le valigie salutando il più piccolo, si diressero mogi in quella macchina rossa che gli avrebbe condotti nella loro nuova casa. Erano felici di avere una famiglia, ma volevano che l'avesse anche Mikey, insieme a loro. Speravano solo che quella settimana sarebbe volata via. 
Mikey, rimasto solo, corse nella sua camera buttandosi sul suo letto iniziando a piangere, stringendo forte il cuscino al petto. Sapeva che sarebbero tornati, ma gli mancavano. 
-Sono curiosa di vedere come sopravviverai.. Ora che sei solo, chi ti proteggerà? Solo un consiglio; impara a cavartela da solo, d'ora in poi.- disse fredda, Sandra, ghignando per poi andarsene, ridendo malignamente, sbattendo la porta. 

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