Ricordi?

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Erano settimane che pattugliavano la città senza risultati, iniziavano a temere che non lo avrebbero più ritrovato. Si fermarono su un tetto di un palazzo di venti piani, erano stanchi e affannati. Avevano corso senza sosta per ore, ma non volevano darsi per vinti
-Ho avvistato dei Purple Dragon..- disse Donnie, mogio. Non voleva lottare contro quella gang, suo fratello aveva bisogno di lui, di loro.
-Andiamo!- affermò Leonardo deciso a finire la questione in fretta, correndo e saltando da un palazzo all'altro seguito dai due. Appena giunsero nel vicolo videro i Purple Dragon combattere contro un ragazzo. I tre ebbero un sussulto; era lui, lo avevano ritrovato. Michelangelo era proprio lì, incappucciato con una felpa nera ed i jeans che gli avevano dato. Combatteva contro quella gang, ma lo avevano messo con le spalle al muro, accerchiandolo. I tre, allora iniziarono a combattere per dargli una mano, per fortuna non c'era Hun, constatò Leonardo.
Michelangelo, appena vide il ragazzo dai doppi Sai arrivargli dinanzi, proteggendolo, rimase interdetto. Anche gli altri due avevano iniziato a lottare al suo fianco e questo lo confuse di più, non capiva il motivo del perché lo stavano aiutando. Si ridestò dai suoi pensieri e notò che i tre li avevano stesi quasi tutti, mentre atri, spaventati se ne scapparono. Appena in tempo, schivò un pugno e contrattaccò con i suoi nunjaku, stava per finire il nemico con la lama della sua kusarigama, ma una mano lo fermò.
-Fermo!- ordinò il ragazzo con le katane, prendendogli i polsi. Si fissarono alcuni istanti, il primo con uno sguardo deciso e risoluto mentre il secondo curioso e innocente. Gli altri due si avvicinarono, mentre i restanti della gang si davano alla fuga, portandosi via anche la vittima scampata per miracolo dal giovane dai nunjaku.
-Cosa volevi fare? Ucciderlo?- lo rimproverò il ragazzo con il Bo. Il giovane continuava a fissarli curioso e confuso, ma non disse niente. Era la seconda volta che si destreggiava in un combattimento, dopo quello avuto con loro e sapeva che doveva finire la sua vittima.
Ad un tratto, di scatto si liberò dalla presa e corse via. I tre, allora iniziarono a seguirlo, non potevano lasciarlo scappare di nuovo, non volevano lasciarlo più solo. Corsero a per di fiato, riuscivano a malapena a stargli dietro. Stava per sfuggirli per l'ennesima volta ma ad un tratto, i tre videro il suo gatto che, agilmente saltava e correva per raggiungerlo, come sempre. Raph allora si lanciò su di lui, e riuscì ad acciuffarlo. Il gatto iniziò a miagolare e a graffiargli le braccia, attirando l'attenzione del padrone che si fermò di colpo. Osservò la situazione, preoccupato; i tre erano sul palazzo di fronte e tenevano come ostaggio il suo amico. Sospirò rassegnato e li raggiunse, restando a distanza ravvicinata sfoderando le sue armi.
-Michelangelo noi non vogliamo farti del male. Mi presento, sono Leonardo.- disse il ragazzo, togliendosi il cappuccio imitato dai due, lasciandolo confuso
-Come fai a conoscere il mio nome?- chiese poi, timoroso. Era sconcertato, non capiva come potesse sapere il suo nome ma forse era colpa dei vestiti che aveva lasciato in quell'abitazione. Una delle regole che aveva imparato era di non lasciare mai prove e, lasciando lì gli indumenti l'aveva infranta.
-Michelangelo, non ti ricordi di noi?- si fece avanti, quello con i doppi Sai tenendo ancora in braccio il gatto che si dimenava; Mikey in risposta diede un cenno negativo.
-Io sono Donatello, mentre lui è Raphael.- disse il ragazzo con il Bo, presentando sia lui che il fratello. Mikey li fissò incredulo, era come se quei nomi li avesse già sentiti ma non ricordava dove. Forse perché erano nomi conosciuti o famosi. No, non era per quello, allora per cosa? pensò, nervoso.
-P-potreste lasciare Klunk? Vi prego.- chiese in un sussurrò, chinando il capo. Era confuso, continuava a ripetere i loro nomi nella testa ma non riusciva a ricordare. Eppure sapeva che gli aveva già sentiti e forse aveva anche conosciuto quei ragazzi. Appena liberarono il gatto lui lo prese in braccio stringendolo a sé, accarezzandolo. Sapeva che doveva scappare, ma non voleva. Qualcosa gli diceva che doveva restare, che poteva fidarsi.
-Vieni a casa con noi.- disse Donnie, speranzoso porgendogli la mano, avvicinandosi piano
-I-io..- balbettò, guardò i loro occhi cercando di capire, e tese piano la mano ma la ritrasse subito dopo:- No.- sussurrò. Calò il silenzio mentre iniziava a piovere
-Mikey.. ti prego. Noi vogliamo solo proteggerti.. e poi, lo avevamo promesso. Ricordi? Lo hai detto tu che qualunque cosa accada resteremo sempre insieme, come una famiglia.- disse Leo, sorridendo. Mikey si bloccò nel sentirlo e rimase ancora più interdetto quando gli mostrarono le loro bandane. Li guardò con il fiato sospeso, mentre copiose lacrime scendevano dai suoi occhi.
-Promettiamo, su queste bandane che ci proteggeremo a vicenda.. e che qualunque cosa accada resteremo sempre insieme, come una famiglia?- domandò tra i singhiozzi scoprendo il volto per poi sorridergli, loro ricambiarono e si avvicinarono per poterlo stringere in un forte a abbraccio
-Promesso.- sussurrarono, mentre il più piccolo iniziò a ridere, sollevato. Erano venuti a prenderlo, proprio come avevano promesso otto anni fa. Era così felice, non voleva più staccarsi da quell'abbraccio così pieno di amore e denso di affetto.
-Voi siete i miei fratelloni.. Allora non vi siete dimenticati di me..- balbettò poi, era così euforico mentre singhiozzava
-No, Mikey. Come avremmo potuto dimenticarti? Noi siamo una famiglia solo se restiamo insieme.- affermò Leonardo mentre si staccarono un po' a malincuore
-Andiamo a casa?- chiese dolce Donatello, prendendogli la mano. Lui accennò un sì, sorridendo e asciugandosi le lacrime. Non riusciva a crederci, aveva di nuovo i suoi fratelli, aveva di nuovo una famiglia.

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